13/12/2016
La Commissione europea ha deferito nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata esecuzione della sentenza della Corte del 2012. Le autorità italiane devono ancora garantire che le acque reflue urbane vengano adeguatamente raccolte e trattate in 80 agglomerati del paese, dei 109 oggetto della prima sentenza, al fine di evitare gravi rischi per la salute umana e l'ambiente.
Il 19 luglio 2012 la Corte di giustizia dell'UE aveva statuito (causa C-565/10) che le autorità italiane violavano il diritto dell'UE (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) poiché non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati (città, centri urbani, insediamenti).
A distanza di quattro anni la questione non è stata, ancora, affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti e sono situati in diverse regioni italiane: Abruzzo (1 agglomerato), Calabria (13 agglomerati), Campania (7 agglomerati), Friuli Venezia Giulia (2 agglomerati), Liguria (3 agglomerati), Puglia (3 agglomerati) e Sicilia (51 agglomerati). Il triste primato con 51 agglomerati su 80 è, dunque, della Regione siciliana. La mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento in questi 80 agglomerati pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino.
La Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'UE di comminare una sanzione forfettaria di 62.699.421,40 euro. La Commissione propone inoltre una sanzione giornaliera pari a 346.922,40 euro qualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza. La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell'UE.
Garantire che tutte le aree urbane dispongano di strutture per il trattamento delle acque reflue correttamente funzionanti può comportare considerevoli vantaggi per i cittadini dell'UE, poiché le acque non trattate pongono notevoli rischi per la salute umana e l'ambiente.
Ricordiamo che:
Pertanto, il secondo deferimento alla Corte è necessario per garantire l'osservanza delle disposizioni in questi 80 agglomerati restanti, vista l'estrema lentezza dei progressi compiuti e la ripetuta inosservanza dei termini preventivamente annunciati. Altri Stati membri (Belgio, Grecia, Lussemburgo e Portogallo) sono già stati oggetto di sanzioni pecuniarie in casi analoghi, mentre la Spagna è stata nuovamente deferita alla Corte di Giustizia e potrebbe subire sanzioni.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it