OGGI IL SI DEFINITIVO AL SECONDO DECRETO CORRETTIVO

27/07/2007

All’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi, il secondo decreto correttivo al Codice dei Contratti (D.Lgs. n. 163/2006).
Non conosciamo ancora il tetso definitivo predisposto dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ma riteniamo che lo stesso non potrà tenere conto di tutte le condizioni ed osservazioni delle due Commissioni di Camera e Senato e di quelle dei pareri delle Regioni e del Consiglio di Stato anche per il fatto che, in qualche caso, non concordano.
I nodi più difficili da sciogliere sono quelli relativi all’appalto integrato ed alle tariffe professionali.

Per l’appalto integrato, in atto, assistiamo allo scontro tra imprese di costruzione e progettisti e la distanza tra i due soggetti è sempre più grande come è stato possibile notare il 25 luglio scorso durante la giornata di confronto sulla normativa sugli appalti, promossa dal ministero delle Infrastrutture.
Ampio scontro che può essere riassunto nelle due, ovviamente contrapposte, posizioni di Raffaele Sirica Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e Paolo Bozzetti Presidente dell’Ance.
Raffaele Sirica ha precisato “Chiediamo anche che questo appalto venga limitato ai soli casi di opere complesse dal punto di vista tecnologico” aggiungendo anche che “Va anche data una definizione di cosa si intende per complessità tecnologica”. Paolo Bozzetti non si trova in sintonia con Sirica ed ha precisato che “L’appalto integrato è la via maestra per ridare alle imprese la responsabilità del progetto” ed il direttore dell’Ance, Carlo Ferroni, è stato ancora più preciso: “Non vogliamo limitazioni alle sole opere tecnologiche”.
Il Ministro Di Pietro ha ricordato come la liberalizzazone dell’appalto integrato non è una scelta del Governo o del Parlamento ma una conseguenza delle direttive comunitarie ammettendo, però che è necessario trovare un punto di incontro prima di oggi. Ma oggi, dopo il Consiglio dei Ministri, avremo notizie più precise.

Sul secondo punto, quello delle tariffe professionali non sappiamo se il testo del secondo decreto correttivo terrà conto dell’osservazione del Senato in cui viene precisato che devono essere abrogati l’ultimo periodo del comma 2 dell’articolo 92 ed i commi 3 e 4 dell’articolo 92 e, quindi, che, di fatto, anche per le opere pubbliche, vale l’abrogazione delle tariffe professionali o se, invece, il Ministro farà riferimento allo schema del Regolamento di attuazione ed esecuzione del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D.Lgs. n. 163/2006), che con l’art. 271 ripropone le tariffe professionali precisando che: “Il Regolamento si basa sulla presunzione di validità dell’inderogabilità dei “minimi tariffari” per i progettisti di opere pubbliche, da qualcuno posta in discussione dopo l’approvazione del cosiddetto “decreto Bersani” ma secondo un’altra interpretazione confermata dalla cosiddetta clausola di resistenza (articolo 255 del codice) per cui ogni intervento normativo incidente sul codice va attuato mediante esplicita modifica, integrazione, deroga o sospensione delle specifiche disposizioni in esso contenute”.

A cura di Paolo Oreto


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