Continua il lavoro della
Commissione Ambiente, territorio e
Lavori Pubblici (VIII Commissione) della Camera dei Deputati
sullo
Schema di decreto legislativo concernente modifiche al
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei
contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (secondo
decreto correttivo).
Nel corso della
seduta di martedì scorso 10 luglio che
prosegue l’esame iniziato il 27 giugno, il relatore
Tino
Iannuzzi ha fatto presente che la Commissione ha svolto, nella
scorsa settimana, un utile e serrato ciclo di audizioni informali
sul provvedimento, segnalando altresì che sono nel frattempo
pervenute alla presidenza ulteriori, significative, documentazioni
inviate da diversi soggetti, che sottopone alla valutazione dei
deputati interessati.
Il relatore, alla luce delle audizioni e delle documentazioni
ricevute, ha fatto presente che i punti nodali emersi
dall'istruttoria della Commissione sono concentrati, anzitutto,
nella
disciplina dell'appalto integratogiudicando, in
proposito, possibile giungere ad una riscrittura della norma di cui
all'
articolo 53 del cosiddetto “
codice appalti”, che
consenta di individuare una mediazione tra le diverse posizioni in
campo.
Il relatore Iannuzzi ha precisato di ritenere importante che la
Commissione rifletta attentamente sulla disposizione che pone il
progetto preliminare a base della gara di appalto integrato,
considerando tale disposizione suscettibile di approfondimenti e,
eventualmente, di parziali modificazioni, segnalando, anche,
l'esigenza di affrontare la questione della tutela dei giovani
professionisti e, in particolare, dei giovani progettisti, nonché
di verificare con attenzione la richiesta di un possibile
ampliamento dell'istituto del contraente generale, in modo che tale
figura possa partecipare anche alla gestione e alla manutenzione
delle opere realizzate.
Oltre al problema dell’appalto integrato di cui all’articolo 53 del
Codice, il relatore fa presente, due ulteriori punti su cui
indirizzare l’attenzione della Commissione e precisamente:
- l'opportunità di individuare norme che siano in grado di
favorire le piccole e medie imprese nel settore degli appalti;
- l'esigenza di approfondire alcuni dei rilievi svolti dal
sistema delle autonomie territoriali e dallo stesso Consiglio di
Stato.
Successivamente al relatore Iannuzzi è intervenuto il deputato
Salvatore Margotta che ha ricordato che la legge Merloni
(legge n. 109/1994) venne - forse giustamente - vissuta dalle
categorie interessate come eccessivamente punitiva, mentre ora il
rischio può essere quello di oscillare pericolosamente su un
versante opposto.
È inopportuno – secondo Margiotta -
porre a base di gara il progetto preliminare, demandando
integralmente alle imprese il ruolo progettuale, con il rischio di
produrre scarse garanzie sulla qualità dei progetti e, anche, una
«mortificazione» della figura dei progettisti. Tale valutazione, a
suo giudizio, è rafforzata da ragioni tecniche, poiché è evidente
che lo spostamento della base di gara al progetto definitivo
consentirebbe anche un maggiore rispetto delle prescrizioni
relative ai lavori da realizzare, oltre che minori contenziosi,
come dimostrato, peraltro, dalla recente esperienza della «legge
obiettivo», in attuazione della quale l'appalto integrato - che si
è sempre realizzato sul progetto definitivo - non ha sinora
prodotto alcun problema significativo.
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