Codice Appalti e Direttive Europee, RPT: Ok con riserva per il Ddl approvato al Senato

22/06/2015

Non si sono fatti attendere i commenti della Rete delle Professioni tecniche (RPT) e della Fondazione Inarcassa sull’approvazione da parte del Senato del del disegno di legge n. 1678 recante delega al Governo per l'attuazione delle tre direttive Europee 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE

"Esprimiamo la nostra soddisfazione per l'approvazione della legge delega per l'attuazione delle nuove direttive appalti. Una riforma molto sentita ed attesa da tutte le categorie professionali dell'area tecnica. Risultano, tuttavia, ancora necessari alcuni chiarimenti su aspetti fondamentali che incidono pesantemente sull'intero sistema dei costi".
Questo il commento di Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI).

Le professioni tecniche accolgono, dunque, con favore la riforma licenziata dal Senato, pur sottolineando gli aspetti su cui occorre far luce. "Il provvedimento - ha affermato Zambrano - recepisce numerose osservazioni avanzate dalla nostra organizzazione in sede di audizione". Soddisfazione soprattutto sulle limitazioni imposte all'appalto integrato: "Viene posto un limite a tale procedura - chiosa Zambrano - che, come dimostra una recente indagine del Centro Studi del CNI, risulta meno efficiente in termini di innalzamento dei costi e di rispetto dei tempi, se rapportata all'appalto di sola esecuzione".

Il coordinatore Zambrano ha, però, evidenziato un aspetto critico che non sarebbe stato affrontato nella riforma: il tema della progettazione interna alla pubblica amministrazione. "La riforma - afferma Zambrano - presenta un aspetto, a nostro avviso, estremamente critico. Parliamo dell'accorpamento delle stazioni appaltanti e della loro qualificazione, un tema affrontato in maniera davvero poco incisiva". Una situazione ingestibile su cui Zambrano invita a riflettere "Come è possibile avere nel nostro Paese oltre 30 mila stazioni appaltanti? Il provvedimento non prende assolutamente in considerazione un tema di rilievo per il settore come quello della progettazione interna alle Pubbliche Amministrazioni. Proprio quella, che, secondo la stessa ricerca del Centro Studi CNI, determina, attraverso un numero spropositato di varianti, il maggior incremento dei costi rispetto a quelli definiti in fase di aggiudicazione".

Quasi sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa: "Accogliamo con grande soddisfazione l'approvazione da parte del Senato della delega per la riforma del codice degli appalti".
"Il testo licenziato in prima lettura - ha continuato il Presidente Tomasi - accoglie infatti molte delle osservazioni che la Fondazione ha indicato come priorità nel corso dell'audizione in Commissione Lavori Pubblici, tra cui il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, la radicale limitazione all'appalto integrato, il riferimento alla promozione della qualità architettonica e a quella tecnica".

Entrando nel dettaglio del provvedimento approvato dal Senato e che adesso dovrà passare l'esame della Camera, il Presidente Tomasi ha parlato delle nuove regole che restituirebbero centralità alla fase progettuale, ovvero la parte che negli ultimi anni ha più risentito della crisi economica e culturale del Paese. "Il nostro plauso - ha affermato Tomasi - va, in particolare, alle nuove regole in materia di progettazione che, promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale, restituiscono centralità alla fase progettuale e decretano lo stop all'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica con il criterio del prezzo più basso o massimo ribasso d'asta".

Soddisfazione anche per come sono stati condotti i lavori dall'VIII Commissione del Senato (Lavori Pubblici e Comunicazione). "In questo la categoria si vede finalmente riconoscere appieno la propria professionalità e il proprio lavoro come prodotto di natura intellettuale. La Commissione Lavori pubblici, presieduta dal Presidente Matteoli, e in particolare il Senatore Esposito, relatore del provvedimento, hanno condotto in maniera esemplare il dialogo con tutti gli stakeholders del mercato, ascoltandoli con decine di audizioni e riuscendo a contemperare le diverse esigenze nell'interesse generale. Ci auguriamo che il metodo di lavoro possa rimanere lo stesso anche per la seconda lettura a Montecitorio e in fase di attuazione della delega. Auspichiamo, infine, che Parlamento e Governo possano al più presto - magari già nelle successive fasi dell'iter legislativo - intervenire dividendo in maniera netta i compiti dei dipendenti pubblici e quelli di liberi professionisti e società di ingegneria, tema questo cruciale, purtroppo ancora irrisolto, per l'eliminazione della confusione dei ruoli tra controllato e controllore".

A cura di Gianluca Oreto
   


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