Detrazione per interventi di riqualificazione energetica bluff o
semplice errore di valutazione?E’ questa la domanda che viene da
porsi analizzando le procedure ed i tempi che sono stati stabiliti
per ottenere la detrazione del 55% prevista dalla nuova Finanziaria
per gli interventi di riqualificazione energetica sugli
edifici.
La procedura da effettuare per l’ottenimento della detrazione può
essere riassunta in 3 fasi:
- La prima prevede la comunicazione di inizio lavori al
Dipartimento ambiente dell’ENEA da parte del
contribuente-committente.
- La seconda fase avviene subito dopo la realizzazione degli
interventi e coinvolge sia il contribuente-committente che un
tecnico asseverato che attesti la rispondenza degli interventi ai
requisiti previsti dal Decreto Ministeriale 19 Febbraio 2007. In
questa fase devono essere prodotti tre documenti:
- l’attestato di certificazione energetica o, in assenza,
l’attestato di qualificazione energetica allegato al suddetto
decreto;
- la scheda informativa sull’intervento (allegato E al
decreto);
- un documento firmato da un tecnico abilitato che asseveri la
rispondenza degli interventi ai requisiti previsti dal decreto
ministeriale
- l’ultima fase prevede la comunicazione entro 60 giorni dalla
data di fine lavori e, comunque, non oltre il 29 febbraio 2008, dei
primi due documenti prodotti al dipartimento ambiente dell’ENEA.
Tale comunicazione può essere effettuata mediante una raccomandata
A/R o molto più velocemente on-line attraverso il portale
www.acs.enea.it.
Tale procedura risulta, quindi, essere abbastanza semplice dal
punto di vista burocratico. Si è cercato, infatti, di snellire il
processo evitando complicati e spesso inutili passaggi per
l’ottenimento della detrazione.
Il problema è, però, un altro. Gli interventi per i quali è
possibile richiedere la detrazione del 55%, nel caso di edifici
esistenti, sono di quattro tipologie:
- riqualificazione energetica complessiva, che prevede il
raggiungimento di elevati indici di prestazione;
- intervanti di riqualificazione parziale, che prevedono
l’isolamento delle sole strutture esterne mediante il “cappotto
termico” ed i doppi vetri;
- installazione di pannelli solari per la produzione di acqua
calda;
- sostituzione delle vecchie caldaie con quelle a
condensazione.
Tali interventi non sono certamente delle cose da poco e, affinché
siano realizzati correttamente sia dal punto di vista progettuale
che architettonico, richiedono uno studio particolarmente corposo
che non ha nulla a che vedere con i normali interventi di
ristrutturazione. Ma, facendo due conti, ricordiamo che la
detrazione prevista dalla finanziaria è partita l’1 gennaio del
2007, ma che i primi mesi sono stati sprecati in attesa dei decreti
attuativi (il DM 19/02/2007 appunto). Il decreto ministeriale
pubblicato a febbraio deve essere stato studiato e appreso dagli
addetti ai lavori e se consideriamo che l’agevolazione scade il 31
dicembre del 2007, ci rendiamo conto che i mesi a disposizione sono
9/10 e se consideriamo che in mezzo c’è l’estate, la conclusione è
che, a meno di proroghe (di cui allo stato attuale non si parla),
l’obiettivo primario di raggiungere determinati standard a favore
dell’ambiente non potrà mai essere realizzato e che il lavoro che
ha portato alla definizione di una bella opportunità per tutti non
potrà portare alcun frutto tangibile.
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