Discordanze tra i professionisti e dei costruttori
manifestate nelle audizioni tenutesi nei giorni scorsi presso
l’VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici).
Come abbiamo preannunciato ieri, durante le audizioni informali
nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo
concernente modifiche al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.
163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori,
servizi e forniture (atto n. 104) i rappresentanti di
organizzazioni di ingegneria e di ordini professionali hanno
manifestato, facendo un fronte comune, le loro perplessità sulla
liberalizzazione dell’appalto integrato contenuta nell’articolo 53
del Codice dei contratti.
La norma, sospesa sino all’1 agosto dal primo decreto correttivo al
codice stesso, unitamente ad altre quali il dialogo competitivo, la
trattativa privata e le centrali di committenza è stata al centro
delle audizioni che il 3 luglio scorso si sono svolte presso la
VIII Commissione della camera dei Deputati che deve predisporre il
prescritto parere sul secondo decreto correttivo del codice.
Diversa ma in verità contrapposta la posizione espressa
dall’ANCE che sull’appalto integrato la pensa in maniera
diametralmente opposta ed in particolare la proposta
dell’Associazione dei costruttori non tocca il tema della
liberalizzazione prevista dall’articolo 53 del Codice ma chiedono
che con tale istituto l’aggiudicazione avvenga soltanto con il
criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non con il
prezzo più basso.
Nella stessa audizione i rappresentanti dell’ANCE, oltre al
problema dell’aggiudicazione al massimo ribasso nell’appalto
itegrato, hanno evidenziato alla commissione alcuni punti sui quali
ritengono che si debba intervenire e precisamente:
- maggiore libertà per i concessionari che affidano lavori a
terzi;
- minori vincoli nella procedura negoziata;
- più trasparenza per i lavori delle commissioni
giudicatrici.
In particolare (ed era prevedibile), l’ANCE esprime il proprio
disappunto sulle modifiche apportate dallo schema del secondo
decreto correttivo alla disciplina della procedura negoziata senza
pubblicazione del bando di gara che erano state fermamente volute
dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro e chiede il
ripristino della formulazione della direttiva comunitaria
soprattutto con riguardo all’affidamento, senza gara,
all’appaltatore dei “lavori similari”.
Ma attendiamo una nota dell’ANCE che dia notizia dettagliata sugli
argomenti prospettati all’VIII Commissione della Camera, nel corso
dell’audizione.
Con l’occasione ricordiamo che il tempo è assolutamente minimo ed,
infatti, le
commissioni della Camera e del Senato dovranno
varare il
parere entro il prossimo 24 luglio, una settimana
prima dell’1 agosto 2007 data in cui scade la sospensione di alcune
norme del Codice fra cui quelle su centrali di committenza, dialogo
competitivo, procedura negoziata, appalto integrato prevista con il
primo decreto legislativo correttivo n. 6/2007.
Ricordiamo anche che sul secondo decreto correttivo si è espresso
lo scorso 6 giugno il Consiglio di Stato che ha manifestato le
proprie perplessità sia sull’uso della delega prevista dalla legge
n. 62/2005 sia su alcune norme specifiche, come per esempio
l’articolo 53 in materia di appalto integrato, per il quale il
governo ha previsto l’entrata in vigore anche oltre il termine del
31 luglio e fino all’emanazione del regolamento quando, invece. per
i giudici del Consiglio di Stato, la norma ha natura
“self-executing”.
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