Attività parlamentare ed imprevisti impegni del governo provocano
ulteriori slittamenti nella tempistica dell’iter di legge della
riforma delle professioni: tutto questo anche alla luce della non
volontà del governo all’attivazione di una concertazione pubblica
con i professionisti.
Vittima dei ritardi è anche Confprofessioni che, diversamente dal
Cup e dalla sua proposta di legge di iniziativa popolare, ha deciso
di produrre un contributo partendo dai testi del governo e del
parlamento, al fine di determinare una proposta di emendamento.
La rilettura e la revisione del testo Mastella ha prodotto una
proposta finale che si fonda su tre step concreti:
Primo step. Conoscenza al centro dell’economia Ue;
terziarizzazione dell’economia; professioni con il ruolo di
trasmissione del sapere;
Secondo step. Glossario per una lettura univoca; tipicità e
peculiarità delle professioni; pratica professionale; tariffa
professionale come utilità orientativa.
Terzo step. Mansioni, compiti e responsabilità; formazione
deontologica; qualità; lealtà.
Dopo l’annullamento della seduta del 10 maggio, proseguono le
audizioni.
Gli architetti sono stati sentiti attraverso il vicepresidente del
Consiglio Nazionale Massimo Gallione che, dopo aver ricordato i
dati sui progettisti italiani, ha evidenziato come in Francia la
capacità di mercato sia quasi per 10 volte rispetto all’Italia.
Ha ricordato, inoltre, che l’Italia presta veramente poca
attenzione al concorso di progettazione, non favorendo, così, i
giovani professionisti che vogliono accedere al mondo
lavorativo.
Relativamente alle tariffe, poi, ha messo in evidenza come in
Inghilterra o in Irlanda, dove il rapporto è 8 volte superiore a
quello dell’Italia, i minimi non esistono ed i compensi sono molto
più alti che nel nostro paese.
Assoprofessioni, invece, attraverso il presidente Giorgio Berloffa,
ha ribadito il parere favorevole alla riforma Mastella, auspicando
l’inserimento di alcuni punti tra i quali la distinzione temporale
tra riforma e regolamentazione e l’attestato di competenza.
Lo scorso 10 maggio, poi, la conferenza Stato-Regioni ha espresso
parere favorevole sulla riforma delle professioni, previo
accoglimento di alcuni emendamenti.
Dal documento diffuso si leggono le seguenti osservazioni:
“Il disegno di legge di delega al Governo presentato dal
Ministro della Giustizia coinvolge, in relazione alla complessa
materia delle professioni, preminentemente i seguenti aspetti:
- riordino dell’accesso alle professioni intellettuali;
- riorganizzazione degli ordini, albi e collegi professionali;
- riconoscimento delle associazioni professionali;
- disciplina delle società professionali;
- raccordo con il sistema a carattere statale dell’istruzione
secondaria superiore e universitaria; con il sistema regionale
dell'istruzione e formazione professionale e con l'alta
formazione.
In linea generale la legge presenta la necessità che sia
maggiormente valorizzato il ruolo delle Regioni, in relazione alla
loro competenza costituzionalmente prevista.
...
Un' importante precisazione concettuale deriva dal fatto che la
legge stessa distingue fortemente le professioni intellettuali
d'interesse generale, nelle quali la competenza dello Stato risulta
maggiormente estesa e quelle che non rivestono questo carattere,
per le quali certamente è rilevante la competenza legislativa
regionale. Sarebbe importante dare maggiore risalto a tale
distinzione.
Il procedimento per l’emanazione dei decreti legislativi attuativi
prevede che sui relativi schemi sia sentita la Conferenza
Stato-Regioni e questa è una garanzia importante, ma insufficiente,
in quanto in una materia in cui è forte la competenza regionale
sarebbe costituzionalmente corretta la previsione di una intesa, ai
sensi dell’articolo 3 del d. lgs. n. 281 del 1997.
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