Non si sono fatti attendere i commenti della Rete delle Professioni
tecniche (RPT) e della Fondazione Inarcassa sull’approvazione da
parte del Senato del del
disegno di legge n. 1678 recante
delega al Governo per l'attuazione delle tre direttive Europee
2014/23/UE,
2014/24/UE e
2014/25/UE
"Esprimiamo la nostra soddisfazione per l'approvazione della
legge delega per l'attuazione delle nuove direttive appalti. Una
riforma molto sentita ed attesa da tutte le categorie professionali
dell'area tecnica. Risultano, tuttavia, ancora necessari alcuni
chiarimenti su aspetti fondamentali che incidono pesantemente
sull'intero sistema dei costi".
Questo il commento di
Armando Zambrano, coordinatore della
Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e presidente del
Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI).
Le professioni tecniche accolgono, dunque, con favore la riforma
licenziata dal Senato, pur sottolineando gli aspetti su cui occorre
far luce.
"Il provvedimento -
ha affermato Zambrano
-
recepisce numerose osservazioni avanzate dalla nostra
organizzazione in sede di audizione". Soddisfazione
soprattutto sulle limitazioni imposte all'
appalto integrato:
"Viene posto un limite a tale procedura -
chiosa Zambrano -
che, come dimostra una recente indagine del Centro Studi del
CNI, risulta meno efficiente in termini di innalzamento dei costi e
di rispetto dei tempi, se rapportata all'appalto di sola
esecuzione".
Il
coordinatore Zambrano ha, però, evidenziato un aspetto
critico che non sarebbe stato affrontato nella riforma: il tema
della progettazione interna alla pubblica amministrazione.
"La
riforma - afferma Zambrano -
presenta un aspetto, a nostro
avviso, estremamente critico. Parliamo dell'accorpamento delle
stazioni appaltanti e della loro qualificazione, un tema affrontato
in maniera davvero poco incisiva". Una situazione ingestibile
su cui Zambrano invita a riflettere
"Come è possibile avere nel
nostro Paese oltre 30 mila stazioni appaltanti? Il provvedimento
non prende assolutamente in considerazione un tema di rilievo per
il settore come quello della progettazione interna alle Pubbliche
Amministrazioni. Proprio quella, che, secondo la stessa ricerca del
Centro Studi CNI, determina, attraverso un numero spropositato di
varianti, il maggior incremento dei costi rispetto a quelli
definiti in fase di aggiudicazione".
Quasi sulla stessa lunghezza d’onda il commento di
Andrea
Tomasi, Presidente di
Fondazione Inarcassa:
"Accogliamo con grande soddisfazione l'approvazione da parte
del Senato della delega per la riforma del codice degli
appalti".
"Il testo licenziato in prima lettura -
ha continuato
il Presidente Tomasi -
accoglie infatti molte delle
osservazioni che la Fondazione ha indicato come priorità nel corso
dell'audizione in Commissione Lavori Pubblici, tra cui il
miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi
di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, la
radicale limitazione all'appalto integrato, il riferimento
alla promozione della qualità architettonica e a quella
tecnica".
Entrando nel dettaglio del provvedimento approvato dal Senato e che
adesso dovrà passare l'esame della Camera, il
Presidente
Tomasi ha parlato delle nuove regole che restituirebbero
centralità alla fase progettuale, ovvero la parte che negli ultimi
anni ha più risentito della crisi economica e culturale del Paese.
"Il nostro plauso -
ha affermato Tomasi -
va,
in particolare, alle nuove regole in materia di progettazione che,
promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale,
restituiscono centralità alla fase progettuale e decretano lo stop
all'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti
i servizi di natura tecnica con il criterio del prezzo più basso o
massimo ribasso d'asta".
Soddisfazione anche per come sono stati condotti i lavori dall'VIII
Commissione del Senato (Lavori Pubblici e Comunicazione).
"In
questo la categoria si vede finalmente riconoscere appieno la
propria professionalità e il proprio lavoro come prodotto di natura
intellettuale. La Commissione Lavori pubblici, presieduta dal
Presidente Matteoli, e in particolare il Senatore Esposito,
relatore del provvedimento, hanno condotto in maniera esemplare il
dialogo con tutti gli stakeholders del mercato, ascoltandoli con
decine di audizioni e riuscendo a contemperare le diverse esigenze
nell'interesse generale. Ci auguriamo che il metodo di lavoro possa
rimanere lo stesso anche per la seconda lettura a Montecitorio e in
fase di attuazione della delega. Auspichiamo, infine, che
Parlamento e Governo possano al più presto - magari già nelle
successive fasi dell'iter legislativo - intervenire dividendo in
maniera netta i compiti dei dipendenti pubblici e quelli di liberi
professionisti e società di ingegneria, tema questo cruciale,
purtroppo ancora irrisolto, per l'eliminazione della confusione dei
ruoli tra controllato e controllore".
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