Un nuovo ed importante capitolo si aggiunge alla travagliata
vicenda del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Un anno è ormai trascorso dallo scorso 6 aprile 2006, data nella
quale il ministero della giustizia ha proclamato con riserva
l'elezione del Consiglio Nazionale Ingegneri con a capo Ferdinando
Luminoso e ad oggi il futuro della categoria è ancora incerto.
Secondo quanto già a conoscenza di tutti coloro che seguono questa
travagliata vicenda, lo scorso 8 febbraio 2007 si era insediato
ancora una volta Ferdinando Luminoso, il quale aveva deciso di
convocare un'assemblea straordinaria dei presidenti degli ordini
locali per fare luce sulla sua permanenza alla carica di
sindaco.
Ferdinando Luminoso, aveva affermato, infatti, che non era sua
intenzione restare al vertice di una categoria che non lo voleva,
assumendosi piena responsabilità circa il fatto che il primo
interrogativo da porre al consiglio sarebbe stata proprio la
fiducia nella sua permanenza.
L'assemblea si è regolarmente svolta, dando piena fiducia al "neo"
eletto e tutto sembrava finalmente al suo posto fino a quando, a
soli 4 giorni dall'assemblea, la tregua ha fine: il 4 aprile 2007
il tribunale ordinario accoglie il ricorso di Sergio Polese al Cds
per vizio di competenza e, quindi, la posizione di Presidente in
carica ritorna proprio a Polese.
Ecco, così, la proclamazione dei nuovi eletti: Sergio Polese,
Giovanni Montresor, Paolo Stefanelli, Alessandro Biddau, Giovanni
Bosi, Roberto Brandi, Rome La Pietra, Pietro De Felice, Ugo Maria
Gaia, Silvio Stricchi, Giuseppe Zia, Carlo De Vuono, Alcide Gava,
Giovanni Rolando, Antonio Picardi.
L'ennesimo atto di questa lunga guerra, quindi, si è concluso:
l'iter delle carte, invece, continua e lo ricordiamo, nell'attesa
di un nuovo ed importante colpo di scena.
15.09.2005. Elezioni dell’Ordine degli Ingegneri di Roma. Il
precedente consiglio si era insediato il 1° febbraio 2004 e sarebbe
dovuto rimanere in carica fino al 31 gennaio 2006. Conseguentemente
le elezioni del settembre 2005 non avrebbero dovuto avere
luogo.
Primo ricorso alle elezioni del 15.09.2005. Viene avanzata
la richiesta di annullamento delle elezioni da parte di alcuni
candidati non eletti al Consiglio.
Secondo ricorso alle elezioni del 15.09.2005. Alcuni
candidati non eletti al consiglio nazionale chiedono al Tar
l’annullamento del voto di Roma. Nelle more il ministero della
giustizia procedeva all’analisi dei voti comprendendo anche le
preferenze del consiglio di Roma.
Aprile 2006. Il ministero della giustizia, analizzando i
voti espressi, proclama con riserva il nuovo consiglio, con a capo
Ferdinando Luminoso in sostituzione di Sergio Polese. La riserva
era riferita ai ricorsi che erano ancora in stato di pendenza.
Agosto 2006. Il Tar del Lazio dichiara che prima del 1°
febbraio 2006, per effetto delle precedenti elezioni, non poteva
insediarsi alcun nuovo direttivo a Roma. Il consiglio nazionale
degli ingegneri, per effetto di tale voto, risulta così
illegittimo.
Settembre 2006. Per conseguenza logica della decisione del
Tar del Lazio, Sergio Polese viene proclamato presidente in
carica.
Gennaio 2007. Il Cds accoglie la richiesta di sospensiva
della sentenza presentata da Luminoso che, quindi, ritorna alla
poltrona di Presidente in carica.
Febbraio 2007. Pensando che la guerra sia definitivamente
terminata Ferdinando Luminoso si insedia alla carica di presidente
e, contemporaneamente Polese ricorre al tribunale ordinario per un
vizio di competenza contro il Cds: un altro colpo, quindi, viene
sferzato.
Ad oggi, quindi, la guerra sembrerebbe terminata in favore di
Polese che, quindi, viene nuovamente proclamato presidente:
Luminoso avrà la lungimiranza di porre fine a questo altalenante
cambio della guardia e sarà capace di porre in primo piano gli
interessi della categoria oppure cercherà a tutti i costi di avere
la meglio sul suo collega attualmente in carica?
Ferdinando Luminoso aveva dichiarato la volontà assoluta di
promuovere un documento programmatico sulle strategie future.
“La nostra posizione vuole essere di avanguardia rispetto agli
altri ordini. Con particolare attenzione a due punti focali: la
riforma delle professioni e la liberalizzazione delle tariffe. Sul
primo punto, siamo convinti che il disegno di legge redatto da
Mastella contenga degli elementi positivi. Per fare un esempio, ci
interessa approfondire la questione dell’accorpamento degli ordini.
Deve essere chiaro, in sostanza, che la nostra linea non sarà di
rifiuto categorico come quella di molte altre categorie.
Per quanto riguarda, invece, il nodo delle tariffe, siamo del
parere che il mercato non sia ancora pronto per consentire la
liberalizzazione dei compensi sulle prestazioni dei lavori
pubblici. Ci sono ancora troppe anomalie da risolvere”.
Sarà capace di non portare avanti questa guerra essendo super
partes?
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