Codice dei contratti e nuovo Regolamento unico: il 5 dicembre 2019 l'audizione per le osservazioni sullo schema

04/12/2019

Mentre cominciano a circolare i primi malumori in merito all'operato del nuovo Ministro delle Infrastrutture (che mai e poi mai, neanche sotto tortura chiamerò Ministra), Paola De Micheli, e alcuni nostalgici rimpiangono addirittura le gaffe dell'ex Ministro Danilo Toninelli e le parodie di Maurizio Crozza, ecco che arrivano le prime indiscrezioni sulla data per la stesura finale dello schema di Regolamento Unico del Codice dei contratti da parte della Commissione di esperti di Porta Pia.

Avrebbe dovuto essere pronto entro il 15 dicembre 2019 per cominciare i normali passaggi istituzionali per la definizione del D.P.R., lo aveva dichiarato pubblicamente il Ministro De Micheli, adesso però la situazione potrebbe cambiare. Dopo la semplificazione voluta dal Ministro che ha portato lo schema di Regolamento da 259 articoli a 273 e alcuni malumori nati in riferimento alla previsione dell'appalto integrato sul progetto preliminare, è stata fissata per il 5 dicembre 2019 l'audizione dei soggetti interessati per la presentazione di osservazioni e proposte. E, a meno che l'audizione non sarà come quella che ha preceduto la nascita del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti), ovvero disorganizzata, sconclusionata e alla fine completamente inutile, i tempi sono destinati a dilatarsi.

Niente di grave se pensiamo che il precedente Regolamento, D.P.R. n. 207/2010, ha visto la luce ben 4 anni dopo la pubblicazione del vecchio D.Lgs. n. 163/2006 (che in molti cominciano a rimpiangere). Se non fosse che mentre nel 2006 il sistema dei lavori pubblici ha avuto un vero e proprio Codice (ovvero una propria raccolta, completa, di norme), nel 2016 la riforma ha partorito un impianto normativo che, benché supportato dalla stampella del vecchio regolamento non ancora completamente abrogato, necessita ancora di parecchie disposizioni attuative per entrare davvero in vigore.

A distanza ormai di 3 anni e mezzo, e con la consapevolezza che il nuovo Regolamento (bene che vada) non vedrà la luce prima di metà 2020, saranno ormai trascorsi 4 anni, in barba a chi ha sempre affermato che il tempo a disposizione sarebbe stato sufficiente per non superare i tempi del precedente D.P.R. n. 207/2010. In tutto questo dobbiamo considerare che il Parlamento è al lavoro per la definizione della conversione in legge del Decreto Fiscale (i cui tempi scadono proprio a Natale) e della Legge di Bilancio per il 2020, certamente temi poco leggeri, e non è dato conoscere la priorità che questo Governo ha dato al nuovo Regolamento in mezzo ai tanti altri impegni.

Certamente, come già rilevato (leggi articolo), lo schema di Regolamento crea un forte solco rispetto al passato e all'idea di avere in Italia un'Authority (l'ANAC) a cui affidare il compito di legiferare. Solco che ha gettato al fuoco le Linee guida sul RUP riprendendo quasi integralmente le disposizioni contenute nel vecchio D.P.R. n. 207/2010 e allora la domanda nasce spontanea: riuscirà mai l'Italia ad avere una normativa definita, condivisa e stabile nel tempo che possa consentire agli operatori di avere un quadro chiaro e regole certe?

In allegato lo schema di Regolamento posto in audizione il prossimo 5 dicembre.

#unpensieropositivo

A cura di Ing. Gianluca Oreto



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