Dopo Expo, autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per la valorizzazione dell'area

26/01/2016

Mentre è appena cominciato lo scandalo post Expo che riguarda il mancato pagamento dei progettisti di Palazzo Italia, il Governo ha confermato le iniziative e gli stanziamenti per la valorizzazione dell'area utilizzata per l'Esposizione Universale di Milano.

È stata, infatti, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 23/01/2016, n. 18 la Legge 22 gennaio 2016, n. 9 recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa".

Viene confermato quanto previsto all'art. 5 del D.L. n. 185/2015 che ha previsto iniziative per la valorizzazione dell'area utilizzata per l'Expo. In particolare, sono state autorizzate:

  • la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2015 per le iniziative relative alla partecipazione dello Stato nell'attività di valorizzazione delle aree in uso alla Società Expo S.p.a., anche mediante partecipazione al capitale della società proprietaria delle stesse;
  • un primo contributo dell'importo di 80 milioni di euro per l'anno 2015 per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca, sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate, da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso a EXPO S.p.a. ove necessario previo loro adattamento;
  • un contributo dello Stato dell'importo di 20 milioni di euro per l'anno 2015, per il concorso agli oneri di sicurezza sostenuti dalla Società Expo S.p.a. in ragione della qualifica di sito sensibile per la durata dell'evento.

Si spera che il Governo avrà a cuore anche le parcelle dello studio Nemesi & Partners (Michele Molè e Susanna Tradati) che con Proger e Bms Progetti ha vinto, su 68 studi partecipanti, il concorso per la realizzazione del padiglione italiano all'Expo 2015. Si tratta di circa 6 milioni di euro che stanno creando non poche problematiche allo studio. "Questa situazione ci ha creato enormi problemi - ha raccontato l'arch. Susanna Tradati - abbiamo dovuto pagare di tasca nostra un team di persone dedicato esclusivamente alla realizzazione delle varianti volute da Expo. Ci è stato chiesto uno sforzo immenso, lavorando in urgenza, con tutte le complicazioni che questo comporta. Con la promessa di regolare poi le attività svolte oltre la scadenza del contratto, promessa non mantenuta da Expo". Ma non solo, secondo il capo del progetto, Michele Molè, il lavoro è stato realizzato in una "una situazione di totale illegalità. Sala (il commissario dell'Expo) ci aveva garantito che avrebbe firmato i nostri contratti in tempo, ma così non è stato. E dopo ripetute lettere di sollecito al commissario ci siamo visti costretti a rivolgerci a uno studio legale".

Dall'altra parte, la Società Expo ha controdenunciato i progettisti chiedendo un risarcimento di 99 milioni di euro per "il danno dovuto alla necessità di introdurre azioni correttive, puntuali e dettagliate per rendere l'Opera realizzabile". Progettisti, quindi, non pagati e sotto accusa, la normalità per chi vive questo lavoro.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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