Lo scorso 18 settembre la Camera dei Deputati ha approvato alcune
risoluzioni presentate alla relazione della VIII Commissione
Ambiente sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici. Le
riflessioni presenti all'interno della relazione hanno cominciato a
puntare verso azioni propositive che, partendo da una analisi della
consistenza del fenomeno, sono giunte a definire le modalità con le
quali la comunità internazionale e i singoli paesi possono
affrontarlo.
Tutti concordi sulla tesi che il riscaldamento globale è un dato di
fatto causato in buona parte dall'uomo e che il contributo
dell'edilizia nei consumi totali di energia del Paese è pari a
circa il 30% del totale La causa principale di questo forte
dispendio di energia è da ricercarsi, principalmente, nelle
mediocri prestazioni energetiche degli edifici italiani. Ma,
secondo quanto afferma la relazione, i margini di miglioramento nel
settore dell'edilizia sono decisamente promettenti e le azioni
svolte dal Governo negli ultimi anni, nonché la crescente
sensibilizzazione del popolo italiano fanno ben sperare.
Sono state, altresì, delineati alcuni accorgimenti determinanti per
la riduzione delle emissioni causate dal raffreddamento e dal
riscaldamento degli edifici, ed in particolare:
- il risanamento edilizio;
- impianti di riscaldamento e raffreddamento più efficienti;
- sistemi passivi contro la dispersione termica (coibentazioni,
vetro-camera, ecc.);
- sistemi di illuminazione a basso consumo (lampade a risparmio
energetico);
- tecnologie dell'edilizia bio-climatica;
- pannelli solari termici e fotovoltaici;
- la microgenerazione eolica;
- il rafforzamento dei requisiti di efficienza richiesti per le
nuove costruzioni e l'estensione alle ristrutturazioni;
- la certificazione energetica degli edifici da promuovere ed
estendere.
Ma non è tutto, all'interno della relazione vi è la constatazione
di dover monitorare continuamente la detrazione del 55% introdotta
con l'ultima Finanziaria per il miglioramento energetico degli
edifici, al fine di valutarne gli effetti reali, correggerne gli
aspetti problematici, renderla permanente nel tempo ed ampliarne la
portata. In tal senso, la speranza è che il Governo si renda
finalmente conto delle eccessive diversità di applicazione delle
leggi statali che, venendo recepite diversamente da regione a
regione e senza alcun coordinamento, creano forte disagio tra i
"consumatori energetici", i quali rappresentano la base per
l'attuazione di una politica energetica intelligente. E visto che
corpo senza testa non può camminare, lo Stato deve essere il primo
a dare il buon esempio partendo da programmi incisivi di
ristrutturazione energetico-ambientale dell'ingente patrimonio
pubblico (case, scuole, uffici, caserme, impianti sportivi,
carceri, sedi delle ambasciate all'estero, ecc.) coinvolgendo nel
programma tutti i Ministeri e gli Enti interessati.
Interessante il paragrafo 2.4 della relazione che, partendo dalla
constatazione che la quota di energie rinnovabili del nostro Paese
è ancora del tutto insufficiente e che molto può essere realizzato,
propone:
- un forte potenziamento dell'utilizzo dell'energia eolica, che
in Italia ha superato i 2000 MW, ma che potrebbe facilmente
espandere di 3-4 volte la potenza installata;
- un quadro più stabile per gli incentivi al fotovoltaico in modo
da favorire la produzione nazionale di pannelli che al momento
vengono per la metà importati dall'estero;
- l'estensione del meccanismo del "conto energia" anche alle
altre energie rinnovabili.
Ma, come afferma il documento, per spingere sulle energie
rinnovabili sono necessari alcuni presupposti:
- rendere giuridicamente certi, stabili nel tempo e aumentare
considerevolmente gli incentivi allo scopo di stabilizzare la
produzione, la promozione, l'installazione, nonché rafforzare la
sicurezza programmatica degli investimenti;
- ridefinire chiaramente i regimi autorizzativi per accelerare le
procedure;
- definire obiettivi ragionali concordati e vincolanti (con premi
e sanzioni);
- rendere ancora più vincolanti gli obblighi di sfruttamento di
energie rinnovabili nelle nuove costruzioni e il risanamento
profondo delle vecchie costruzioni.
La rivoluzione energetica necessaria passa anche attraverso una
profonda rivoluzione culturale che imprima nuova spinta
all'avanzamento dell'intera umanità. Il passaggio dall'economia
della materia ad una economia della conoscenza e dell'informazione
implica una radicale svolta culturale ed una forte accelerazione
tecnologica. Le innovazioni in tutti i settori nevralgici del
Paese, come anche lo sviluppo e l'impiego di nuove tecnologie, sono
la chiave per mobilizzare i potenziali di riduzione dei gas serra e
contemporaneamente per sfruttarne le opportunità economiche.
Combattere i cambiamenti climatici significa pensare ad una seconda
rivoluzione industriale, all'uscita dall'era del fossile e al
passaggio ad una economia dematerializzata dove prevalgono la
conoscenza e l'informazione sul consumo di energia e di materia. E
per quanto riguarda il nostro Paese in particolare la qualità, la
bellezza, la creatività. L'Italia in particolare ha una forte
necessità di recuperare il ritardo accumulato nella costruzione di
una solida filiera industriale dedicata, in particolare, alle nuove
fonti energetiche, al rilancio delle fonti rinnovabili, allo studio
di nuovi materiali, macchinari ed impianti ecocompatibili.
I campi promettenti su cui impegnare le Agenzie di ricerca del
Paese e le Università sono tra gli altri:
- le tecniche avanzate di risparmio energetico nei diversi
settori civili e industriali;
- le energie rinnovabili (solare termico e fotovoltaico anche
polimerico, eolico, geotermico, onde e maree, biocombustibili,
ecc.);
- le nuove frontiere dell'energia come l'idrogeno e le celle a
combustibile;
- i sistemi e i materiali avanzati in edilizia;
- i motori a bassi consumi/emissioni;
- le tecniche di risparmio idrico;
- la meteorologia e climatologia in tutti i suoi aspetti comprese
le tecnologie satellitari di monitoraggio;
- il carbone semi-pulito e il sequestro del carbonio;
- il nucleare sicuro (chiusura del ciclo delle scorie e "
decommissioning");
- il nucleare da fusione e la fusione fredda.
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