Dissesto idrogeologico: Confusione tra indirizzi, schede tematiche ed altro

03/10/2016

E’ stato, recentemente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il DPCM 14 luglio 2016 relativo al  “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico” con 100 milioni di euro dei quali 24 milioni di euro nell'anno finanziario 2016, 50 milioni di euro nell'anno finanziario 2017 e 26 milioni di euro nell'anno finanziario 2018.

Forse è la prima volta che con un decreto specifico viene istituito un fondo per la progettazione e la curiosità mi ha spinto, anche guardando le premesse al decreto, a fare una ricerca sulla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche istituita da oltre due anni con DPCM 27/5/2014.

Le funzioni della struttura di Missione sono quelle di garantire il necessario coordinamento degli interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo, di sviluppo delle infrastrutture idriche, in modo da assicurare l’integrazione delle fasi relative alla programmazione e alla realizzazione concreta degli interventi in tali materie attribuite ai diversi livelli di governo, centrale, periferico, territoriale e locale, agli enti pubblici nazionali e territoriali, ad ogni altro soggetto pubblico e privato competente che opera sul territorio nazionale, ed il razionale ed efficace utilizzo delle risorse disponibili.

Tra l’altro la struttura di missione, quando a capo della stessa era Erasmo D’Angelis, portò avanti l’interessante idea dell’individuazione di “Indirizzi per la progettazione di opere per la difesa dal dissesto idrogeologico” con l’avvio di uno specifico gruppo di lavoro coordinato da Gian Vito Graziano a quel tempo Presidente del Consiglio nazionale dei geologi.

Gian Vito Graziano veniva formalmente incaricato dalla Struttura di coordinare la predisposizione di un testo che veniva poi presentato alla fine del 2015. Ma nel frattempo Erasmo D’angelis lasciava la struttura di missione per andare a dirigere il quotidiano "l’Unità" (si trattava, comunque, di un giornalista) e le redini della struttura stessa passavano al Dirigente Mauro Grassi

Il lavoro prodotto da Gian Vito Graziano con i contributi del Ministero dell'Ambiente, del Ministero per le Riforme Istituzionali, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, di ISPRA, della Protezione Civile, dell’ANCE, della Rete delle Professioni Tecniche, dell’ANBI, di CIRF è costituito da 3 parti che mostrano alcune novità che possono essere così condensate: le prime due parti sono indirizzi per le consulenze specialistiche e per i progetti (seppure introducono una check list delle cose da fare, indicano i riferimenti tecnici e scientifici, introducono la necessità dei monitoraggi ante e post operam), ma la vera novità è rappresentata dalla Parte III. In breve il gruppo di progettazione (nessuno escluso):

  • deve rappresentare quali obiettivi si intende raggiungere con il progetto e indicare quelli che non si potranno raggiungere;
  • deve evidenziare in termini descrittivi i rischi residui;
  • deve anche attestare che l'intervento progettato non trasferisce ad altre aree i rischi, per cui la relazione illustrativa deve essere redatta quindi da tutti i componenti;
  • deve prevedere, anche sotto il profilo economico, misure e forme per l'informazione ai cittadini che vivono nell'area interessata (incontri pubblici, convegni).

Un lavoro, certamente, interessante nato per un corretto supporto alla realizzazione di progetti esecutivi non soltanto sulla carta; certamente migliorabile ma, comunque un valido supporto per la progettazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.

Navigando sul sito di Italiasicura ci accorgiamo che le “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico” versione 2.0 di settembre 2016 sono diventate soltanto 12 schede tematiche che non hanno nulla a che vedere con linee guida e che rimandano ai “Contributi alla base di conoscenza” tra i quali ritroviamo, invece, le linee guida predisposte dal gruppo coordinato da Gian Vito Graziano. Ci accorgiamo a questo punto che si è generata un po’ di confusione con "schede tematiche” che vengono definite “linee guida” e con “indirizzi per la progettazione” che sono inseriti come riferimento nelle “schede tematiche”. Razionalmente non sappiamo spiegarcene la ragione ma ragionandoci un po’ rintracciamo come uniche novità il fatto che Erasmo D’Angelis, andando a dirigere l’Unità, è stato sostituito da Mauro Grassi e che Gian Vito Graziano che non è più Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi.

In pratica, successivamente al lavoro preparatorio ed alla predisposizione del documento prodotto dalla Commissione relativo agli “Indirizzi per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”, la struttura di missione diede incarico all’Ing. Giovanni Menduni (ingegnere idraulico), di scremare gli “indirizzi per la progettazione” prodotti dalla Commissione Graziano per farne “schede tematiche”, a nostro avviso, di dubbia utilità che rimandano, in ogni caso, esplicitamente, al documento prodotto dalla stessa Commissione Graziano e ad altri documenti.

Non sarebbe stato più semplice, eventualmente, fare predisporre una ulteriore versione degli “Indirizzi per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” che tenesse conto di eventuali nuovi contributi ed evitare, così, la confusione che, da bravi italiani, stiamo generando?

Oggi troviamo su #Italiasicura nella prima pagina relativa al #dissesto le schede tematiche prodotte dall’Ing. Giovanni Menduni che, come abbiamo già precisato, rinviano ad altri documenti prodotti da altri soggetti e che sono di difficile applicazione a casi reali mentre gli “Indirizzi per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” sembra quasi che siano relegati a livello di altri contributi con la differenza che si tratta non di un contributo ma del lavoro di una commissione nominata, sempre, dalla struttura di missione.

C’è, poi, una frase latina che recita così: “Excusatio non petita, accusatio manifesta” ed a me sembra che tale frase sia utilizzabile per quello che si legge nella prefazione inserita tra i “contributi linee guida”; c’è scritto, infatti “senza nulla togliere al frutto del lavoro di Gian Vito Graziano e degli altri Autori, si è costruito un ulteriore segmento, costituito da 12  “Schede tematiche”. Queste svolgono la funzione di una sorta di “home page” del sistema di conoscenza alla base delle linee guida”. Che vuol dire?

In pratica, dunque, le vere linee guida, adesso, sono relegate tra i contributi mentre le 12 schede tematiche vengono definite, con pomposità “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico”. Tutto ciò mentre dovrebbero partire le progettazioni cui è dedicato un fondo di ben 100 milioni di euro. E’ mai possibile? Ma, ormai, lo sappiamo che in Italia le cose più semplici diventano le più difficili!

A cura di Arch. Paolo Oreto



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