NUOVE MODIFICHE?

10/09/2007

Mentre siamo in attesa che il Nuovo regolamento di attuazione ed esecuzione del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D.Lgs. n. 163/2006) approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 13 luglio scorso, sia esitato, così come previsto al comma 3 dell’articolo 5 del Codice dei Contratti (D.Lgs.n. 163/2006), dal Consiglio di Stato che avrebbe dovrà esprimersi entro 45 giorni e dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del II Decreto correttivo, nuove nubi si addensano sul Codice dei Contratti che sembra non aver pace.

Il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro parla già di un terzo decreto correttivo in cui inserire la norma relativa alla stazione unica appaltante.
Il Ministro ha precisato: “Presenterò, nel prossimo decreto correttivo, la norma che preveda anche la stazione appaltante unica a livello regionale. Una struttura per la trasparenza ed il controllo sugli appalti pubblici e le infiltrazioni mafiose che in essi tendono ad insidiarsi determinando anche gravi ripercussioni per l’economia pubblica e l’imprenditoria privata.”
C’è da dire, in verità, che la stazione unica appaltante esiste già da alcuni anni nella Regione Siciliana e non sembra che abbia dato i risultati sperati. Sembra, comunque, che il problema legato alla normativa sugli appalti non troverà pace per alcuni anni ancora, fin quando non saranno sistemate tutte le questioni legate principalmente alle competenze Stato-Regioni.

Ma vogliamo essere fiduciosi e con l’occasione ricordiamo che dopo il parere del Consiglio di Stato, il nuovo regolamento sarà adottato con Decreto del Presidente della Repubblica ma entrerà in vigore soltanto dopo 180 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e ciò al fine di dare la possibilità ai soggetti interessati di studiare un documento di oltre 300 pagine.
Con l’occasione alleghiamo alla presente il testo della Relazione illustrativa di accompagnamento al Secondo Decreto correttivo al Codice dei contratti (D.Lgs. n. 113/2006) da cui è possibile evincere le motivazioni che hanno generato i cinque articoli del Decreto Legislativo stesso.

A cura di Paolo Oreto


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