NTC 2018: col nuovo anno nascerà la figura del 'diagnosta' delle strutture?

27/12/2018

Questo 2018 che si sta chiudendo ha portato le tante discusse nuove NTC alle quali, nel merito del p.to 8.5.3 (carotaggi su calcestruzzo di esclusiva competenza dei laboratori) ha fatto seguito l’azione, che abbiamo già definito “eroica”, del Comitato CODIS; un’azione che ha ricevuto il plauso e l’appoggio delle maggior associazioni di settore e che ha portato anche al deposito del necessario ricorso al TAR del Lazio.

Un’esperienza così importante ha trovato la sua naturale prosecuzione nella fondazione dell’Associazione Codis (Associazione per il Controllo la Diagnostica e la Sicurezza delle Strutture Infrastrutture ed i Beni Culturali) che per la straordinarietà ed importanza che sta rivestendo merita sicuramente qualche parola.

In un’epoca buia come la nostra, in cui sembra scomparire sempre più la capacità di condividere e creare esempi positivi, un’iniziativa come quella di autoconvocazione e fondazione vissuta da questa associazione è sicuramente un segnale di speranza importante, non solo per il mondo delle professioni: ad ottobre ha infatti visto la nascita l’Associazione CODIS (Associazione per il Controllo la Diagnostica e la Sicurezza delle Strutture Infrastrutture ed i Beni Culturali) in cui si sono riunite cento tra aziende e tecnici nazionali di maggior rilevanza nel settore della diagnostica, che hanno condiviso (in due giornate di lavoro) i propri progetti, le proprie idee, le proprie speranze ed aspettative, nel poter migliorare un ambito – come quello della diagnostica dell’esistente – finora troppo bistrattato e trascurato; un’esperienza assolutamente dirompente e certamente nuova, per i modi, tra le categorie ed associazioni di settore.

La - oggi - Associazione CODIS merita poi una particolare attenzione perché prima in Italia pone al centro una figura tecnica che pur “esistendo da sempre” nell’immaginario collettivo, parlando di sicurezza nelle strutture, infrastrutture e beni culturali, non avrebbe ancora trovato un proprio riconoscimento di dignità e di categoria: la figura del diagnosta dei materiali e delle strutture. In cui il termine “diagnosi” campeggia giustamente nell’acronimo dell’associazione, a rimarcare l’origine e lo scopo tecnico-scientifico, la “diagnosi” (dal greco διάγνωσις “conoscere attraverso”) e non più, o non solo, “laboratorio di prove” (dal latino labor “fatica”, intendendo cioè il luogo in cui si schiacciano provini).

D'altronde il tecnico che opera oggi sulle strutture, infrastrutture e beni culturali non è forse - prendiamo necessariamente a prestito il linguaggio medico - il “patologo del costruito”? una figura “nuova” che affonda in realtà le sue origini nell'essenza stessa dello Scienziato a tutto tondo, del Professionista che raccoglie la sfida dell’incessante ricerca della conoscenza in cui diviene indissolubile il legame scienza-esperienza: una sfida entusiasmante che è stata raccolta da tecnici e società tra le eccellenze italiane oggi più importanti che hanno “sognato” di poter cambiare e migliorare, se non addirittura “forgiare” una nuova figura. Un “sogno” che è realtà: finalmente tutti quei professionisti (Architetti, Geologi, Geometri, Ingegneri), imprese ed enti operanti nell'ambito della diagnosi del costruito hanno trovato la loro “casa condivisa”. Un esempio unico ed innovativo a livello anche internazionale che, pur appena nato, porta in sé già un patrimonio di cultura e conoscenza tecnico-scientifica di primissimo piano; di grande rilievo a tal proposito è l’azione che l’Associazione sta portando avanti nei rapporti con Enti ed Istituzioni per promuovere proprio la figura del “diagnosta”, che forse proprio questo nuovo anno nuovo vedrà la nascita. Insomma un 2018 che ha rischiato di schiacciare un intero settore potrebbe lasciare il passo ad un 2019 positivo!

A cura di Ing. Giacomo Mecatti



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