Sostegno alle famiglie più disagiate a partire dalle spese che
devono sostenere e in primo luogo quelle della casa (la prima, di
proprietà o in affitto): su questo punto sembrano ormai convergere
le intenzioni di esecutivo e maggioranza che, in vista della
presentazione della Finanziaria 2008 stanno studiando le
diverse vie da seguire.
Si tratta di molte ipotesi che sono ancora al vaglio e che devono
fare i conti con la quantità, ancora non nota, di risorse a
disposizione. Ad esempio un taglio secco all'Ici (con la
franchigia a 290 euro) - si calcolava tempo fa - costerebbe in
tutto 2,3 miliardi. Cifra di tutto rispetto che lo Stato dovrebbe
comunque garantire con nuovi trasferimenti alle casse dei comuni
nelle quali attualmente arriva l'imposta.
Ma un'altra strada e' quella dell'Irpef: si tratterebbe di
consentire a chi ha redditi più bassi di detrarre una quota di Ici
oppure parte dell'affitto pagato annualmente. Ma si discute anche
di un'ipotesi mista combinando queste due misure. Il motivo è che
l'intervento via Ici sarebbe più complesso a causa delle differenze
di accatastamento nelle diverse città italiane: ad esempio
l'attuale soglia di esenzione di poco più di 100 euro esclude dal
pagamento dell'imposta quasi tutte le case di una certa zona mentre
gli “esclusi” in una zona di maggior pregio sono decisamente meno.
Da qui la possibilità di presentare una norma-cornice che indichi
solo la percentuale dei tagli lasciando poi ai comuni il compito di
scegliere gli strumenti tecnici più idonei per metterlo in pratica.
Sicuramente il piano Casa rappresenta un passaggio
importante della politica sociale e della sicurezza.
Le prime iniziative, si stima in ambienti di governo, in questo
settore potrebbero ammontare a 500 milioni di euro. L'obiettivo
non sarebbe solo quello di ridurre la fiscalità a carico degli
affittuari e dei piccoli proprietari ma anche di individuare quegli
incentivi a favore delle giovani coppie, delle famiglie disagiate e
degli immigrati.Anche in questo caso, si tratterà di
coinvolgere gli enti locali, con nuovi piani per la cosidetta
edilizia popolare.
Ecco alcune delle ipotesi in campo.
Ici, franchigia più alta
Si pensa ad un percorso graduale: una volta varata la riforma degli
estimi che, invece che sui vani si baserà sui metri quadri, si
prevede infatti di arrivare ad una franchigia per l'Ici per
appartamenti fino ai 150 metri quadrati. Non si trattera'
dell'eliminazione tout court dell'imposta ma certo di una riduzione
consistente considerando che, a regime (si parla del 2010-2011)
chi, ad esempio, possiede una prima casa di 200 metri dovra' pagare
l'Ici solo su 50. L'entità dell'intervento non è nota e questo
anche perché la “platea” dei possibili beneficiari è molto ampia e
il costo di un intervento esteso sarebbe altissimo.
Si partirebbe quindi con gradualità: intanto si pensa di aumentare
la franchigia dagli attuali 103 euro fino a portarla a 290 euro.
Questo avrebbe, secondo la Ragioneria, un costo di 2,3
miliardi.
Ici detratta dall'Irpef
L'Ici si abbasserebbe anche in questo caso non per effetto di una
“soglia” ma grazie alla detraibilità dall'imposta sulle persone
fisiche. Si tratterebbe in pratica di consentire a chi ha redditi
più bassi di di pagare l'Ici ma di poterla anche detrarre dal
reddito. Non è ancora noto in quale percentuale sarà possibile la
detrazione ma, collegandosi all'Irpef, ci sarebbe il vantaggio di
avere un impatto proporzionale al reddito. Inoltre il costo di
questa operazione non ricadrebbe sui Comuni ma direttamente sullo
Stato. Questa resta al momento solo una ipotesi, sicuramente
gradita dagli enti locali. Ma, appunto solo una proposta tra le
diverse soluzioni tecniche possibili. Tant'è che l'Esecutivo
potrebbe optare per una norma-cornice che quantificherebbe il
taglio dell'imposta lasciando poi ai singoli comuni il compito di
scegliere le soluzioni tecniche per metterlo in pratica.
Affitti detratti dall'Irpef
L'intento del Governo è quello di contenere la pressione fiscale e
contestualmente aiutare chi è più in difficoltà. Per questo
l'intervento potrebbe riguardare invece direttamente una
detrazione, sempre a valere sull'Irpef, di una quota dell'affitto
pagata annualmente.
In questo caso il problema riguarderebbe però gli incapienti che
sono coloro che non pagano tasse perché hanno un reddito troppo
basso e non potrebbero quindi neanche beneficiare delle detrazioni
fiscali.
La “platea” interessata alle misure
La platea dei destinatari di una possibile revisione del sistema di
detrazioni legate all'Ici è rappresentata da 17,3 milioni di
famiglie che vivono in case di proprietà: il conto lo ha fatto
l'Istat.
Le famiglie in affitto, possibili destinatarie di nuove detrazioni
sono invece 4,2 milioni con un monte affitti stimato in 17 miliardi
di euro annui. Per quanto riguarda le famiglie giovani (età
inferiore ai 35 anni) l'Istat sottolinea che tra i 2,1 milioni di
nuclei (4,8 milioni di individui) si rileva una quantità di
proprietari “notevolmente inferiore alla media”: il 50,8% rispetto
al 73,3%. E elevata è anche la quota di chi ha chiesto un mutuo
(18,9% contro il 10,1).
Quanto costano le misure
La Ragioneria tempo fa calcolava che lo sconto Ici di 290 euro
sulle prime case vale circa 2 miliardi di euro, mentre le
detrazioni sugli affitti pesano per circa 1,3 miliardi di euro.
Fonte: www.demaniore.com
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