ANCE: fare luce su progetto Italia e cantieri aperti subito

25/09/2019

Grande tensione fra Salini Impregilo, leader nazionale nelle grandi opere alle prese con un delicato passaggio e annesso salvataggio pubblico e i costruttori italiani dell’Ance a causa di Progetto Italia, il futuro maxi polo delle costruzioni che parte dal salvataggio di Astaldi per allargarsi a grandi imprese del settore in difficoltà.

Il tutto con il suporto economico della Cassa depositi e prestiti attraverso Cdp Equity, società controllata dalla Cassa (posseduta da Tesoro e fondazioni bancarie).

Ecco le ultime dichiarazioni del Presidente dell’Ance Gabriele Buia: “Credo sia ora che vengano rese pubbliche le condizioni dell’intervento di Cassa depositi e prestiti in Progetto Italia”.

Il Presidente Buia è, dunque, preoccupato per gli effetti distorsivi della concorrenza che questa operazione può comportare  con l’ingresso di capitale pubblico. Preoccupazioni condivise anche in sede europea ed afferma che: “Anche Bruxelles sta attendendo un chiaro segnale in tal senso”.

E al Viceministro Buffagni che in un incontro pubblico aveva definito poco trasparente e lineare la posizione dell’Associazione su Progetto Italia risponde: “è falso che l’Ance abbia espresso in incontri istituzionali con la Presidenza del Consiglio e i vertici di Cdp posizioni diverse da quelle che, in modo compatto, ha assunto da mesi di netta contrarietà alla creazione di un grande polo delle costruzioni a vantaggio di pochi e senza alcuna garanzia per chi sul mercato ci sta con le proprie forze e senza l’aiuto di nessuno”.

Piuttosto ci attendiamo che il Governo metta subito mano ai decreti attuativi delle due misure previste dal decreto crescita, Fondo salva opere e Fondo di garanzia per le Pmi, che per essere veramente efficaci “hanno bisogno di regole chiare e di risorse certe, altrimenti rimangono lettera morta”. Serve poi una spinta concreta per aprire i cantieri.

“Dobbiamo fare in fretta con la nomina dei commissari, sul modello della Napoli-Bari, e sul regolamento del Codice appalti, altrimenti si rischia il vuoto normativo”. 

 A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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