I geologi vanno avanti a tutta forza, impegnandosi nel trovare
nuovi sbocchi lavorativi che consentano ai giovani un facile e
veloce inserimento nel mondo del lavoro: buona volontà ed una certa
elasticità sono gli elementi cardine di questo inserimento.
Ancora oggi, però, seppur questa professione sia in crescita, a
volte si riscontra un freno dovuto a resistenze che affondano le
loro radici nel passato. A sostegno di questa tesi, Pietro Antonio
De Paola, presidente del Consiglio nazionale di categoria, illustra
che “la geologia trova applicazione nell’ingegneria civile, nella
pianificazione del territorio, nella gestione delle risorse
naturali e come scienza che studia il rischio idrogeologico e pone
misure di mitigazione.
Con la diffusione della pianificazione urbanistico-ambientale nella
pubblica amministrazione ci sono spazi nuovi per il geologo.
Comuni, Rioni e Provincia hanno inserito nei loro uffici alcuni
geologi o, come più spesso accade, affidano studi di fattibilità e
analisi a liberi professionisti. Confermata una certa richiesta di
laureati in geologi e nell’insegnamento e nella ricerca
universitaria.
Bisogna vincere le resistenze di chi lavora accanto al geologo. Ad
esempio l’ingegnere si sente invaso dal geologo, ma il primo
esplica compiti suoi propri e non subisce alcuna diminuzione di
ruolo, è il geologo a guadagnare spazi che non aveva. Oggi il
geologo è chiamato ancora come consulente dall’ingegnere senza
essere quindi nel team dei progettisti.”.
Anche il governo, attraverso gli strumenti normativi, cerca di
spingere questa professione. Attraverso il Decreto ministeriale n.
471/99 sulla gestione dei siti contaminati, infatti, viene chiamato
in causa l’utilizzo della professionalità del geologo per lo studio
del territorio; ancora il D.P.R. n. 36/2003 stabilisca che
l’individuazione dei luoghi adatti ad essere utilizzati quali
impianti di smaltimento, deve essere affidata al geologo. In
ultimo, le norme tecniche sulle costruzioni stabiliscono che in
sede di progettazione nonché di realizzazione di nuove
infrastrutture, la condizione necessaria affinché il progetto vada
avanti è la conoscenza proprio del sottosuolo affidata, ovviamente,
ad un geologo.
Cresce, quindi, una sensibilità nei confronti di questa
professione: aziende private affidano ai siti internet la ricerca
di persone con queste competenze specifiche, amministrazioni
pubbliche bandiscono concorsi per titoli ed esame per trovare
geologi che rivestano ruoli dirigenziali.
Anche le nuove tecnologie hanno aiutato lo sviluppo di questa
professione: Gis e Rdbms, infatti, hanno un nucleo formativo
proprio nell’archeologia.
Il percorso di formazione per i giovani prevede una laurea
triennale, una specialistica ed un master post lauream.
Dopo aver conseguito la laurea triennale, così come previsto in
altri ambiti, è possibile l’iscrizione all’albo dei cosiddetti
geologi junior; con il conseguimento della specialistica, poi, si
accede all’albo dei senior. La successiva partecipazione a master,
seppur non obbligatoria, diventa un passaggio essenziale per il
proseguimento della carriera.
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