Lo sanno tutti: l’acqua è un bene comune che appartiene a tutti gli
abitanti della Terra.
Purtroppo, però, è un bene prezioso del quale si fa un enorme
spreco.
Già nello scorso gennaio 2005 avevamo appreso tramite l’Ansa che
l’acqua potabile in Italia era sufficiente solo per 2/3 della
popolazione. L'emergenza era proiettata, soprattutto, per le
regioni del sud Italia, in particolar modo Calabria, Sardegna,
Sicilia, Puglia e Basilicata.
La scorsa settimana avevamo messo in luce il caso della diga Ancipa
e dello spreco di acqua che deriva da questa situazione.
Oggi, invece, restando sempre all’interno del tema, vogliamo
analizzare il problema ancora più in alto: l’analisi d’acqua nei
prossimi anni a causa dell’innalzamento della temperatura.
E’ come se la natura volesse, in qualche modo, farci capire che gli
sprechi danneggiano tutti, compresi coloro i quali che ne sono i
principali attori.
Le ricadute di questa crisi saranno sicuramente nel settore
dell’energia, del turismo e dell’agricoltura ed in ultimo, ma non
per ultimo, anche la salute dei cittadini ne verrà intaccata.
Dal 1990 ad oggi la crescita delle emissioni di gas serra in Italia
si è attestata al 12,1%, sono 50 i milioni di tonnellate di
anidride carbonica che l’Italia, attraverso misure dirette in tutti
i settori, dovrà tagliare nel prossimo quinquennio: solo nel 2004
sono state emesse 583 milioni di tonnellate.
Marco Bandini dell’Università di Firenze, parlando del rapporto
della commissione intergovernativa sul cambiamento climatico,
afferma che gli effetti più devastanti dell’innalzamento della
temperatura saranno proprio sul Sud dell’Europa e, quindi, in
Italia.
Il protocollo di Kyoto mira a contenere il riscaldamento per i
prossimi 30 anni entro i 2 gradi anche se i più pessimisti stimano
lo stesso in 5 gradi.
Vedremo sicuramente stagioni invernali e primaverili più floride
nel nord Europa (e questo aumenterà la produzione agricola già in
ascesa) mentre in Italia sarà una sofferenza.
Con l’aumento delle temperature, infatti, diminuiscono
complessivamente le pioggie e, quindi, diminuisce l’acqua: per
l’agricoltura sarà un duro colpo, ma non è da sottovalutare anche
il settore dell’energia in quanto 1/5 della stessa, in Italia,
proviene proprio da centrali idroelettriche.
I prossimi 60 anni potrebbero vedere la diminuzione dei ghiacciai
alpini fino al 70% con la conseguenza che la potenza delle centrali
idroelettriche sarà ridotta a quasi la metà.
Il turismo, invece, subirà un cambio di tendenza: aumenterà la
stagione delle spiagge diminuendo, progressivamente quella delle
piste da sci.
Già nel socro si questo passato inverno abbiamo potuto notare come
per cercare di avviare il turismo invernale in molti paesi del nord
Italia si è dovuto ricorrere a nevi artificiali: cosa succederà nei
prossimi anni?
Antonello Pasini, ricercatore del Cnr afferma: “Per quanto riguarda
il mare, il Mediterraneo se la caverà un po’ meglio degli Oceani,
che vanno incontro ad una forte acidificazione, ma la riduzione
della portata dei fiumi e l’abbassamento della pianura padana
rischia di favorire l’infiltrazione del mare in ecosistemi molto
delicati come il delta del Po.
Estati più calde significano un maggiore inquinamento fotochimica,
con alte concentrazioni di ozono nell’atmosfera che aumentano i
problemi respiratori, soprattutto tra gli anziani ed i
bambini”.
A tutti, quindi, si chiede collaborazione: evitando gli sprechi di
acqua si avrà un immediato risparmio economico e,
contemporaneamente si cercherà di dare il proprio contributo a
questa causa che è comune ad ognuno di noi.
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