11/08/2017
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 135 del 13 giugno 2017 della Legge 22 maggio 2017, n. 81 recante "Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato" (c.d. Jobs Act Autonomo) ha dato il via ad una serie di dibattiti circa i decreti legislativi che il Governo dovrà adottare in materia di rimessione di atti pubblici alle professioni ordinistiche.
Ricordiamo, infatti, che tra le altre cose il Governo dovrà:
Il provvedimento, dunque, attribuisce alle professioni organizzate in Ordini e Collegi nuove competenze ed un ruolo di supplenza della pubblica amministrazione. "Si tratta della concretizzazione del principio di “sussidiarietà” da noi sempre auspicato - ha affermato il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) - che affida alle professioni ordinistiche la possibilità di esperire tutta una serie di “atti” e funzioni, fino ad oggi riservate all’amministrazione pubblica".
L'articolo 5, comma 1 della Legge 81/2017, nello specifico, così
recita: “Al fine di semplificare l'attività delle
amministrazioni pubbliche e di ridurne i tempi di produzione, il
Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di
entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti
legislativi in materia di rimessione di atti pubblici alle
professioni organizzate in ordini o collegi, nel rispetto dei
seguenti principi e criteri direttivi:
a. individuazione degli atti delle amministrazioni pubbliche che
possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in ordini
o collegi in relazione al carattere di terzietà di queste;
b. individuazione di misure che garantiscano il rispetto della
disciplina in materia di tutela dei dati personali nella gestione
degli atti rimessi ai professionisti iscritti a ordini o
collegi;
c. individuazione delle circostanze che possano determinare
condizioni di conflitto di interessi nell'esercizio delle funzioni
rimesse ai professionisti ai sensi della lettera a)”.
La questione è stata seguita con attenzione dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che, dopo la pausa estiva, sarà chiamato dal Governo a formulare proposte concrete in merito agli “atti pubblici” che possano essere rimessi alle professioni ordinistiche, ed in particolare agli Ingegneri. Tre, in particolare, sono le tipologie di “atti” o “attività” attualmente svolte dall’amministrazione pubblica che in un’ottica di sussidiarietà possono essere rimesse agli Ingegneri, anche mediante il possibile coinvolgimento degli Ordini territoriali:
A tal scopo, il CNI ha avviato una ricognizione degli atti pubblici da affidare agli Ingegneri e agli Ordini degli Ingegneri, invitando tutti gli Ingegneri iscritti agli Ordini a indicare quali atti e/o attività, rientranti in una delle tipologie sopra descritte e comprensive dei pertinenti riferimenti normativi, potrebbero essere rimesse agli Ingegneri, anche per il tramite degli Ordini, in un’ottica di sussidiarietà. Stante la necessità di predisporre ed inviare al Governo una proposta ragionata e condivisa entro la prima metà del prossimo mese di settembre, il CNI ha chiesto di inoltrare (all’indirizzo email info@fondazionecni.it) le proposte individuate entro il prossimo 12 settembre.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it