Legge di Bilancio per il 2020, Fondazione Inarcassa su abrogazione sconto in fattura per ecobonus e sismabonus

13/12/2019

Sembrava che l'emendamento approvato in Commissione Bilancio del Senato per l'abrogazione dello sconto in fattura relativo all'ecobonus e al sismabonus potesse essere apprezzato dopo che la pubblicazione della Legge n. 58/2019 di conversione del D.L. n. 34/2019 (c.d. Decreto Crescita) aveva visto gli operatori del settore fortemente contrari alla possibilità di convertire la detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica e riduzione del rischio sismico in sconto di pari importo che l'impresa dovrà applicare in fattura.

In realtà, dopo la presa di posizione dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), che ha contestato l'abrogazione definendola un "danno per i cittadini e le imprese", è arrivato anche il commento critico di Fondazione Inarcassa.

"Eliminare totalmente lo sconto in fattura - afferma il Presidente di Fondazione Inarcassa Egidio Comodo - significa disincentivare la messa in sicurezza del patrimonio edilizio e avvantaggiare le sole imprese. Se da una parte apprezziamo il ripensamento da parte del Governo, dall’altra non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti di questa misura correttiva che impone una soglia troppo alta, un ostacolo all’accesso dei nostri professionisti all’incentivo fiscale”.

Il commento del Presidente della Fondazione Inarcassa è arrivato dopo la proposta di una riconferma dello sconto in fattura con l'introduzione di una soglia di 200mila euro dei lavori, solo per gli interventi di ristrutturazione di primo livello, per le parti comuni degli edifici condominiali.

A queste condizioni - conclude Comodo -  in un momento di crisi di tutta la filiera dell’edilizia e soprattutto dei professionisti architetti ed ingegneri, si rende inutilizzabile un importante strumento di rilancio degli interventi di riqualificazione energetica e consolidamento sismico. Per questo motivo lanciamo un appello al Governo per chiedere l’introduzione almeno di una soglia più bassa per i servizi di ingegneria e architettura, 20mila euro, che tuteli anche il mercato del lavoro dei liberi professionisti”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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