Compensi professionali, necessaria una legge sull’equo compenso

09/05/2017

Mentre si avvicina sempre di più il 13 maggio 2017, la manifestazione su Roma per chiedere al Governo l'introduzione di una normativa sul giusto compenso, la qualità delle prestazioni e altri importanti temi, si arricchisce di nuove adesioni, soprattutto fra gli Ordini provinciali.

Oltre a questa manifestazione, il cui esito (è giusto ammetterlo) è molto incerto, dobbiamo registrare l'incontro avuto lo scorso 3 maggio 2017 tra i Presidenti del Comitato Unitario delle Professioni, Marina Calderone, e la Rete delle Professioni Tecniche, Armando Zambrano, con il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in cui si è approfondito l'esito delle liberalizzazioni partite nel 2006 e le distorsioni sul mercato a seguito della cancellazione di ogni riferimento anche solo orientativo sui compensi professionali.

I due Presidente hanno finalmente ammesso un problema chiaro a tutti i professionisti, ovvero la debolezza contrattuale di questi ultimi che sempre più spesso si trovano alla mercé di soggetti contrattualmente più forti, in grado di imporre clausole vessatorie.

Per questo motivo, e sulla scia dell'entusiasmo che la manifestazione del 13 maggio sta generando, CUP e RPT hanno richiesto congiuntamente di prevedere nel nostro ordinamento una legge sull’equo compenso rilevando di avere affrontato la questione a più riprese, nell’ambito delle audizioni svolte in Parlamento e nei contributi documentali inviati agli organi decisori della Repubblica.

Si è finalmente ammesso che il problema dei compensi professionali rappresenta un punto nodale per gli iscritti all'Albo: per quanto attiene all’aspetto economico, per una effettiva ed efficace tutela della committenza e per il rispetto della dignità professionale dei liberi professionisti. Le rappresentanze degli Ordini e dei Collegi, in particolare, hanno seguito l’iter legislativo che sta portando all’approvazione del Jobs Act del lavoro autonomo e, sin dall’inizio, in più di una circostanza hanno fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento.

Durante l’incontro è stato segnalato al Ministro del Lavoro che la prestazione di opera professionale, come nel lavoro subordinato, trova nel “giusto compenso economico” un canone generale che accompagna da sempre la legislazione giuslavoristica. L’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare detto principio nell’ambito dei rapporti di lavoro autonomo professionale.

Il testo del Jobs Act del lavoro autonomo - ha spiegato Marina Calderone, Presidente del Comitato Unitario Professioni - ha avviato un dibattito politico intorno all’equo compenso che ha portato i rispettivi presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, ad impegnarsi attivamente al fine di tutelare di più e meglio il lavoro intellettuale. Apprezziamo che anche il Ministro Poletti abbia voluto ascoltare le nostre ragioni, prendendo atto delle richieste e garantendo la massima attenzione sul tema”.

È importante sottolineare - ha aggiunto Armando Zambrano, Coordinatore della Rete Professioni Tecniche - come, ancora una volta, gli Ordini ed i Collegi portino avanti le istanze dei professionisti, monitorando i temi argomento di dibattito in Parlamento e nei Ministeri, approfondendo i testi legislativi, proponendo opportune correzioni e sensibilizzando i decisori politici attraverso incontri e tavoli di confronto, per sostenere le argomentazioni a sostegno dei professionisti tecnici”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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