A rischio la sicurezza dei cittadini con l’appalto
integrato, l’istituto che affida all’impresa sia la
costruzione che la progettazione dell’opera.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che da
sempre è stato contrario all’estensione di questa modalità di
affidamento dei lavori pubblici, si appella al Governo perché nel
decreto correttivo al codice dei contratti vengano introdotti
adeguati limiti all’appalto integrato, il cui
indiscriminato utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni
dequalifica la qualità dell’opera e soprattutto
mette a rischio la sicurezza come recenti
gravissimi episodi dimostrano.
La legge Merloni che innovava la materia dei
lavori pubblici con il dichiarato intento di lasciare alle spalle
un passato denso di pesanti ombre su intrecci di varia natura,
aveva escluso ogni commistione fra costruzione e progettazione
introducendo l’istituto dell’appalto integrato esclusivamente per
casi limitatissimi e particolari. Nel succedersi delle varie
modifiche alla Merloni si è assistito però ad un rapido ampliamento
dell’appalto integrato facendo rientrare sotto queste spoglie ciò
che era stato messo al bando nel 1994, al punto che oggi le
amministrazioni vi ricorrono indiscriminatamente
ritenendo così di accorciare i tempi, di ridurre la gestione ad una
sola gara ed evitare il contenzioso delle imprese sui progetti,
dimenticando che in tal modo il contenzioso si sposta direttamente
fra amministrazione ed impresa. Ma ciò che appare di tutta evidenza
è che il ricorso all’appalto integrato con l’impiego di progettisti
scelti dall’impresa non può che trovare questi ultimi al seguito
dell’interesse del costruttore piuttosto che naturalmente disposti
a seguire l’interesse generale come invece avviene nel caso di
incarico diretto da parte dell’amministrazione.
Occorre quindi che le amministrazioni pubbliche, preposte alla
programmazione ed al controllo dell’opera, si dotino di
strutture in grado di gestire sia le gare di progettazione
che di appalto nel principio che solo con una netta
separazione tra la fase progettuale e la costruzione dell’opera si
garantisce l’interesse pubblico, la qualità dell’opera e la
sicurezza dei cittadini.
Con questi presupposti e per questi motivi il Consiglio Nazionale
degli Ingegneri si appella al Governo perché l’appalto
integrato venga ricondotto con l’inserimento nella norma di
adeguate precisazioni alla sua originaria formulazione e
riservando il suo ricorso a particolari, limitate e motivate
situazioni.
Questi concetti sono stati espressi dal Consiglio Nazionale
Ingegneri sulle audizioni presso le competenti commissioni di
Camera e Senato, in perfetta assonanza con le posizioni assunte dai
rappresentanti del Consiglio Nazionale Architetti e dell’Oice.
Il Responsabile della Comunicazione
Consiglio Nazionale Ingegneri
Dott. Ing. Romeo La Pietra
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