CONTINUANO LE AUDIZIONI ALLA CAMERA

04/06/2007

Giovedì 31 maggio scorso, presso le Commissioni riunite della Camera dei Deputati: II (Giustizia) e X (Attività produttive, commercio e turismo) si è svolta, nell’ambito dell’indagine conoscitiva, l’audizione di rappresentanti di Confprofessioni e del Comitato unitario per le professioni intellettuali (CUP – settore sanitario e tecnico) in relazione ai disegni di legge delega per la riforma delle professioni.
La delegazione sindacale di Confprofessioni ha consegnato alle commissioni un documento con cui ha riaffermato i principi generali che, secondo Gaetano Stella presidente di Confprofessioni, “devono stare alla base di una vera riforma perchè essa sia capace di rispondere alle esigenze del mercato e del Paese”.
Sulla base di queste premesse Confprofessioni ha costruito un vero e proprio “testo a fronte” da affiancare alla legge delega, con integrazioni ed emendamenti originali o ricavati dalle altre proposte parlamentari presentate, dopo un attento lavoro sui testi presentati da Governo e Parlamento. “Con realismo - spiega Gaetano Stella - e ritenendo di interpretare a pieno il nostro ruolo di rappresentanza sindacale, abbiamo impostato l’attività puntuale di analisi dei testi di riforma e le proposte concrete di emendamento sulla base di principi fondamentali nell’interesse del comparto dei liberi professionisti”. Le principali proposte di emendamento presentate da Confprofessioni sono le seguenti:
  • Prevedere politiche economiche a favore dei professionisti: agevolazioni o incentivi diretti a favorire la formazione e l’aggiornamento professionale, l’acquisto di strumenti informatici hardware e software e nuovi prodotti tecnologici, lo sviluppo dell’occupazione e l’accesso al credito; credito d’imposta, determinato annualmente dalla legge finanziaria, per documentate attività di contenuto scientifico, economico–contabile, tecnico e disciplinare (art. 2 sexies);
  • Le società professionali, ad esclusione dell’Area tecnica, non possono avere al loro interno terzi soggetti considerati esclusivamente soci di capitale anche se di minoranza, in quanto il professionista rischierebbe di diventare un semplice dipendente senza alcuna autonomia, o peggio ancora un prestanome, principi fondamentali che devono rimanere saldi nell’ottica della riforma (art. 9 comma 1 lettera b) e comma 4);
  • Prevedere la costituzione degli studi associati tra professionisti (art. 9 comma 2);
  • La necessità di prevedere l’esistenza, disciplinandone, le funzioni delle Associazioni Sindacali dei professionisti iscritti in albi riconosciute Parte Sociale, da audire in tutti i casi in cui sia prevista la consultazione degli Ordini e comunque sempre in presenza di tavoli di concertazione in base alle proprie e già riconosciute funzioni di parte sociale. L’Ordine, onde evitare la sovrapposizione dei ruoli, dovrà esclusivamente avere come obiettivo la rappresentanza istituzionale, a tutela dei terzi e della fede pubblica nell’interesse generale della collettività (art. 4 lettere e), l), m), n) e art. 4quater);
  • La necessità che il tirocinio si svolga essenzialmente, con un massimo di ventiquattro mesi, presso gli studi professionali, con la possibilità di svolgerlo in parte, ma non esclusivamente, mediante la frequenza di scuole e corsi ai quali partecipano come relatori i professionisti di categoria (art. 3 lettera a) - art. 5 e 6);
  • Le Casse di Previdenza dei professionisti mantengono la piena autonomia finanziaria e gestionale (art. 2quater).
Nell’ambito del settore tecnico del Comitato unitario per le professioni intellettuali, hanno svolto una relazione sui temi oggetto dell’indagine, Roberto ORLANDI, presidente del Consiglio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, Massimo GALLIONE, vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Armando ZINGALES, presidente del Consiglio nazionale dei chimici e Roberto ACCOSSU, segretario del Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali junior, zoonomi, biotecnologici agrari.
In allegato il comunicato stampa e gli emendamenti di Confprofessioni

A cura di Paolo Oreto


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