Sabato 16 giugno scorso si è tenuto presso la sede dell’
Ordine
degli architetti di Palermo il secondo Convegno “
Etica e
Legalità nella professione di architetto”.
Molte le personalità invitate a discutere assieme agli architetti i
temi del Convegno della mattinata del 16 giugno. Tra i relatori la
parlamentare e architetto
Pina Maisano Grassi, vedova
dell’imprenditore Libero Grassi che ha parlato di “Addio Pizzo” nel
suo intervento dedicato al “Consumo critico come strategia per una
economia di legalità”; il senatore e componente della Commissione
antimafia
Giuseppe Di Lello sulla situazione del territorio
siciliano. Oltre al “Consumo critico”, gli altri temi della
giornata hanno riguardato, delle morti bianche e la pubblicità
nella professione.
Riguardo i punti che pongono la professione di architetto nell’
“occhio del ciclone” per le numerose iniziative legislative, quali
il Codice Unico dell’Edilizia, la Riforma sugli appalti, la Riforma
urbanistica, il Codice sulla sicurezza, la Riforma sulle
professioni e le misure antievasione fiscale, eccetera, riportiamo
alcuni passi dell’intervento del Presidente della consulta
regionale APPC , architetto
Rino La Mendola.
“Negli ultimi dodici anni - ha detto La Mendola - l’architetto è
stato trasformato, da una politica trasversale, in un imprenditore
che, per accedere alle commesse pubbliche, è costretto a passare
per gare fondate su parametri selettivi di tipo quantitativo, come
la valutazione del fatturato o come la valutazione del ribasso
dell’onorario, che, dopo la riforma Bersani può raggiungere
aliquote del 50% o del 60%, alimentando una guerra al ribasso tra
professionisti che sicuramente non giova né all’etica nè alla
deontologia di una categoria che, sempre più soffocata da queste
logiche di mercato, rischia di compromettere il proprio codice
genetico, mortificando la qualità delle prestazioni
professionali”.
“Oggi – continua La Mendola - se un imprenditore edile partecipa ad
una gara per l’affidamento di un appalto, applicando un ribasso del
40 per cento, la sua offerta viene giudicata “anomala” ed
automaticamente esclusa. I professionisti, invece , possono offrire
ribassi sino a casi paradossali che hanno visto un ingegnere di
Palermo proporre, provocatoriamente, la redazione di un PRG per un
euro. Quale etica e quale deontologia possono garantire, a queste
condizioni, gli architetti, gli ingegneri ed altre categorie
professionali?”.
“Le Logiche che alimentano questa cultura trasversale, prosegue La
Mendola, puntano sempre più su megastrutture interdisciplinari
controllate da un imprenditore, dove il consumatore potrà presto
trovare, come in un supermercato, il dentista , il notaio ,
l’architetto, l’ingegnere, il farmacista , l’avvocato e così via di
seguito. Tali grosse holding professionali, in breve tempo, si
impossesseranno del mercato delle professioni, sbaragliando la
concorrenza degli studi professionali “medio-piccoli” che sono,
specie in Sicilia, fortemente radicati in un contesto culturale che
assegna agli imprenditori il compito di realizzare le opere sulla
base di progetti, che devono essere redatti da chi ha studiato, ha
conseguito una laurea ed è quindi un autorevole garante della
qualità delle prestazioni professionali.”
“Per quanto concerne l’etica, la moralità e la trasparenza nei
lavori pubblici - aggiunge il Presidente Regionale degli Architetti
- vorrei sottolineare il disagio creato dall’attuale normativa, nel
momento in cui vengono abbattuti i minimi tariffari anche in questo
delicato settore: è come se agli imprenditori venga meno il
prezziario regionale. E’ appena il caso di ricordare, infatti, che
oggi gli incarichi, nostro malgrado, vengono affidati con procedure
diverse in ragione dell’importo dell’onorario. Cosicché, per
affidare una progettazione il cui onorario non superi i 100.000
euro sono previste procedure diverse da quelle che vengono adottate
nel caso di progettazioni il cui onorario sia compreso tra i
100.000 ed i 211.000 euro oppure oltre tale soglia. L’impianto di
tale filosofia, che trae origine dalle direttive europee, si fonda
su un dato essenziale: la tariffa professionale quale elemento
indispensabile per determinare l’importo certo del servizio da
affidare. Ma considerato che il Decreto Bersani e la riforma delle
Professioni Mastella aboliscono, anche nei lavori pubblici, il
ricorso obbligatorio alle tariffe, ci chiediamo: quale dirigente di
un ente locale oggi può determinare autorevolmente e serenamente
l’importo degli onorari che spettano ai professionisti e quindi
decidere la procedura di affidamento? Rischiamo di alimentare una
torre di babele ed una nuova stagione caratterizzata da quella
discrezionalità che mal si coniuga con la trasparenza:abolire
regole certe nel mondo degli appalti significa alimentare dubbi
crescenti negli operatori, che finiscono per bloccare il meccanismo
degli incarichi e quindi degli appalti, per paura di
sbagliare”.
“Oggi noi, conclude La Mendola, siamo chiamati a stimolare
un’inversione di tendenza di questa cultura, collaborando con il
Comitato Nazionale delle Professioni (CUP), nella raccolta delle
firme necessarie (50.000) per sottoporre al parlamento un disegno
di legge di iniziativa popolare che rilanci il ruolo di “mission”
delle professioni nella società, consolidando il ruolo degli Ordini
quali soggetti garanti di qualità professionale, di etica e di
legalità nella professione e quali garanti bilaterali in un
rapporto tra Professionisti e Committenti, caratterizzato da regole
chiare e trasparenti, in grado di smentire quella linea di pensiero
che continua a vedere i professionisti come evasori sistematici
delle tasse”.
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