Istat e Indici prezzi al consumo giugno 2017: Rallenta l’inflazione

18/07/2017

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2017; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di giugno 2017 con la nuova base 2015 sul valore di 101,00 con una leggera flessione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del -0,10% e quella annua del +1,10%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Giugno 2017 ed il 14 Luglio 2017, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2016 del +1,273430%.

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di giugno 2017 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,2% rispetto a giugno 2016 (da +1,4% di maggio), confermando la stima preliminare.

Il rallentamento dell’inflazione per il secondo mese consecutivo si deve principalmente alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità: Alimentari non lavorati e Energetici non regolamentati, che decelerano rispetto al mese precedente (rispettivamente +1,4% da +3,8% i primi e +2,9% da +6,8% i secondi). A mitigare questo rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, che accelerano di nuovo (+4,1% da +3,2% di maggio).

Pertanto, l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di due decimi di punto percentuale (+0,9% da +0,7% di maggio), mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta allo 0,9% (da +1,0% del mese precedente).

Il lieve calo su base mensile dell’indice generale è dovuto soprattutto ai ribassi dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,9%), in particolare di frutta e verdura, e degli Energetici non regolamentati (-1,6%), i cui effetti sono in larga parte bilanciati dall’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%).

Su base annua rallenta la crescita dei prezzi dei beni (+0,9% da +1,6% di maggio), mentre accelera, seppur di poco, il tasso di crescita dei prezzi dei servizi (+1,5% dal +1,4%). Pertanto, a giugno il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna positivo e pari a +0,6 punti percentuali.

L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l’indice generale;+0,7% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono su base mensile (-0,7%) e crescono su base annua (+0,7% da +1,6% di maggio).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto scendono dello 0,5% in termini congiunturali e aumentano dello 0,9% su base annua, dimezzando la crescita (era +1,8% nel mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,2% su base mensile e sale dell’1,2% su base annua (da +1,6% di maggio), confermando la stima preliminare.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,825% e l'indice biennale al +0,600%
L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2017, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione e (+0,4%), Trasporti (+0,2%) e Altri beni e servizi (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,8% per entrambi), Ricreazione, spettacoli e cultura, (-0,1%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Trasporti, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+3,0% per entrambi), Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,2%),  Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Altri beni e servizi (+1,0% per entrambi).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature (+0,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,2%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Mobili, articoli e servizi per la casa,
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (-2,9%), Istruzione (-0,9%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,2%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Bolzano e Venezia  (+1,9% per entrambe), Firenze e Genova (+1,6% per entrambe), Milano (+1,5%), Palermo (+1,4%), Trento e Napoli (+1,3% per entrambe), Trieste e Catanzaro (+1,2% per entrambe), Roma e Bologna (+1,1% per entrambe), Aosta, Torino e Bari (+0,9% per tutte e tre), Cagliari e Perugia (+0,8% per entrambe), Ancona (+0,6%), Potenza (+0,4%),

I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Agosto 2017.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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