Si è tenuto mercoledì scorso l’incontro-tavola rotonda dal tema
“Dis-Ordine professionale. Dialogo con gli architetti romani” tra
il ministro della Giustizia Clemente Mastella, il presidente della
commissione attività produttive Daniele Capezzone e l’Ordine
capitolino per discutere sulla riforma delle professioni.
L’Ordine degli Architetti di Roma, infatti, si schiera contro il
CUP a favore del Ddl Mastella.
Secondo il presidente degli architetti di Roma, Amedeo
Schiattarella, “il sistema degli Ordini è anacronistico e inutile e
ormai la legge che li riforma deve essere approvata, altrimenti
meglio abolirli. Non vedo perchè dobbiamo arroccarci in una difesa
corporativa nei confronti di un testo, quello Mastella, che è
migliorabile, ma rappresenta una piattaforma di opportunità per un
effettivo ammodernamento”.
Per il presidente Schiattarella, infatti, “manca completamente, da
parte dei vertici dell’architettura, ad esempio, un disegno per
sostenere la progettualità, che è il vero patrimonio comune delle
professioni tecniche. Per questo dialoghiamo con le istituzioni in
maniera parallela rispetto al Consiglio nazionale”.
Intervenuti diversi personaggi del mondo della professioni, tra i
quali Francesco Orofino del sindacato Inarch ha dichiarato di
essere favorevole all’accorpamento tra professioni analoghe e alla
ridefinizione delle attività che esprimono interessi pubblici
meritevoli di tutela.
Anche Alberto Scarzella di Codiarch, ha sottolineato che «l’Ordine,
a iscrizione obbligatoria, tutela l’interesse comune e non può
rappresentare i suoi iscritti. Anche perchè l’architettura è
composta, per la maggior parte, da professionisti dipendenti, ma
anche da docenti universitari. E gli autonomi si dividono tra chi
ha ancora piccoli studi e chi possiede società di progettazione che
operano come imprese e che non sono affatto contrarie all’apporto
di capitale, anche di maggioranza».
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