Architetti: la Bellezza è linfa per legalità e integrità morale

12/10/2015

“Educare alla bellezza rappresenta una missione etica che risponde alla domanda di qualità e di benessere che viene dai nostri concittadini - elementi oggi più che mai decisivi - per poter tornare a parlare di sviluppo. Serve investire nella creatività e nella cultura non solo perché qualità e conoscenza sono elementi che caratterizzano il nostro Paese e la nostra storia, ma soprattutto perché possono - e devono - rappresentare il nostro futuro”.

Sono queste le parole del presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori Leopoldo Freyrie, durante l’iniziativa “Riconoscere la bellezza” organizzata a Udine dalla senatrice Serena Pellegrino.

Che bellezza e creatività possano rappresentare un volano per lo sviluppo italiano è certamente vero ed è chi meglio della categoria degli Architetti può sottolinearlo? Ma negli ultimi anni sempre più architetti preferirebbero meno belle chiacchiere e più interventi concreti a supporto della professione. All’indomani dell’aggiornamento del Codice deontologico degli Architetti (leggi articolo) non sono mancate le critiche dei professionisti che hanno contestato soprattutto l’inserimento all’interno dell’art. 21 del comma 3 che prevede ”Il Professionista deve provvedere agli adempimenti previdenziali e fiscali a suo carico, ai sensi della L. 14.9.2011 n. 148”, soprattutto in un periodo dove pagare la cassa di previdenza e far fronte all’enorme pressione fiscale sono diventati un problema per la grande maggioranza dei tecnici.

“Come architetti - ha affermato Freyrie - ci prodighiamo per la tutela e la valorizzazione delle bellezze dei paesaggi e dei territori, per la rigenerazione delle nostre città e per renderle ancora più vivibili come luoghi di coesione sociale, per risolvere i problemi della condizione del patrimonio edilizio italiano; per innovare i modelli e tecniche dell’abitare e per promuovere la sostenibilità ecologica ed economica”.

“Dire basta al degrado ambientale - continua il leader del CNAPPC - significa dire basta alle sue implicazioni sociali, così come è rappresentato emblematicamente dalle condizioni delle nostre periferie: qualità e bellezza possono dare linfa nuova a quei valori di legalità ed integrità morale che proprio quel degrado affossa”.

“La nostra quotidiana battaglia affinché si torni ad investire sulla qualità del progetto non è una rivendicazione corporativa, ma rappresenta una necessità imprescindibile per chi ha l’ambizione di pensare al futuro del nostro Paese. Promuovere la qualità dell'architettura significa fare sì che la bellezza della città e dei paesaggi non sia un costo economico, bensì un fine sociale e culturale da perseguire con tenacia. Iniziative come questa della senatrice Pellegrino - conclude Leopoldo Freyrie - rappresentano per noi architetti uno forte stimolo ad impegnarci sempre di più affinché la nostra professione sia ancora più capace di interpretare in modo etico ed estetico i bisogni dei cittadini”.

A cura di Ing. Gianluca Oreto
     


© Riproduzione riservata