Il Comune di Palermo, con la delibera di giunta n. 614 del 29
dicembre 2005, ha approvato il Regolamento concernente
l'istituzione del Documento identificativo efficienza del
Fabbricato (D.I.E.F.), per “Nuove costruzioni” e per “Vecchie
costruzioni”.
Prima del Comune di Palermo una analoga iniziativa è stata portata
avanti dai comuni di Napoli e Roma e dalla Regione Lazio dove è
stato già introdotto il fascicolo del fabbricato.
Sul Documento identificativo efficienza del Fabbricato è già
polemica in quanto i proprietari di immobili non vedono di buon
occhio i nuovi obblighi e perché la Regione siciliana ha già in
corso una analoga iniziativa.
Il Dief sarà obbligatorio per le nuove costruzioni e facoltativo
(tranne che in casi di riconosciute condizioni critiche) per quelle
esistenti. Nel Dief dovranno essere indicati tipologia
dell'edificio, strutture di fondazione e di elevazione, anno di
costruzione, certificazioni statiche o sismiche, eventuale natura
di fessure o lesioni.
Il Dief dovrà essere redatto da un tecnico abilitato, dovrà essere
aggiornato ogni 10 anni e dovrà riportare planimetrie e grafici
descrittivi delle caratteristiche dell'immobile, una relazione
geologica sul sottosuolo, gli interventi da realizzare per la messa
in sicurezza, un giudizio sintetico sull'eventuale stato di degrado
e una dichiarazione di efficienza del fabbricato firmata da un
tecnico abilitato.
L'iniziativa del Comune potrebbe essere oggetto di ricorso al TAR
da parte di proprietari immobiliari ed ingegneri perché potrebbe
sovrapporsi al disegno di legge n. 983 depositato all'Assemblea
regionale siciliana il 18 marzo 2005, recante “Istituzione del
fascicolo del fabbricato” e in attesa di esame da parte
dell'Assemblea regionale siciliana. Nel caso in cui il disegno di
legge regionale fosse trasformato in legge regionale la stessa
avrebbe la priorità rispetto a quella comunale ed il ricorso al TAR
potrebbe scattare quasi immediatamente.
Il fascicolo del fabbricato è già stato introdotto dalle Regioni
Lazio e Campania; in quest'ultima Regione però l'iniziativa è stata
censurata dalla Corte Costituzionale con la motivazione che non si
possono delegare al privato cittadino verifiche e controlli sui
fabbricati di competenza della pubblica amministrazione.
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