05/11/2018
Il comunicato congiunto (leggi articolo) della RPT (Rete Professioni Tecniche) e dell'OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) non è riuscito a far cambiare idea al Governo sulla "Centrale per la progettazione delle opere pubbliche" inserita all'interno del disegno di Legge di Bilancio per il 2019.
Rispetto all'ultima bozza, però, il disegno di legge di Bilancio per il 2019, nella versione firmata dal Presidente della Repubblica e bollinata dalla Ragioneria dello Stato, è riuscito a complicare ancor più la situazione. È stato eliminato, infatti, il riferimento all'Agenzia del Demanio con la conseguenza che non si dove sarà istituita questa centrale, a chi farà capo o se sarà l'ennesimo carrozzone di cui certamente il Paese non ha bisogno.
Entrando nel dettaglio, il testo dell’articolo 17 relativo alla “Centrale per la progettazione delle opere pubbliche” prevede:
Da segnalare che nonostante nell'articolato sia stato eliminato il riferimento all'Agenzia del Demanio, il comma 8 dell'articolo 17 per gli oneri connessi all'istituzione, al funzionamento e all'attività della Centrale rimanda all'art. 15, comma 5 con il quale è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019 a favore dell'Agenzia del Demanio.
Sulla nuova "Centrale per la progettazione delle opere pubbliche" abbiamo ricevuto una nota dell'arch. Elio Caprì, Presidente dell'Associazione regionale liberi professionisti architetti e ingegneri che dissente da tale scelta che "appare sempre più orientato ad una gestione centralista e statalista anche di attività che dovrebbero essere di competenza di una classe di tecnici liberi professionisti. Tale orientamento del Governo contrasta anche con l’articolato del vigente Codice degli Appalti che al contrario ha tentato di esternalizzare fuori dalle Pubbliche Amministrazioni tutte le attività inerenti la progettazione e tutte le ulteriori attività di realizzazione di un’opera pubblica. Ma tale scelta sembra anche in contrasto con le dichiarazioni e le esternazioni più volte fatte da Ministri e rappresentanti del nuovo Governo che ponevamo in maniera prioritaria la necessità di una radicale riscrittura del Codice degli Appalti. Se esiste tale obiettivo non si comprende la necessità di un intervento come quello di una Centrale di progettazione. Inoltre esperienze di tale tipo sono state già messe in atto nei passati decenni sia a livello locale sia a livello nazionale, creando più che strutture tecniche, carozzoni politici di poca ed effettiva efficacia ed efficenza. Le stesse strutture così create si affidavano poi all’esterno, e quindi a liberi professionisti, per la redazione dei progetti".
Il Presidente Caprì si chiede, anche, "se in questo Paese vi è ancora spazio per i liberi professionisti tecnici e quale ruolo sociale si pensa che essi debbano ancora avere" ed aggiunge che con il ciatato articolo 17 "si crea dal nulla un nuovo soggetto al quale vengono affidati tutti i compiti inerenti la progettazione di un’opera pubblica; nuovo soggetto non previsto peraltro dal famigerato Codice degli Appalti di cui al D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii."
A cura di Redazione LavoriPubblici.it