Certezza pagamenti onorari professionali: le proposte della RPT alla manovra finanziaria

04/10/2018

Uno dei maggiori problemi dei professionisti dell'area tecnica (a parte un mercato che negli ultimi 10 anni è imploso) è rappresentato dal pagamento delle spettanze per le prestazioni svolte. Nonostante l'obbligo del contratto tra professionista e cliente, quello dei pagamenti è ancora una problematica che dal punto di vista normativo potrebbe avere una soluzione semplice.

Soluzione che, ad esempio, è stata trovata dalla Regione Calabria con la pubblicazione della legge 3 agosto 2018, n. 25 recante “Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale” e successivamente dalla Circolare 6 settembre 2018, prot. 297709/SIAR avente ad oggetto “Adempimenti conseguenti alla legge regionale n. 25/2018. Comunicazioni”, con le quali è stato previsto l'obbligo di allegare alle istanze autorizzative la lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal committente e l'acquisizione da parte dell’amministrazione, al momento del rilascio dell’atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto, della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali attestante il pagamento delle correlate spettanze da parte del committente. La Regione Calabria vincola di fatto il rilascio degli atti autorizzativi della pubblica amministrazione al pagamento delle spettanze al professionista da parte del committente privato.

Una misura, nata sulla carta per contrastare l'evasione fiscale ma che avrà anche effetti positivi per i professionisti, che è certamente piaciuta alla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) che, con alcune interessanti modifiche, l'ha proposta come emendamento da inserire nella prossima Legge di Bilancio per il 2019 (Circolare CNI 3 ottobre 2018, n. 292)

La RPT ha proposto 4 semplici commi in cui viene previsto:

  • l'obbligo di allegare, oltre che tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente, anche una copia del contratto di prestazione d'opera intellettuale sottoscritto dal professionista incaricato e dal committente, alle istanze e alle segnalazioni certificate da presentare agli Enti ed agli Uffici pubblici preposti al controllo dell’attività edilizia ed al rilascio di titoli abilitativi, autorizzazioni, nulla-osta, certificati di agibilità e ad attestare il deposito di progetti ed atti derivanti da prestazioni professionali in applicazione del DPR n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia);
  • l'inserimento nel contratto delle indicazioni delle prestazioni richieste al professionista incaricato ed il compenso concordato tra le parti, in adempimento alle norme vigenti in materia di equo compenso;
  • l'obbligo per il professionista incaricato di trasmettere all’Ente o l’Ufficio preposto per ogni prestazione eseguita, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante il pagamento dei compensi relativi alla prestazione resa, oggetto del contratto, in cui devono essere riportati gli estremi del bonifico bancario, eseguito nel rispetto delle norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari.

Viene anche previsto che la mancata presentazione del contratto e della dichiarazione di avvenuto pagamento costituisce motivazione per la legittima interruzione del procedimento amministrativo.

Ecco di seguito le motivazione indicate dalle Rete delle Professioni Tecniche.

L'evasione e l'elusione fiscale sono fenomeni fortemente destabilizzanti per l’economia e per la giustizia sociale del Paese, che costringono, sempre più, le istituzioni preposte a recuperare le mancate entrate nelle casse dello Stato, aumentando la pressione fiscale, che finisce per punire i cittadini e i professionisti onesti, che pagano regolarmente le tasse.

I dati OCSE e ISTAT sono chiari: la pressione fiscale in Italia ha raggiunto percentuali superiori al 40%, a partire dal 2010, collocando il Paese al sesto posto tra quelli aderenti all’OCSE (dati aggiornati al 2016).

L’evasione fiscale caratterizza percentualmente anche i settori della libera professione, generando fenomeni di concorrenza sleale particolarmente gravi in un periodo così complesso del mercato della professione, soprattutto nell’ambito dell’edilizia.

Un primo passo per arginare il fenomeno era stato già segnato, negli anni passati, con l’introduzione degli sgravi fiscali IRPEF per le ristrutturazioni, che riguardano anche i compensi dei professionisti. Queste misure, fortemente volute dalle professioni tecniche, oltre a rilanciare il mercato delle ristrutturazioni, hanno ridotto l’evasione fiscale limitatamente all’ambito degli interventi sulle costruzioni esistenti.

La misura che si propone in questo contesto, stabilisce regole chiare e trasparenti per le prestazioni professionali da rendere alla committenza privata per tutti gli interventi regolamentati dal testo unico sull’edilizia (comprese le nuove costruzioni), per cui ha una portata notevolmente più ampia, quale strumento per contrastare l’evasione fiscale e per salvaguardare contestualmente il lavoro dei professionisti onesti, in regola con il fisco.

Recenti dati censiti dalla Corte dei Conti dimostrano che la politica dei condoni, negli ultimi dieci anni, ha assicurato alle casse dello Stato ben 35 milioni di euro. Noi crediamo che lo Stato oggi debba abbandonare radicalmente queste politiche che, seppure abbiano consentito il recupero di notevoli risorse economiche, hanno finito per incoraggiare chi non versa correttamente le tasse e puntare contestualmente su nuovi strumenti strutturali, come quello proposto in questa sede, finalizzati ad assicurare il regolare versamento delle tasse da parte di tutti i professionisti incaricati, da committenza privata, di prestazioni professionali nell’ambito dell’edilizia.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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