Tra le audizioni svoltesi ieri 10 giugno 2019 presso la
Commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in
seconda lettura, in sede referente, del disegno di legge di
conversione del
Decreto-Legge 18 aprile 2019, n. 32 (c.d.
Decreto Sblocca Cantieri) recante “Disposizioni
urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per
l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione
urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”,
segnaliamo quella di LIBERA. Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie.
L’Associazione Libera esprime un giudizio complessivamente
negativo sull’impianto della legge e viva preoccupazione per il
potenziale criminogeno di alcuni meccanismi previsti in essa
contenuti. In particolare, rileva elementi di forte criticità nei
10 punti di seguito specificati
- la sospensione di alcune norme del Codice dei contratti
pubblici, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2020, che rende
inattivi: a) l'obbligo per i comuni non capoluogo
di provincia di centralizzare le procedure (art. 37, comma 4);
b) il divieto dell'appalto integrato (art. 59,
comma 1, quarto periodo); c) l'obbligo di
scegliere i commissari tra gli esperti iscritti all'albo istituito
presso l'ANAC di cui all'art. 78,
- la modifica della disciplina dell’affidamento diretto degli
appalti, secondo parametri che si ritengono potenzialmente
pericolosi per la capacità delle organizzazioni criminali di
infiltrarsi (modifica dell'art. 36 del Codice) nonché per
l’accresciuto potere discrezionale attribuito ai soggetti cui è
delegato il potere di individuare i contraenti privati;
- la possibilità offerta agli enti aggiudicatari nei settori
ordinari di decidere di esaminare le offerte prima della verifica
dell'idoneità degli offerenti (norma prevista dall'art. 133 comma 8
del Codice dei contratti per i settori speciali ed estesa ai
settori ordinari);
- l’aumento fino ad un massimo del 40% rispetto a quanto previsto
dal Codice dei contratti della soglia prevista per il subappalto
rispetto all'importo complessivo del contratto di lavori, servizi o
forniture, e la sospensione dell'obbligo di indicare la terna di
subappaltatori in sede di offerta;
- il meccanismo ideato per l’individuazione dell’offerta
vincitrice (tramite l’eliminazione delle cosiddette “offerte
anomale”), che applicando criteri macchinosi e imprevedibili
determina una sostanziale casualità degli esiti, e dunque per un
verso non impedisce l’affidamento a soggetti imprenditoriali deboli
o inadeguati, per un altro è particolarmente vulnerabile alla
creazione o al rafforzamento di cartelli imprenditoriali che
coordinando le rispettive offerte riescano a pilotare le gare;
- l’esautorazione dell’Autorità nazionale anticorruzione da buona
parte delle sue attività di supervisione del sistema degli appalti,
in particolare attraverso l’abolizione delle sue linee guida,
sostituite da un regolamento governativo;
- la reintroduzione in via sperimentale e “temporanea”
dell’appalto integrato, ossia quelle gare in cui sono i costruttori
ad assumere un ruolo egemone all’interno della definizione dei
contenuti dell’opera, visto che tocca a loro l’elaborazione di
progetti definitivi ed esecutivi; premessa per l’impoverirsi di
competenze tecniche dell’amministrazione e per il conseguente
moltiplicarsi di varianti in corso d’opera, contenziosi, paralisi
dei lavori;
- l’eliminazione dell’albo dei direttori e dei lavori negli
appalti affidati da contraenti generali che rischia di azzerare
ogni qualifica e supervisione imparziale per i professionisti
incaricati;
- la cancellazione del divieto di affidare lavori in subappalto a
imprese partecipanti alla gara, possibile contropartita negli
accordi preliminare per concordare le offerte negli accordi di
cartello tra gli imprenditori;
- la moltiplicazione a discrezione dell’esecutivo di figure
commissariali straordinarie con poteri straordinari in deroga a
tutte le norme e disposizioni vigenti e allo stesso codice degli
appalti, secondo un modello di gestione emergenziale delle opere
pubbliche che in passato non ha prodotto affatto un’accelerazione
nella realizzazione delle opere, quanto piuttosto una moltiplicarsi
di vicende di corruzione che hanno visto coinvolti i soggetti
investiti di tali poteri arbitrari.
In allegato il documento integrale consegnato alla
Commissione.
A cura di Redazione
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