La società texana Panther Oil, è sempre più decisa a portare avanti
la sua battaglia per l’
estrazione di gas nella Val di Noto,
città regina del Barocco e patrimonio dell’umanità. Il Tar di
Palermo con una sentenza ha infatti annullato gli effetti del
precedente blocco.
Dal suo luogo di vacanza, il governatore di Sicilia, l’onorevole
Salvatore Cuffaro ammonisce “Non diano via ai lavori. In
ogni caso, a settembre, il mio governo - promette - con procedura
d'urgenza presenterà all'Assemblea regionale siciliana un
provvedimento per chiudere definitivamente la questione”.
A riaprire la ferita sulle trivellazioni nel Val di Noto é stata
una sentenza del tribunale amministrativo siciliano che,
accogliendo il ricorso della Panther, ha di fatto consentito la
realizzazione del pozzo di esplorazione “Eureka est”, ma bloccando
quello del “Gallo Sud 1”.
Il ricorso parte dal fatto che all'assessorato regionale al
Territorio avevano ritenuto necessario l'avvio del Via (valutazione
d'impatto ambientale), ma la richiesta a quanto pare per inerzia
burocratica sarebbe stata notificata alla società solo dopo che era
già trascorso il periodo del silenzio-assenso previsto per
legge.
”La decisione del Tar – si giustifica l'assessore al Territorio,
Rossana Interlandi - non cambia però di una virgola le
nostre scelte politiche sul Val di Noto che sono uniche e
irreversibili:
stop alle trivellazioni.
Contro le trivelle i sindaci della zone interessate. Il sindaco di
Noto,
Corrado Valvo: “Continueremo la nostra battaglia
giudiziaria, politica ma soprattutto mediatica. Noto non può essere
colonizzata”.
Per il vicesindaco di Siracusa e responsabile delle politiche
culturali di An,
Fabio Granata, “La sentenza Tar riapre una
maglia che solo un atto politico può rimarginare”.
Giusto tre mesi or sono sembrava che con la comunicazione al Corpo
siciliano delle miniere di avere rinunciato alle trivellazioni in
un'area di 86 chilometri quadrati la questione fosse chiusa. Invece
rimane una superficie complessiva destinata alle ricerche
petrolifere di 746 chilometri quadri, sulla base delle concessioni
ottenute dalla Regione siciliana nel 2004.
L’area di perforazione inetressata ai “tagli” comprendeva Noto (21
chilometri quadri), Ragusa (17), Modica (9), Scicli (1),
Caltagirone (23) e Palazzolo Acreide (un chilometro quadro).
“Le dichiarazioni della Panther sono tutte una grande bufala - dice
adesso il sindaco Corrado Valvo - La società ha mostrato di non
avere interesse a lasciare la Val di Noto”.
Il progetto dei texani prevede nel corso di sei anni la
perforazione di ventuno
pozzi esplorativi entro l'ambito
territoriale di 746,137 chilometri quadrati con un investimento
è di 43 milioni di euro con “esclusivo obiettivo, formalmente
dichiarato, di accertare esistenza di gas naturale nel sottosuolo
economicamente sfruttabile”.
Un appello sulla polemica tra la Panther Oil, ambientalisti e
amministratori locali, che si scopre mai sopita, fu lanciato tre
mesi fa dalle pagine de “La Repubblica” dello scrittore siciliano
Andrea Camilleri: “Salviamo il Val Di Noto – scriveva il
padre del commissario Montalbano e unico intellettuale schieratosi
contro la Panther - terra di inestimabili capolavori del tardo
barocco”
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