Le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive)
hanno espresso valutazione positiva sulla comunicazione della
Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato
economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni "Una
strategia dell'UE in materia di riscaldamento e
raffreddamento".
In particolare, la presentazione della strategia rappresenta un
fondamentale passo nel processo di attuazione dell'Unione
dell'energia, uno dei progetti più ambiziosi dell'UE nell'ambito
delle politiche per lotta ai cambiamenti climatici. In tal senso,
riscaldamento e raffreddamento sono responsabili di metà del
consumo energetico finale all'interno dell'UE e il 75% dell'energia
primaria utilizzata a tali scopi deriva ancora da combustibili
fossili. Quindi, una gestione più efficiente dei sistemi di
riscaldamento e raffreddamento può assicurare, oltre che un
abbattimento delle emissioni inquinanti, un consistente vantaggio
economico in termini di riduzione dei costi sostenuti dalle imprese
e dalle famiglie e del grado di dipendenza dell'Unione europea dai
fornitori esterni, oltre a costituire una formidabile occasione di
progresso tecnologico per le innovazioni che l'industria europea
potrà conseguire.
Una strategia comune dell'UE si giustifica anche in ragione dei
forti disallineamenti tra i diversi Stati membri per cui, mentre i
Paesi baltici e nordici impiegano prevalentemente energie
rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento e sperimentano
sempre più intensamente il teleriscaldamento e la cogenerazione,
altri Paesi, tra cui l'Italia, continuano ad utilizzare
prevalentemente combustibili più inquinanti ed impianti spesso
obsoleti.
Ma proprio per questo, il nostro Paese ha ampi margini di
riduzione degli sprechi di energia, se si considera che la quantità
di calore prodotta dai processi industriali e dispersa
nell'atmosfera o nell'acqua sarebbe in grado di coprire le
necessità totali di riscaldamento degli edifici residenziali e
terziari dell'UE.
L'utilizzo delle fonti rinnovabili, che coprono il 18%
dell'energia primaria totale destinata al riscaldamento e
raffreddamento, è complessivamente ridotta e presenta un
significativo potenziale di incremento. Il patrimonio immobiliare
europeo, per lo più risalente ad oltre cinquanta anni fa, in larga
parte non è aggiornato dal punto di vista delle tecnologie
utilizzate. Il tasso di ristrutturazione degli edifici esistenti è
-nonostante le iniziative già adottate - inferiore all'1% per cui
si pone l'esigenza di interventi diretti ad accelerare il processo
di adeguamento.
Per questo motivo, le Commissioni riunite hanno espresso una
valutazione positiva con le seguenti osservazioni:
- dar seguito alle intenzioni manifestate dalla Commissione
europea per favorire la ristrutturazione degli edifici esistenti,
puntando, piuttosto che su interventi relativi a singole unità
abitative, ad interventi che interessino interi edifici, sia
pubblici che privati, che potrebbero assicurare risultati assai più
consistenti per le economie di scala. In particolare, appare
necessario prevedere misure specifiche volte a facilitare
l'adeguamento degli impianti dei condomini, considerato che il 41%
della popolazione UE vive in appartamenti e che in Italia la metà
delle abitazioni residenziali sono in condominio;
- una efficace politica a livello europeo implica anche che sia
garantita la coerenza delle politiche adottate a livello nazionale,
in modo da massimizzare i risultati che possono essere conseguiti.
A tal fine, misure quali il cosiddetto ecobonus, che nel nostro
Paese ha dato buoni risultati, pur essendo utilizzato
prevalentemente per interventi su singoli appartamenti, potrebbero
essere integrate in modo da renderle comparativamente più
vantaggiose per i condomini rispetto alle singole unità immobiliari
e per interventi che migliorino la classe energetica di un
edificio, attraverso anche una maggiore dotazione del Fondo
nazionale per l'efficienza energetica di cui all'articolo 15 del
decreto legislativo n. 102 del 2014;
- individuare soluzioni flessibili ed innovative per affrontare
il problema dei consumatori incapienti, affiancando alle detrazioni
fiscali uno strumento finanziario dedicato ali'efficienza
energetica nell'edilizia privata, che consenta di coprire anche la
gran parte dei costi necessari per gli interventi di
riqualificazione;
- puntare sull'energy intelligence per una migliore gestione
dell'energia nonché sul risparmio energetico. A tal fine, è
indispensabile consentire ai consumatori di avere accesso in tempo
reale ai propri dati sul consumo energetico, in modo da poter
modificare le proprie abitudini;
- promuovere la consapevolezza dei consumatori sulle opportunità
dell'efficientamento energetico delle abitazioni, nonché la
qualificazione degli operatori del settore, compresi i
tecnici;
- indirizzare le eventuali misure premiali verso le tecnologie
più avanzate che presentano minor impatto ambientale non solo in
termini di riduzione delle emissioni di C02 ma anche di altre
sostanze che hanno impatto sulla qualità dell'aria;
- migliorare l'affidabilità e soprattutto l'utilità concreta
delle certificazioni energetiche degli edifici, che possono tra
l'altro diventare un'importante fonte di dati sullo stato del
patrimonio edilizio nazionale;
- sostenere l'autoproduzione e lo stoccaggio di energia da fonte
rinnovabile, anche con le opportune misure per favorire lo scambio
sul posto pur nel rispetto della giusta condivisione degli oneri di
sistema, così da ridurre i costi del sistema dell'energia e
contribuire a sostenere ad esempio la domanda di energia per
raffrescamento oltre a ridurre le perdite del sistema e rafforzarne
la resilienza;
- adottare politiche che favoriscano una penetrazione del
teleriscaldamento in linea con i paesi più avanzati, incentivando,
con gli strumenti di promozione dell'efficienza energetica già
operanti quali i Titoli di Efficienza Energetica, lo sviluppo
efficiente delle reti che consentono il risparmio energetico,
l'utilizzo del calore di recupero e quello prodotto da fonti
rinnovabili;
- promuovere gli interventi di efficientamento e di risparmio
energetico nel sistema delle imprese e in particolare delle piccole
e medie imprese, anche sostenendole con le opportune informazioni
sui vantaggi nell'investire in efficienza energetica, nell'impiego
dei combustibili efficienti e puliti, e negli edifici di servizio
quali banche, uffici e negozi che hanno in media un consumo di
energia per metro quadrato del 40% superiore a quello registrato
nell'edilizia abitativa;
- colmare il disallineamento con le esperienze dei paesi più
avanzati, adottare. politiche che favoriscano una penetrazione del
teleriscaldamento in linea con i paesi più avanzati, mediante
strumenti di incentivazione (anche di natura fiscale) per lo
sviluppo delle reti, modulati in funzione del risparmio energetico
e delle minori emissioni di C02 ottenibili dall'eliminazione di
centrali singole e condominiali, e altresì promuovendo lo sviluppo
del teleriscaldamento da calore di recupero e da fonti
rinnovabili;
- stanziare risorse aggiuntive oltre a quelle cui si fa
riferimento (i fondi di investimento e strutturali nonché il
programma per la ricerca Horizon 2020) e prevedere un più intenso
utilizzo delle potenzialità della BEI.
A cura di Redazione
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