Presentata la mappa del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico e di esondazione fluviale dei Comuni

19/02/2019

La mappa del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico e di esondazione fluviale dei Comuni rappresenta un buon punto di partenza informativo, su cui è però fondamentale ci sia un maggior coinvolgimento dei Comuni. Questo vale soprattutto per quanto riguarda i dati relativi al patrimonio edilizio pubblico e privato, per i quali gli enti territoriali non sono stati consultati”.

Queste le parole di Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e delegato Anci alle Politiche ambientali, territorio e protezione civile, in riferimento alla Mappa dei rischi dei comuni italiani, una piattaforma informativa voluta dalla struttura di missione ‘Casa Italia’ della Presidenza del Consiglio e realizzata attraverso l’integrazione delle banche dati di Istat, Ingv, Ispra, Mibact, Protezione civile, Agenzia per la coesione territoriale e Mattm.

Lo strumento presentato è un buon indicatore della esposizione ai vari tipi di rischio, visto che mette insieme informazioni prima poco coordinate ma - ha aggiunto il sindaco aretino - presenta alcune criticità per quanto riguarda la valutazione specialmente del rischio sismico e della vulnerabilità degli edifici”.

Secondo il delegato Anci alla Protezione Civile, bisogna poi fare particolare attenzione al livello di conoscenza complessiva con cui vengono trattati i dati diffusi attraverso la Mappa. “Questa piattaforma ha una configurazione un poco ibrida, a metà tra lo strumento scientifico informativo e il mezzo divulgativo su vasta scala - ha spiegato Ghinelli - E questo richiede una particolare attenzione al tema della divulgazione ad un pubblico che non ha livelli di conoscenza adeguati alla piena comprensione delle informazioni contenute nella piattaforma, e quindi della traduzione al pubblico di tali informazioni, che andrebbero dunque filtrate prima di diffonderle ai cittadini per evitare di creare inutili allarmismi”.

In ogni caso per il sindaco di Arezzo ogni strumento di conoscenza dispiega la sua utilità solo se è messo realmente in correlazione con gli interventi concreti che impattano sulla vita dei cittadini. “La valutazione del rischio, di qualsiasi tipo, ha senso se si accompagna alle misure e soprattutto se si individuano le politiche che consentano di programmare uno sviluppo, anche urbanistico, sostenibile”, ha concluso il delegato Anci.



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