Il cappotto?gli edifici e la legge lo chiedono cucito a regola d’arte

13/02/2018

Tutti coloro che per lavoro, per passione o per cultura generale si sono avvicinati al mondo dell’edilizia sanno perfettamente cosa significhi isolare l’involucro esterno di un edificio mediante il cappotto termico. Poche volte, tuttavia, ci si ferma a riflettere sul ruolo giocato dall’esperienza di chi lo applica (con conseguenze dirette sulla sua durabilità e sulla garanzia dell’intervento) e sui vincoli normativi che vi sottendono: due questioni fondamentali per le famiglie che scelgono di affrontare un intervento di Riqualificazione Energetica affidandosi a operatori del settore.

Tra le condizioni indispensabili affinché un sistema di isolamento a cappotto possa ritenersi soddisfacente sul lungo periodo vi è senza dubbio la certificazione dei materiali e dell’intero sistema utilizzato, con garanzia a 10 anni, sia per difetti compositi del materiale che per possibili carenze generate dalla posa in opera. Un altro aspetto di primaria importanza è il progetto tecnico, finalizzato a definire gli spessori necessari dei materiali, con un’attenta verifica del valore di trasmittanza termica richiesta dalla Legge sia per essere conforme alle prescrizioni che per soddisfare i requisiti per accedere alle detrazioni fiscali. Esso risulta completo solo se nella diagnosi energetica vengono valutate tutte le possibili criticità: solette in aggetto, balconi, parapetti ancorati alla facciata. Valutare tutti gli elementi che danno luogo a ponti termici e dispersioni permette di individuare i requisiti prestazionali del sistema tecnologico più idoneo ad efficientare un determinato edificio. Accanto a questa accortezza, occorre essere consapevoli che ormai i produttori di sistemi a cappotto studiano soluzioni di finitura sempre più aderenti alla richiesta dell’architettura moderna, concentrandosi sempre più nelle tecnologie per rivestire i dettagli presenti nelle facciate esistenti. Vi sono poi alcuni aspetti di base che ognuno dovrebbe veder garantiti dagli addetti ai lavori: cura nell’esecuzione delle singole fasi che concorrono a realizzare il sistema cappotto, al fine di ottenere il massimo risultato estetico e funzionale per l’edificio e un’esecuzione dei lavori programmata e accurata nel rispetto dei residenti dell’edificio.

Oltre agli aspetti strettamente tecnici, occorre tenere a mente che anche la politica Europea e Italiana si stanno orientando sempre di più verso l’obiettivo primario di ridurre i fabbisogni energetici e il conseguente livello di emissioni inquinanti nell’ambiente. Tanto che la normativa italiana, sulla scia di quella europea, impone che nel momento in cui si interviene su un edificio con opere di manutenzione alle parti comuni per oltre il 10% della superficie lorda disperdente, si debba necessariamente intervenire con lavori che mirino a riqualificarlo energeticamente. Per quanto concerne gli interventi di manutenzione delle facciate degli edifici per di più, è obbligatorio ridurre le dispersioni termiche dell’involucro esterno eliminando le patologie che danno luogo allo spreco e ad una possibile condizione abitativa e ambientale malsana, per questo isolare l’involucro edilizio con il cappotto termico risulta la scelta più seguita.

Rete Irene, da anni ormai in prima linea per promuovere la cultura della Riqualificazione Energetica del patrimonio edilizio esistente, sta impiegando ogni forza per formare e informare sul tema, dando al contempo vita ad una vera e propria rete di operatori uniti da una solida conoscenza comune e da un approccio condiviso e integrato che possa fornire, a chi si trovi nella necessità di eseguire un intervento di riqualificazione energetica, i giusti mezzi per valutare al meglio come e con chi affrontare questo grande passo.

Per approfondire l’argomento e consultare l’intero commento redatto da Rete IRENE sul tema: http://www.reteirene.it/cappotto-termico-normativa/



© Riproduzione riservata