Il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC),
Raffaele Cantone, ha presentato ieri alla Camera dei
Deputati la Relazione annuale al Parlamento per l'attività svolta
nel 2014 con la novità relativa alla
riconfigurazione del
profilo istituzionale dell'ANAC ad opera del decreto legge 24
giugno 2014, n. 90, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 114,
che ha determinato
la contemporanea soppressione dell'AVCP
(Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici).
La nuova fisionomia istituzionale dell'Autorità ha avuto la sua
prima attuazione organizzativa mediante il Piano di riordino
previsto dall'art. 19, comma 3, del d.l. n. 90/2014, presentato dal
Presidente dell'Autorità in data 30 dicembre 2014, che, alla data
di predisposizione della Relazione, si trova nella fase di
valutazione presso gli organi competenti e che, così come disposto
dall'articolo 19, comma 4 del citato d.l. n. 90/2014, acquista
efficacia a seguito dell'approvazione con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri, che avrebbe dovuto essere emanato entro
sessanta giorni dalla presentazione del medesimo piano.
Va, anche, ricordata la situazione di grave allarme sociale
determinatasi all'indomani dei casi giudiziari che hanno visto
coinvolti, nei mesi immediatamente precedenti l'adozione del d.l.
90/2014, importanti appalti legati alla realizzazione
dell'Esposizione Universale di Milano (Expo 2015) e del Modulo
sperimentale elettromeccanico (Mose) della laguna di Venezia,
proseguita con le successive inchieste del filone c.d. "Mafia
Capitale".
La Relazione consta di 342 pagine suddiviso nelle seguenti 3 parti
e 13 capitoli:
- PARTE I - Il contesto normativo e istituzionale della nuova
ANAC
- Cap. 1 - La nuova Autorità Nazionale Anticorruzione
- Cap. 2 - I rapporti istituzionali
- Cap. 3 - Le relazioni internazionali
- PARTE II - I contratti pubblici
- Cap. 4 - Il contesto di riferimento
- Cap. 5 - L'attività di vigilanza
- Cap. 6 - Le misure straordinarie per la gestione dei
contratti pubblici
- Cap. 7 - L'attività consultiva
- Cap. 8 - La risoluzione delle controversie: l'arbitrato
e le attività della Camera arbitrale
- Cap. 9 - La regolazione del mercato
- PARTE III - La prevenzione della corruzione e la
trasparenza
- Cap. 10 - Gli ambiti di intervento dell'ANAC
- Cap. 11 - La prevenzione della corruzione
- Cap. 12 - La trasparenza
- Cap. 13 - I limiti della normativa vigente e qualche
ipotesi di correzione
Nel nuovo assetto dell'Autorità, emerge
il riconoscimento della
figura del Presidente, al quale, anche in ragione
dell'eccezionalità della situazione,
sono stati attribuiti
poteri straordinari di alta sorveglianza e garanzia della
correttezza e della trasparenza Come evidenziato nel capitolo
6, le misure straordinarie sono preordinate a salvaguardare i tempi
di esecuzione delle commesse pubbliche e ad evitare che le indagini
della magistratura su fatti illeciti connessi alla gestione di
appalti possano causare gravi ritardi nella realizzazione delle
opere pubbliche o pregiudicare la prestazione di servizi ed, al
contempo, fino alla conclusione del procedimento penale, le misure
servono a scongiurare che la prosecuzione dell'appalto possa
comportare l'attribuzione di un vantaggio all'autore
dell'illecito.
Sotto il profilo dell'impostazione delle procedure di affidamento,
l'Autorità segnala
il persistere di criticità legate al mancato
rispetto di alcuni principi base stabiliti dalla normativa. Tra
questi si segnalano indici di potenziale ed artificioso
frazionamento degli appalti in relazione a molti dei casi
esaminati.
Nella Relazione, l'Autorità rileva, anche, come
la modalità di
selezione del contraente rientri nella discrezionalità tecnica
della stazione appaltante, che ben potrebbe, anche per importi
di minore entità, utilizzare procedure aperte o ristrette al fine
di ottenere un maggior grado di concorrenza e possibili risparmi
economici poiché proprio sulle procedure negoziate e, in generale,
sull'utilizzo di procedure derogatorie, è stata richiamata più
volte l'attenzione circa la necessità, anche in fase di recepimento
delle direttive sugli appalti, di limitarne quanto più possibile il
ricorso al fine di favorire procedure aperte, trasparenti e
funzionali all'attuazione del più ampio confronto competitivo tra
gli operatori economici.
Riferendosi, poi, all'affidamento delle attività di gestione del
Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, rispetto al
quale con parere di precontenzioso n. 15 del 25 febbraio 2015,
l'Autorità ha precisato che
lo sviluppo di una sana concorrenza
è proprio uno degli aspetti su cui occorre prestare particolare
attenzione con la necessità di definire requisiti di accesso
proporzionati e ragionevoli e richiamando le stesse a un'adeguata
suddivisione in lotti funzionali per favorire la partecipazione
delle piccole e medie imprese.
Sotto il profilo dell'esecuzione, soprattutto nel settore della
costruzione di infrastrutture viarie l'Autorità ha rilevato un
quadro critico nel quale
la fase realizzativa continua ad essere
caratterizzata da forti ritardi e contenziosi, dall'apposizione
di varianti e riserve, dovute anche a carenze nei processi "a
monte" come, ad esempio, nella progettazione e nella valutazione
dell'idoneità tecnico-economica delle aree interessate dai
lavori.
Nella Relazione viene precisato che Il recepimento delle direttive
europee sugli appalti, per il quale l'Autorità sta fornendo il
proprio contributo sia attraverso una propria commissione di
studio, sia mediante la partecipazione ad un tavolo tecnico presso
il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, è un'occasione
che non va assolutamente perduta e l'Autorità ha più volte
richiamato l'attenzione sulla necessità di
adottare meccanismi
di qualificazione e di professionalizzazione delle stazioni
appaltanti, che attribuiscano la gestione di procedure di
affidamento in ragione delle reali capacità tecniche,
amministrative e gestionali del buyer pubblico. Parallelamente,
appare ormai inevitabile che nel sistema di affidamento dei
contratti pubblici siano inseriti dei meccanismi che premino la
reputazione delle imprese e valorizzino gli operatori che si siano
dimostrati affidabili contraenti sotto il profilo, ad esempio, del
rispetto dei tempi, dei costi e della collaborazione con l'ente
committente.
Va nella giusta direzione il "rating di legalità" attribuito
dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) alle
imprese più virtuose sotto il profilo del rispetto di alcuni
criteri - per l'appunto - di legalità, e nell'ambito del quale
l'ANAC fornisce il proprio contributo in relazione alla rilevazione
di eventuali procedimenti sanzionatori, di commissariamenti ex art.
32 del d.l. 90/2104.
Nella Relazione viene, anche, precisato che dovranno essere
valutate le
forme più opportune per semplificare i processi di
acquisizione dei dati presso la Banca dati nazionale dei
contratti pubblici, talvolta incompleti anche a causa delle
carenze rilevate nelle comunicazioni effettuate dai responsabili
del procedimento e dagli Osservatori regionali per il tramite dei
diversi sistemi di trasmissione; nonché per rilanciare il programma
di semplificazione delle attività di verifica on line dei requisiti
di partecipazione alle gare, cui l'Autorità ha risposto
implementando
il sistema AVCPASS che però, vuoi per le
complessità del sistema stesso, vuoi per la rigidità delle
condizioni a contorno,
non ha restituito, finora, risultati
soddisfacenti.
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