Nuova sanatoria in vista nella Regione Siciliana. Con la circolare
n. 4 prot. 13820 del 10 giugno 2015, il Dipartimento
dell'Urbanistica dell'Assessorato del Territorio ed Ambiente torna
sulla propria precedente circolare n. 2 prot. 2302 emanata il 31
gennaio e successivamente revocata, in riferimento al parere del
Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione Siciliana, con
la nota prot. 2894 del 26 giugno 2014.
La Regione Siciliana torna, quindi, alla carica per una
nuova
sanatoria con la circolare n. 4/2015, con la quale, rivedendo
la precedente decisione di revoca della circolare n. 2/2014,
procede alla
revoca della revoca (scusate il gioco di
parole) e annullando la citata nota prot. 2894 del 26 giugno 2014,
precisa che la circolare n. 2/2014 era stata emanata affinché gli
Enti locali si attenessero ai principi in essa enunciati, al fine
di uniformare l'attività amministrativa relativa all'esame delle
istanze di condono edilizio presentate.
La circolare, a firma dell'Assessore
Maurizio Croce,
conferma la possibilità, per chi ha presentato domanda di sanatoria
per abusi edilizi commessi prima del 31 marzo 2003, di ottenere la
riapertura delle pratiche (già presentate entro i termini del
condono 2003) per la regolarizzazione dell'immobile.
Il provvedimento sblocca le richieste di condono solo per le
costruzioni non regolari situate in zone sottoposte a vincolo di
inedificabilità cosiddetta "relativa", mentre rimangono
categoricamente escluse quelle ricadenti in aree ad inedificabilità
"assoluta".
Nella nuova circolare n. 4/2015 il Dipartimento Urbanistica precisa
che la revoca della revoca e la riproposizione della citata
circolare n. 2/2014 nasce con lo
scopo di limitare il ricorso al
contenzioso che vedrebbe soccombenti le Amministrazioni degli Enti
locali, alle quali l'Amministrazione regionale aveva riservato
"qualsiasi autonoma determinazione sulle fattispecie
trattate" con la più volte citata circolare n. 2/2014, ed
affinché le stesse avessero potuto uniformare i loro comportamenti
nell'esame e definizione delle istanze di sanatoria edilizia.
Il Dipartimento dell'Urbanistica dell'Assessorato del Territorio ed
Ambiente conferma, dunque, gli indirizzi assunti con la circolare
n. 2/2014 nei confronti della problematica in argomento, alla quale
si rimanda, ribadendone altresì i contenuti e le indicazioni
espresse nei confronti degli Enti locali.
In pratica con la riproposizione della circolare n. 2/2014, in
Sicilia sarà possibile procedere alla
sanatoria di tutte quelle
opere abusive realizzate nelle aree soggette a vincolo di
inedificabilità relativa anche se la Corte di Cassazione Penale
sez. III, con sentenza n. 24647 del 15 giugno 2009 ha già precisato
che in materia edilizia, le opere abusive realizzate in aree
sottoposte a vincolo a tutela degli interessi idrogeologici,
ambientali e paesistici possono ottenere la sanatoria ai sensi del
D.L. n. 269 del 2003, art. 32, commi 25, 26 e 27, convertito con L.
24 novembre 2003, n. 326, solo per gli interventi edilizi di minore
rilevanza (corrispondenti alle tipologie di illecito di cui ai nn.
4, 5 e 6 dell'Allegato 1; restauro, risanamento conservativo e
manutenzione straordinaria), che siano conformi agli strumenti
urbanistici (abusi formali), e previo parere favorevole
dell'autorità preposta al vincolo. Sicché sono escluse dal condono
tutte le nuove costruzioni realizzate, in assenza o in totale
difformità dal titolo edilizio in zona assoggettata ad uno dei
suddetti vincoli.
Sembra, quindi, che
con questa nuova circolare potranno essere
sanati tutti quegli abusi edilizi che hanno provocato in parecchi
tratti di costa sud del litorale siciliano situazioni che possono
definirsi di disastro ambientale e di danno ecologico.
Mi viene in mente la costa tra Selinunte e Sciacca dove in alcuni
tratti l'assenza di controlli dell'Assessorato sull'erosione marina
della costa unita alle costruzioni selvagge quasi a contatto con la
battigia hanno provocato in coloro che hanno costruito negli anni
abusivamente la necessità di proteggersi dall'erosione della
spiaggia con massi ciclopici che hanno oggi modificato in un tratto
di quasi un chilometro l'originaria conformazione delle spiaggia
con dune e con specie animali e vegetali protette citate anche nei
piani paesaggistici della Regione provocando un disastro ecologico
ed un danno ambientale che è sotto gli occhi di tutti, per altro in
una zona in pre-riserva e che è nota anche nel mondo per le sue
spiagge di sabbia finissima con dune a contatto con il mare.
Peccato che oggi, in una zona che va da Contrada Cipollazzo verso
contrada Fiori e per circa 1 chilometro l'originario ambiente si
sia trasformato in una discarica di massi ciclopici, con un
disastro senza precedenti per un ambiente antropico che non aveva
uguali e che si estendeva da Porto Palo di Menfi sino a Capo San
Marco di Sciacca.
Mi chiedo, poi, che fine ha fatto il
disegno di legge n. 696
presentato nel lontano mese di febbraio 2014 dal Movimento 5
Stelle e che avrebbe dovuto sbarrare la strada al riesame di
migliaia di pratiche relative ad abusi edilizi commessi in Sicilia
in aree vincolate e per evitare che possano essere riesumate con un
serio pericolo di sanatoria selvaggia.
Ma, forse, ormai queste cose non interessano più nessuno.
In allegato il parere del Consiglio di Giustizia amministrativa
della Regione Siciliana, la circolare n. 2/2014, la nota di revoca
della circolare, la circolare n. 4/2015, le sentenza della Corte di
Cassazione n. 24647 del 15 giugno 2009, il disegno di legge del
M5S.
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