Milano e Bologna unite insieme nel segno del made in Italy: una
svolta per il settore dopo la guerra fredda più che annunciata.
Allo studio una società comune che abbia come compito principale la
promozione e l’integrazione dei due poli fieristici.
La situazione odierna tra i due poli fieristici a confronto:
BOLOGNAFIERE: 260 mila metri quadri di superficie espositiva
complessiva (sia coperta che esterna); fatturato di 120 milioni di
euro per il 2006; 26 eventi e manifestazioni realizzate nel corso
del 2006; 20.211 espositori che hanno aderito alle diverse
manifestazioni.
FIERA MILANO: 470 mila metri quadri di superficie espositiva
complessiva (sia coperta che esterna); fatturato di 335 milioni di
euro per il 2006; 88 eventi e manifestazioni realizzate nel corso
del 2005-2006; 32.405 espositori che hanno aderito alle diverse
manifestazioni.
Secondo
Claudio Artusi, amministratore delegato di Fiera
Milano,
“è giunto il momento di uscire da questa
competizione sfrenata a somma zero per il sistema fieristico ed
avviare una strategia di collaborazione. E’ normale che l’impulso
parta da Milano, fiera leader in Italia ed in Europa, e che susciti
l’interesse di Bologna, il secondo centro espositivo nazionale. Ma
l’offerta di Milano è aperta a tutte le fiere, da Rimini a Verona,
a Cremona, perché è in gioco la competitività stessa delle imprese
italiane sui mercati internazionali.
Per quanto riguarda la casa comune che vorremmo costruire con il
sistema fieristico vi sono due ambiti di collaborazione.
Innanzitutto dobbiamo fare in modo che si moltiplichino progetti ed
investimenti per rendere più internazionali le manifestazioni che
si svolgono in Italia, a partire da quelle ospitate da Milano e
Bologna e quindi dobbiamo fare uno sforzo comune per attirare più
operatori dall’estero. Dobbiamo rendere più grandi e
rappresentative le mostre che organizziamo all’estero, in modo che
costituiscano una via d’accesso diretta per le imprese italiane
interessate a radicarsi su quei mercati.
Il secondo ambito di collaborazione riguarda l’Italia. Penso che si
debbano individuare una serie di mostre ed eventi per valorizzarli
e promuoverli al massimo livello. Queste mostre hanno, per storia e
tradizione, un rapporto consolidato con il territorio di
riferimento e dunque sarebbe dannoso trasferirle altrove. Ma le due
fiere possono mettere in campo le rispettive forze per far
convergere visitatori ed espositori sui rispettivi eventi.
Ciò che a noi interessa, in questa fase, è di far comprendere che
le fiere devono rispondere ai bisogni delle imprese. In uno
scenario nuovo, dove si ragiona su mercati sempre più vasti, sono
necessarie risposte nuove. L’alleanza Milano-Bologna, allargata ad
altri quartieri, se andrà in porto, è un segnale forte che ci
auguriamo possa avere numerosi sostenitori, a incominciare dalle
istituzioni. Ed è comunque una grande opportunità che i presidenti
di Confindustria e Confcommercio, Luca Corsero di Montezemolo e
Carlo Sangalli, siano in questa fase rispettivamente presidente di
Fiera Bologna e vicepresidente di Fiera Milano”.
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