14/02/2018
Ance, Legacoop produzione e servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Aniem, Confapi Aniem, Oice e Consiglio nazionale degli ingegneri hanno presentato oggi in modo unitario alla politica e alla pubblica opinione il Manifesto della filiera per rilanciare il settore delle costruzioni. L’unico Consiglio nazionale presente tra le professioni tecniche è quello degli ingegneri. Sarebbe interessante sapere perché non sono presenti anche il Consiglio nazionale degli architetti, il Consiglio nazionale dei Geologi ed il Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati ed, in ogni caso, qual è il loro pensiero sull’argomento.
Al centro del documento un elenco di priorità e di interventi necessari per rimettere in moto un’industria in grado di far crescere l’Italia di mezzo punto percentuale in più all’anno, di creare nuova occupazione - anche recuperando i 600 mila posti di lavoro persi negli anni della crisi - e di accelerare la ripresa economica.
L’obiettivo, come ha dichiarato il presidente dell’Ance Gabriele Buia , è creare le condizioni per superare una crisi che è ormai “una crisi di sistema”, e che ha impedito al settore di agganciare la ripresa che invece ha riguardato altri comparti produttivi. Proprio per questo, ha detto ancora Buia, “se il Paese vuole veramente tornare a crescere e si vuole creare occupazione sul territorio in modo stabile”, adesso è più che mai necessario, che “la politica e chi sarà chiamato a governare nei prossimi anni ci ascolti e traduca in provvedimenti operativi le nostre proposte”.
Dieci i grandi temi strategici sui quali la filiera delle costruzioni ha chiesto azioni e impegni concreti.
Tra i dieci è segnalato quello relativo al Codice dei contratti come obiettivo mancato con tante promesse non mantenute e con la mancata attuazione della legge delega; nel documento viene segnalato come:
Vengono, tra l’altro, segnalate, anche, le seguenti criticità:
Nello stesso documento, al fine di non tradire lo spirito della legge delega, viene fatta, contestualmente, la proposta di ripensare il Codice al fine di:
È soltanto così affermano i sottoscrittori del Manifesto che si potrà arrivare al rilancio delle infrastrutture, eliminando gli ostacoli che finora hanno impedito la trasformazione degli stanziamenti in cantieri. E, ancora, sostenibilità, economia circolare e rigenerazione urbana, con progetti e visioni concrete, anche sul fronte fiscale, per favorire il recupero delle aree degradate e la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.
Centrali anche gli interventi sollecitati in tema di lavoro e di sicurezza dei lavoratori ma, soprattutto, la richiesta forte che è venuta da parte di tutta la filiera è quella che venga finalmente varata una vera politica industriale per le costruzioni, capace non solo di restituire competitività al settore ma anche di favorirne i necessari processi di rinnovamento.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it