L’ITER DI LEGGE TRA ALTI E BASSI

16/05/2007

Attività parlamentare ed imprevisti impegni del governo provocano ulteriori slittamenti nella tempistica dell’iter di legge della riforma delle professioni: tutto questo anche alla luce della non volontà del governo all’attivazione di una concertazione pubblica con i professionisti.
Vittima dei ritardi è anche Confprofessioni che, diversamente dal Cup e dalla sua proposta di legge di iniziativa popolare, ha deciso di produrre un contributo partendo dai testi del governo e del parlamento, al fine di determinare una proposta di emendamento.

La rilettura e la revisione del testo Mastella ha prodotto una proposta finale che si fonda su tre step concreti:
Primo step. Conoscenza al centro dell’economia Ue; terziarizzazione dell’economia; professioni con il ruolo di trasmissione del sapere;
Secondo step. Glossario per una lettura univoca; tipicità e peculiarità delle professioni; pratica professionale; tariffa professionale come utilità orientativa.
Terzo step. Mansioni, compiti e responsabilità; formazione deontologica; qualità; lealtà.

Dopo l’annullamento della seduta del 10 maggio, proseguono le audizioni.
Gli architetti sono stati sentiti attraverso il vicepresidente del Consiglio Nazionale Massimo Gallione che, dopo aver ricordato i dati sui progettisti italiani, ha evidenziato come in Francia la capacità di mercato sia quasi per 10 volte rispetto all’Italia.
Ha ricordato, inoltre, che l’Italia presta veramente poca attenzione al concorso di progettazione, non favorendo, così, i giovani professionisti che vogliono accedere al mondo lavorativo.
Relativamente alle tariffe, poi, ha messo in evidenza come in Inghilterra o in Irlanda, dove il rapporto è 8 volte superiore a quello dell’Italia, i minimi non esistono ed i compensi sono molto più alti che nel nostro paese.

Assoprofessioni, invece, attraverso il presidente Giorgio Berloffa, ha ribadito il parere favorevole alla riforma Mastella, auspicando l’inserimento di alcuni punti tra i quali la distinzione temporale tra riforma e regolamentazione e l’attestato di competenza.

Lo scorso 10 maggio, poi, la conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole sulla riforma delle professioni, previo accoglimento di alcuni emendamenti.
Dal documento diffuso si leggono le seguenti osservazioni:
“Il disegno di legge di delega al Governo presentato dal Ministro della Giustizia coinvolge, in relazione alla complessa materia delle professioni, preminentemente i seguenti aspetti:
- riordino dell’accesso alle professioni intellettuali;
- riorganizzazione degli ordini, albi e collegi professionali;
- riconoscimento delle associazioni professionali;
- disciplina delle società professionali;
- raccordo con il sistema a carattere statale dell’istruzione secondaria superiore e universitaria; con il sistema regionale dell'istruzione e formazione professionale e con l'alta formazione.
In linea generale la legge presenta la necessità che sia maggiormente valorizzato il ruolo delle Regioni, in relazione alla loro competenza costituzionalmente prevista.
...
Un' importante precisazione concettuale deriva dal fatto che la legge stessa distingue fortemente le professioni intellettuali d'interesse generale, nelle quali la competenza dello Stato risulta maggiormente estesa e quelle che non rivestono questo carattere, per le quali certamente è rilevante la competenza legislativa regionale. Sarebbe importante dare maggiore risalto a tale distinzione.
Il procedimento per l’emanazione dei decreti legislativi attuativi prevede che sui relativi schemi sia sentita la Conferenza Stato-Regioni e questa è una garanzia importante, ma insufficiente, in quanto in una materia in cui è forte la competenza regionale sarebbe costituzionalmente corretta la previsione di una intesa, ai sensi dell’articolo 3 del d. lgs. n. 281 del 1997.

A cura di Paola Bivona


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