Il Senato ieri mattina ha approvato il
disegno di legge n.
1678 recante delega al Governo per l'attuazione delle tre
direttive Europee
2014/23/UE,
2014/24/UE e
2014/25/UE del 26 febbraio 2014 sull'aggiudicazione dei
contratti di concessione, sugli appalti pubblici e che abroga la
direttiva 2004/18/CE e sulle procedure d'appalto degli enti
erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei
servizi postali e che abroga la
direttiva 2004/17/CE.
L'Assemblea del Senato ha approvato il testo che era stato proposto
dall'VIII Commissione (Lavori Pubblici e Comunicazione) con alcune
modifiche evidenziate nel testo a fronte allegato in cui nella
colonna sinistra è riportato il testo entrato in Aula e nella
colonna di destra il testo con inseriti gli emendamenti approvati
in Aula; il testo passa, adesso, all'esame della Camera dei
Deputati.
Il testo originario, predisposto dal Governo è, adesso,
abbondantemente, modificato e crediamo che alcuni paletti
introdotti non rispondono ad uno dei primi principi introdotti con
la lettera a) del comma 1 dove viene precisato che il Governo è
delegato ad adottare un decreto legislativo per l'attuazione delle
direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE con il "
divieto di
introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori
a quelli minimi richiesti dalle direttive".
Prima dell'approvazione definitiva, il Senato ha approvato alcuni
emendamenti al comma 1, lettere d), l), m), p), u), bb), dd), ee),
ff), gg), mm), oo), qq), ss), zz), bbb), fff), ggg), al comma 2 ed
al comma 7 ed ha aggiunto la lettera r-bis) più dettagliatamente
rilevabili nel testo a fronte allegato alla notizia.
Si tratta, in pratica di piccoli aggiustamenti rispetto al testo
esitato dalla Commissione tra i quali segnalo la lettera ff) in cui
è precisato che viene escluso, per l'affidamento dei servizi di
ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica,
il ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del
costo, inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo
ribasso d'asta.
Ricordo che il disegno di legge approvato è composto da un solo
articolo e reca una delega al Governo, che
dovrà essere attuata
entro il 18 febbraio 2016, per il recepimento di tre direttive
che riordinano la normativa europea. E' prevista la redazione di un
nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la
conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. Tra i criteri
della delega:
- il divieto di introdurre, o di mantenere negli atti di
recepimento, livelli di regolazione superiori a quelli minimi
richiesti dalle direttive europee;
- la razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti
pubblici e di concessioni, finalizzato a un maggior livello di
certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti;
- la trasparenza e pubblicità delle procedure di gara; la
riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti
partecipanti e la semplificazione delle procedure di verifica da
parte delle stazioni appaltanti;
- il contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi
finanziari, anche attraverso adeguate forme di centralizzazione
delle committenze e di riduzione del numero delle stazioni
appaltanti;
- la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato
pubblico privato;
- la revisione del sistema vigente di qualificazione degli
operatori economici, in base a criteri di omogeneità e
trasparenza;
- la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle
controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in
materia di esecuzione del contratto;
- il miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e
medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli
appalti pubblici e delle concessioni;
- l'individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità
volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza
e parità di trattamento;
- la trasparenza, nella eventuale partecipazione dei portatori
qualificati di interessi ai processi decisionali finalizzati alla
programmazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici e
concessioni.
Confermati anche gli ulteriori criteri direttivi che erano stati
introdotti dall'VIII Commissione:
- il divieto di affidamento dei contratti attraverso procedure
derogatorie;
- la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il
criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei
servizi ad alta intensità di manodopera;
- la valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di
clausole sociali;
- la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori
interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto
sull'ambiente;
- la valorizzazione della fase progettuale e il contenimento
delle varianti in corso d'opera;
- il rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo
dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà
contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei
commissari di gara;
- l'istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un
albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori;
- l'affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza
pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni
autostradali.
"Anche sugli appalti si volta pagina. Grazie anche al grande
lavoro fatto dal relatore Stefano Esposito con il nuovo codice si
pone un argine alla corruzione e si chiude il periodo oscuro in cui
il general contractor si sceglieva il direttore generale dei lavori
determinando una situazione di possibile opacità. Finisce il tempo
delle gare al massimo ribasso che tanti guai ha prodotto nel corso
degli anni: viene cancellato per le gare di progettazione
garantendo così qualità, trasparenza, costi e tempi certi. Si
chiude la pagina scandalosa degli appalti per servizi ad alta
intensità di manodopera, fino ad oggi aggiudicati al massimo
ribasso, che si scaricava sui lavoratori. Oggi abbiamo posto le
basi per l'approvazione definitiva di una delle più importanti
riforme strutturali che consentirà di avviare opere di enorme
importanza per il Paese". Questo il commento di
Debora
Serracchiani, vicesegretario e responsabile infrastrutture del
Pd.
Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC
"Svolta nei Lavori Pubblici all'insegna della trasparenza,
rispetto delle regole e della libera concorrenza". E' il primo
commento del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori dopo l'approvazione da parte del Senato
della legge delega sul Codice degli Appalti.
"Diamo atto al senatore Stefano Esposito, relatore del ddl
Delega presso la commissione Lavori Pubblici del Senato e al
viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini
di aver recepito le proposte degli architetti italiani che da tempo
si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei
principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione
fino ad oggi perduti a causa di norme spesso sbagliate".
"Come ha sottolineato il senatore Luigi Zanda, questo
provvedimento rafforza il processo di coesione politica dell'Europa
e ci avvicina ancora di più ai grandi paesi del Continente. Ma non
solo: per il nostro Paese è un segnale fortissimo. Con il principio
che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del
progetto, avremo finalmente buone architetture pubbliche,
realizzate bene e al giusto costo, e avremo anche inferto un colpo
molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito
le fondamenta della loro economia illegale. Avremmo anche
finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani opere
utili e belle".
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