Dl Semplificazioni e Ddl Delega: confermato il rinvio della Riforma del Codice dei contratti

13/12/2018

Come anticipato (leggi articolo), il Consiglio dei Ministri n. 32 dello scorso 12 dicembre ha fatto un'inversione a U sulle norme contenute all'interno del D.L. Semplificazioni, approvando un testo completamente revisionato rispetto all'ultima bozza circolata e in cui sono state eliminate, tra l'altro, le modifiche al D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) che tanto avevano contrariato professionisti e imprese; in pratica il testo originario entrato i consiglio dei Ministri costituito da 28 articoli è stato ridotto ad un nuovo testo costituito, soltanto, da 10 articoli.

Contestualmente "Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega per la revisione del Codice dei contratti, del codice del lavoro e per la semplificazione del codice di procedura civile". Lo ha comunicato il Vice Premier Luigi Di Maio nella sua consueta diretta Facebook in cui, parlando del Codice dei contratti ha aggiunto che sta bloccando gli investimenti e per questo saranno eliminate un terzo delle norme. "l Governo si fa dare una delega - ha affermato il Vice Premier stellato - e poi taglia tutto quello che non serve delle norme del codice degli appalti. I processi civili sono troppo lunghi, revisioneremo il processo civile così quando le imprese avranno dei contenziosi potranno avere una sentenza in poco tempo".

Tutto rimandato, quindi, a data da destinarsi. Niente interventi urgenti sul Codice ma un disegno di legge delega che dovrà prima passare l'esame del Parlamento e poi darà la grossa responsabilità al Governo di modificare o riscrivere le norme che regolano i contratti pubblici in Italia. Il rischio è che si decida per la riscrittura del Codice, buttando all'aria il lavoro effettuato in questi ultimi due anni e mezzo di applicazione della nuova normativa e, quindi, anche ciò che di buono aveva portato (tra cui la centralità della progettazione).

In riferimento al D.L. Semplificazioni, il Vice Premier Di Maio ha confermato l'abolizione del Sistri e del Registro unico del lavoro, anticipando che in fase di conversione all'art. 3 entreranno tante altre norme per la semplificazione normativa, eliminando "tutti gli adempimenti inutili che avevano come unica ragione di esistere giustificare i tanti enti inutili nati negli ultimi anni".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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