Il Codice unico degli appalti pubblici che recepisce
nell'ordinamento italiano le direttive comunitarie 2004/17 e
2004/18 ha l'obiettivo di riordinare la disciplina regolante i
contratti di lavori, servizi e forniture. Il testo approvato nella
seduta del Consiglio dei Ministri del 13 gennaio 2006 è uno
strumento prezioso perché semplifica il compito degli operatori del
settore degli appalti pubblici coordinando una disciplina
fortemente frammentata e di difficile ricognizione.
Il testo normativo coordina le disposizioni relative ai settori
ordinari disciplinati dalla direttiva 2004/18/ce e ai settori
speciali disciplinati dalla direttiva 2004/17, integrando e
modificando una serie di disposizioni normative regolate dalla
legge quadro sui lavori pubblici.
Il testo normativo è composto da 257 articoli e XXII allegati con
relazione illustrativa sul testo così articolata:
1. il quadro comunitario;
2. il diritto nazionale vigente alla vigilia del recepimento delle
nuove direttive;
3. la legge delega e i criteri di recepimento per i contratti sopra
soglia;
4. possibili criteri di semplificazione degli appalti sotto
soglia;
5. fonti primarie, regolamenti, capitolati;
6. profili organizzativi;
7. contenzioso;
8. inserimento del codice nel sistema normativo;
9. suddivisione dell’articolato.
Il provvedimento normativo rinnova alcune procedure quale l'appalto
integrato, e ne introduce di nuovi quali gli accordi quadro, il
dialogo competitivo, le aste elettroniche, consentendo alle
amministrazioni di scegliere tra il criterio di aggiudicazione del
prezzo più basso e il criterio dell'offerta economicamente più
vantaggiosa. Il testo cambia anche le soglie di aggiudicazione
degli appalti, ma per la versione definitiva è necessario l'esame
della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle
Commissioni parlamentari, per i relativi pareri.
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