Procedure di somma urgenza: l'ANAC denuncia il Comune di Palermo

16/06/2016

In circostanze di somma urgenza che non consentono alcun indugio, è possibile disporre l'immediata esecuzione dei lavori entro il limite di 200.000 euro o comunque di quanto indispensabile per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica incolumità.

Lo prevedeva l'art. 176 (oggi abrogato dal D.Lgs.n. 50/2016) del D.P.R. n. 207/2010 in riferimento ai provvedimenti in casi di somma urgenza che ammettono l'affidamento dei lavori in forma diretta in deroga alle normali procedure previste dalla normativa. Può, però, capitare che un'amministrazione pubblica possa utilizzare questa procedura anche per la rimozione di situazioni di pericolo causate da situazioni di degrado e di incuria risalenti nel tempo e abbondantemente note all'amministrazione che più opportunamente avrebbe dovuto ricorrere a interventi programmati di recupero edilizio.

È il caso del Comune di Palermo e dell'affidamento dei seguenti 5 interventi di somma urgenza (tre edifici scolastici e due immobili di proprietà comunale, importi variabili tra 173.568,28 € e 615.000,00 €):

  1. Lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza dell'I.C.S. Maredolce plesso Oberdan via Spica
  2. Lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza della scuola comunale Benedetto D'Acquisto
  3. Lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza dell'I.C. Mantegna -Bonanno
  4. Lavori di somma urgenza dell'edificio di proprietà comunale di via Sedie Volanti
  5. Lavori di somma urgenza dell'edificio di proprietà comunale di via Terre delle Mosche nn. 11-13-15-17.

Interpellata dalla Presidente del Consiglio Comunale, l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emesso la Delibera 31 maggio 2016, n. 612 recante "Affidamento n. 5 lavori di somma urgenza ex art. 176 del dpr 207/2010. Stazione Appaltante: Comune di Palermo" con la quale ha verificato l'esistenza di diversi profili di criticità in ognuno dei lavori e relativi principalmente al fatto che nessuno di essi è stato disposto in conseguenza di un ben specifico e individuabile evento imprevedibile bensì risulta riconducibile a situazioni di incuria, degrado e ammaloramento molto risalenti nel tempo.

Relativamente ai tre interventi di edilizia scolastica il dirigente competente ha informato che l'80% del patrimonio edilizio scolastico del comune di Palermo versa da tempo in gravi condizioni, evidenziate sia dall'Azienda Sanitaria Provinciale sia dai Vigili del Fuoco, tanto che in alcuni casi (tra cui i tre in oggetto) al fine di evitare l'interdizione totale dei plessi scolastici era stato necessario adottare misure di riduzione delle presenze contemporanee. In riferimento agli altri due lavori, questi si inseriscono nel generale quadro di degrado dell'intero centro storico di Palermo e di alcuni quartieri in particolare.

L'ANAC ha rilevato che, ferma la necessità di intervenire prontamente in situazioni di grave pericolo per la pubblica incolumità, le 5 situazioni avrebbero dovuto essere affrontate mediante interventi programmati più che con interventi localizzati e disposti al momento.

L'Anticorruzione ha, inoltre, rilevato la disapplicazione della tempistica prevista al comma 4 dell'art. 176 del DPR n. 207/2010 per il quale "Il responsabile del procedimento o il tecnico compila entro dieci giorni dall'ordine di esecuzione dei lavori una perizia giustificativa degli stessi e la trasmette, unitamente al verbale di somma urgenza, alla stazione appaltante che provvede alla copertura della spesa e alla approvazione dei lavori".

Entrando nel dettaglio, per i primi 3 interventi, oltre alle lavorazioni necessarie per rimuovere le condizioni di pericolo (ad es. riparazione delle coperture per eliminare le infiltrazioni nei locali sottostanti), sono state effettuate anche lavorazioni riferibili a manutenzioni ordinaria (ad es. installazione e/o adeguamento dell'impianto elettrico e antincendio).

Per il secondo gruppo di interventi (quelli sugli immobili di proprietà comunale), di importo particolarmente rilevante, l'ANAC ha rilevato una carenza nella documentazione tecnica, amministrativa e contabile. In entrambi i casi il verbale di somma urgenza riporta solo i motivi dello stato di urgenza con la descrizione delle situazioni di degrado; non vi è traccia né delle cause che lo hanno procurato (presumibilmente da ascrivere non a eventi imprevedibili ma a uno stato di degrado risalente nel tempo) né, soprattutto, dei lavori necessari per rimuoverlo.

Per i suddetti motivi, l'Anticorruzione ha deliberato che:

  • gli interventi in somma urgenza non sono stati disposti a seguito di un evento imprevedibile ma per rimuovere situazioni di pericolo causate da situazioni di degrado e di incuria molto risalenti nel tempo e abbondantemente note all'amministrazione  che  più  opportunamente  avrebbe dovuto ricorrere a interventi programmati di recupero edilizio;
  • le procedure poste in essere non appaiono conformi alle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 176 del dpr n. 207/2010 laddove stabilisce che entro dieci giorni dall'ordine di esecuzione dei lavori il RUP o il tecnico compila una Perizia giustificativa dei lavori e la trasmette alla S.A. unitamente al Verbale di somma urgenza;
  • le medesime procedure non risultano inoltre conformi alle disposizioni di cui  al  comma  3 dell'art. 176 del dpr n. 207/2010 laddove stabilisce che il prezzo delle prestazioni è stabilito consensualmente  con l'affidatario;
  • nel caso degli interventi relativi ai tre plessi scolastici insieme alle lavorazioni strettamente necessarie per rimuovere le condizioni di pericolo si rileva anche la presenza di lavorazioni di varia natura, sicuramente necessarie al mantenimento degli standard qualitativi degli immobili, ma comunque tali da poter essere programmate per tempo e affidate con  gara  e  pertanto estranee alla logica dell'intervento in somma urgenza;
  • nel caso degli interventi relativi ai due immobili di proprietà comunale si rileva una carenza nella documentazione tecnica, amministrativa e contabile - non conforme alle disposizioni di cui agli artt. 181 e ss. dcl dpr n. 207 / 2010 - che non rende intelligibile la natura dell'intervento posto in atto in termini di quantità, tipologia e ubicazione delle lavorazioni eseguite;

e disposto l'invio della deliberazione alla Procura della Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo per i profili di competenza.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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