Tutti gli Architetti italiani iscritti regolarmente all'Ordine
professionale potranno concorrere alle prossime elezioni per il
rinnovo del
Consiglio Nazionale degli Architetti PPC per il
quinquennio 2016-2021, fissate per l'11 febbraio 2016.
A darne comunicazione è stato il
Ministero di Giustizia con
la nota del direttore generale
Marco Mancinetti del 16
dicembre 2015 che oltre a fissare la data delle prossime votazioni,
ha anche stabilito che le comunicazioni per le candidature al
Consiglio Nazionale dovranno arrivare entro il 21 gennaio 2016. 48
ore dopo questa data, sarà compito del CNAPPC pubblicare sul
proprio sito internet le candidature arrivate. Il Ministero ha,
anche, richiesto al CNAPPC di inviare entro l'11 gennaio 2016 il
numero esatto degli iscritti a ciascun ordine in modo da consentire
di predisporre in tempo le schede elettorali.
La domanda di candidatura dovrà contenere le seguenti informazioni:
- il cognome e il nome;
- il luogo, giorno, il mese e l'anno di nascita;
- la residenza e l'indirizzo;
- il giorno, il mese e l'anno di iscrizione all'Albo (nel caso di
trasferimento da altro Ordine, quella di prima iscrizione);
- l'Ordine territoriale in cui si è iscritti e il numero di
matricola.
Pena la decadenza, la domanda di candidatura potrà essere
presentata entro le ore 18.00 del 21 gennaio 2016 alla segreteria
del Consiglio Nazionale (sito in Via di Santa Maria dell'Anima 16 -
Roma) e dovrà essere sottoscritta in presenza della Responsabile
della Struttura, Sig.ra Tamara Dante, o del dipendente all'uopo
delegato, oppure dovrà pervenire nelle forme di legge (domanda in
originale debitamente sottoscritta con allegata fotocopia non
autenticata di un documento di identità in corso di validità
anch'essa sottoscritta, trasmessa o per raccomandata AR, o tramite
posta elettronica certificata all'indirizzo
direzione.cnappc@archiworldpec.it,
o tramite terzi e, in quest'ultima ipotesi, sarà rilasciata a cura
della segreteria regolare ricevuta).
Le prossime elezioni porteranno ad un sostanziale rinnovamento
della governance. Dell'attuale Consiglio, infatti, dei 15
consiglieri, ben 7 non potranno più ricandidarsi perché l'attuale
normativa in tema di elezioni all'interno degli Ordini e Consigli
Nazionali non consente la rielezione per 3 mandati consecutivi. Per
tale motivo, non potranno candidarsi: il Presidente
Leopoldo
Freyrie, il tesoriere
Pasquale Felicetti, l'ex
Presidente
Massimo Gallione ed i consiglieri
Simone
Cola,
Matteo Capuani,
Paolo Pisciotta e
Domenico Podestà.
Nelle prossime settimane un resoconto dettagliato dell'operato
dell'attuale consiglio e una analisi del bilancio dei 5 anni
trascorsi.
Da segnalare la lettera inviata dall'attuale Presidente
Leopoldo
Freyrie al Ministro della Giustizia
Andrea Orlando in
riferimento alle proposte avanzate sulla modifica del sistema
elettorale degli Ordini professionali.
"Le riforme proposte in merito alle nuove regole elettorali
rendano ancora più moderni gli Ordini professionali, ma non ne
affossino il fondamento democratico. Nonostante necessitino di una
riforma a cui il Governo Monti ha solo in parte messo mano per
adeguarli alla mutata realtà -
si legge nel testo della
lettera inviata da Freyrie al Ministro Orlando -
gli Ordini
hanno una caratteristica unica e fondamentale: sono uno dei pochi
organismi di rappresentanza eletti a suffragio universale, una
testa un voto, dove tutti gli iscritti sono candidabili. A parte
il Parlamento, le Regioni, i Comuni nessun altro organismo pubblico
ha questo livello di democrazia. Tant'è che tale modello venne
ribadito nel 1944 dal Governo provvisorio di Ferruccio
Parri".
"Il nuovo DPR - continua il Presidente Freyrie -
pare
preveda che, nonostante il sistema elettorale sia un proporzionale
puro - chi prende più voti è eletto - senza voto di lista e con le
cariche elette dal Consiglio, si sia introdotta una sorta di
garanzia delle minoranze, da sistema maggioritario, tale che se un
gruppo prende anche solo l'1 % avrà il 49% dei consiglieri.
Paradossalmente se tutti votassero gli stessi o un numero minore di
eleggibili, il Consiglio non avrebbe il numero legale. Si
introdurrebbe anche un limite di mandato a 2 turni non solo per le
cariche, ma per tutti i consiglieri, con una limitazione che non
esiste né in Parlamento, né nei Consigli Regionali o Comunali.
Tutto ciò assomiglia molto a una sospensione dei diritti
democratici".
"E' evidente che un tale schema -
continua Freyrie
-
al di là di aver confuso modelli elettorali differenti in un
vero pasticcio che non ha esempi in alcun sistema occidentale, crea
condizioni inaccettabili: la limitazione dei diritti degli iscritti
di eleggere chi più li aggrada; la predisposizione di un contesto
politicizzato tra maggioranza e opposizione, con un solo voto di
differenza a orientare le decisioni; un tentativo artificioso di
garantire il ricambio nei Consigli, che già avviene con una
frequenza di un terzo o più degli eletti, ad ogni
elezione".
Nella lettera al Ministro Orlando, il Presidente Freyrie ha
sottolineato come
gli Ordini provinciali degli architetti
pianificatori paesaggisti e conservatori non gravano sul bilancio
dello Stato, anzi forniscono quotidianamente servizi gratuiti alla
Pubblica Amministrazione come la formazione professionale ai
dipendenti pubblici (che la PA non riesce a fare), il volontariato
tecnico alla Protezione Civile, le consulenze ai Comuni sui bandi e
gare, la valutazione dei diplomi esteri in sussidiarietà al MIUR,
ecc. Sarebbe sbagliato, stupido e farebbe danno all'intera comunità
nazionale il tentativo, spero non vero, di bloccarne l'attività
creando condizioni politiche da "lottizzazione", eliminando tout
court una classe dirigente volontaria, gratuita e appassionata del
servizio che dà alla comunità, l'umiliazione dei principi
democratici in una istituzione che ha quasi cent'anni e non è stata
toccata dagli scandali che invece hanno spesso colpito altre corpi
fondamentali dello Stato. Così come l'idea, anche questa spero
infondata, di affrettare l'ottenimento della delega dal Parlamento
sul progetto di accorpamento degli Ordini provinciali senza una
seria discussione non solo con il sistema ordinistico ma con il
Parlamento medesimo".
La lettera del Presidente Freyrie si conclude con l'auspicio che si
proceda
"su una strada condivisa nella quale si voglia davvero
completare la riforma con proposte, come le molte fatte da noi, che
aiutino i professionisti italiani ad essere parte del sistema
economico, facendo tesoro del patrimonio di democrazia e autonomia
intellettuale e tecnica che ha tanto contribuito alla crescita
dell'Italia".
A cura di
Redazione LavoriPubblici.it
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