All’ordine del giorno del
Consiglio dei Ministri di oggi, il
secondo decreto correttivo al Codice dei Contratti (D.Lgs.
n. 163/2006).
Non conosciamo ancora il tetso definitivo predisposto dal Ministro
delle Infrastrutture
Antonio Di Pietro ma riteniamo che lo
stesso non potrà tenere conto di tutte le condizioni ed
osservazioni delle due Commissioni di Camera e Senato e di quelle
dei pareri delle Regioni e del Consiglio di Stato anche per il
fatto che, in qualche caso, non concordano.
I nodi più difficili da sciogliere sono quelli relativi
all’
appalto integrato ed alle
tariffe
professionali.
Per l’appalto integrato, in atto, assistiamo allo scontro tra
imprese di costruzione e progettisti e la distanza tra i due
soggetti è sempre più grande come è stato possibile notare il 25
luglio scorso durante la giornata di confronto sulla normativa
sugli appalti, promossa dal ministero delle Infrastrutture.
Ampio scontro che può essere riassunto nelle due, ovviamente
contrapposte, posizioni di Raffaele Sirica Presidente del Consiglio
Nazionale degli Architetti e Paolo Bozzetti Presidente
dell’Ance.
Raffaele Sirica ha precisato “Chiediamo anche che questo appalto
venga limitato ai soli casi di opere complesse dal punto di vista
tecnologico” aggiungendo anche che “Va anche data una definizione
di cosa si intende per complessità tecnologica”. Paolo Bozzetti non
si trova in sintonia con Sirica ed ha precisato che “L’appalto
integrato è la via maestra per ridare alle imprese la
responsabilità del progetto” ed il direttore dell’Ance, Carlo
Ferroni, è stato ancora più preciso: “Non vogliamo limitazioni alle
sole opere tecnologiche”.
Il Ministro Di Pietro ha ricordato come la liberalizzazone
dell’appalto integrato non è una scelta del Governo o del
Parlamento ma una conseguenza delle direttive comunitarie
ammettendo, però che è necessario trovare un punto di incontro
prima di oggi. Ma oggi, dopo il Consiglio dei Ministri, avremo
notizie più precise.
Sul secondo punto, quello delle tariffe professionali non sappiamo
se il testo del secondo decreto correttivo terrà conto
dell’osservazione del Senato in cui viene precisato che devono
essere abrogati l’ultimo periodo del comma 2 dell’articolo 92 ed i
commi 3 e 4 dell’articolo 92 e, quindi, che, di fatto, anche per le
opere pubbliche, vale l’abrogazione delle tariffe professionali o
se, invece, il Ministro farà riferimento allo schema del
Regolamento di attuazione ed esecuzione del codice dei contratti
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D.Lgs. n.
163/2006), che con l’art. 271 ripropone le tariffe professionali
precisando che: “Il Regolamento si basa sulla presunzione di
validità dell’inderogabilità dei “minimi tariffari” per i
progettisti di opere pubbliche, da qualcuno posta in discussione
dopo l’approvazione del cosiddetto “decreto Bersani” ma secondo
un’altra interpretazione confermata dalla cosiddetta clausola di
resistenza (articolo 255 del codice) per cui ogni intervento
normativo incidente sul codice va attuato mediante esplicita
modifica, integrazione, deroga o sospensione delle specifiche
disposizioni in esso contenute”.
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