IL CAOS DELLE LEGGI SUI LAVORI PUBBLICI IN ITALIA

03/05/2007

A sei anni dalla revisione del Titolo V della Costituzione (federalismo) e a uno dal Codice unico dei contratti di lavori, servizi e fornitura il panorama sulla normativa sugli appalti pubblici è assolutamente variegato.
Il motivo potrebbe essere legato allo scontro, attualmente in atto tra lo Stato e le Regioni, sul problema delle competenze che è diventato, ormai, un problema di tipo trasversale e sarà la Corte costituzionale a mettere la parola fine al braccio di ferro in atto esistente.
Ricordiamo che la Conferenza delle Regioni con la bocciatura del secondo decreto correttivo al Codice dei contratti aveva fatto intendere che tutto si sarebbe potuto con la revisione delle competenze, e, quindi, con la revisione dell’articolo 4 del Codice stesso che disciplina le “Competenze legislative di Stato, regioni e province autonome”.
Le Regioni, infatti, chiedono che il problema sia esaminato e risolto senza attendere il verdetto della Corte costituzionale, il cui intervento è stato richiesto dalle stesse autonomie che impugnarono il D.Lgs. n. 163/2007 all’indomani della sua approvazione e che è atteso per il 23 ottobre 2007; ma la proposta non aveva trovato d’accordo il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
Ecco perché, in queste condizioni, le regioni che potrebbero, utilizzando la riforma federalista, procedere a predisporre una propria legge sugli appalti o a modificare quelle in atto esistenti, in atto sono in attesa di conoscere il verdetto della Corte costituzionale per evitare di promulgare provvedimenti che potrebbero essere superati dopo il verdetto della Corte stessa.

Ma esaminiamo la situazione attuale nelle varie Regioni.
Regioni che hanno proprie normative sugli appalti
A seguito della modifica del Titolo V della Costituzione con cui si è concesso in materia di Lavori Pubblici potere concorrente tra stato e regione solo Sicilia, Puglia, Val D’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano si sono dotate di leggi proprie sui lavori pubblici. La toscana invece è dotata di leggi regionali sono in campo di servizi e forniture.

Regioni che non hanno proprie normative sugli appalti
Le regioni che non hanno ancora provveduto a legiferare e che pertanto si affidano unicamente alle leggi regionali sono: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Umbria e Provincia Autonoma di Trento.

Regioni che hanno in preparazione una normativa sugli appalti
Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna e Veneto hanno varato un DDL che non è stato ancora varato.

Regioni che hanno recepito il Codice appalti
La sola regione in Italia che ha varato una legge che recepisce il Codice Unico degli appalti di lavori, servizi e forniture è la Campania (Legge Regionale n. 3/2007). A causa delle forti similitudini con la Legge nazionale al provvedimento regionale è stato attribuito l’appellativo di testo-fotocopia. Le principali differenze sono: l’obbligo di esclusione automatica delle offerte anomale sotto soglia, il rifiuto dell’avvalimento e l’obbligo di denuncia dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata.



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