Lo scorso 20 ottobre è stato presentato a Roma il "Rapporto sulla
condizione abitativa in Italia: fattori di disagio e strategie di
intervento" commissionato a Nomisma dal Ministero delle
Infrastrutture, Direzione Generale per l’Edilizia Residenziale e le
Politiche Urbane e Abitative, in occasione della Conferenza
Nazionale sulle Politiche Abitative che ha come obiettivo la
quantificazione della dimensione reale dei fenomeni di disagio
abitativo delle famiglie.
Il Rapporto è suddiviso nei seguenti principali capitoli:
- il contesto di riferimento;
- le forme di disagio abitativo;
- le strategie d’intervento.
Dal rapporto Nomisma si ricava che mentre l’80% degli italiani ha
dichiarato di vivere in una casa di proprietà, il 14% dichiara
invece di abitare in una casa in locazione ed un 6% in
un’abitazione ad uso gratuito.
La dinamica dei canoni locativi è risultata, nell’ultimo decennio,
particolarmente accentuata. In linea con la tendenza generale del
mercato immobiliare italiano, anche il comparto della locazione
residenziale si è caratterizzato per una cospicua crescita dei
valori di riferimento.
Esaurita la parentesi recessiva, che aveva colpito il settore tra
il 1992 e il 1997, il mercato immobiliare italiano è entrato in una
lunga e robusta fase espansiva che, solo oggi, a quasi dieci anni
di distanza, mostra i primi segnali di attenuazione.
La spesa sostenuta dalle famiglie italiane per accedere al mercato
degli affitti, a canoni di mercato, varia sensibilmente tra città e
città, così come in misura diversa, su scala territoriale, il costo
dell’affitto si modifica nel tempo allargando le condizioni di
disagio abitativo nelle realtà urbane di maggiore dimensione.
Secondo i dati di Nomisma il costo medio mensile nel 2007 per
accedere alla locazione di una casa di 90 mq è:
- a Roma di 1.523 euro (+84,8% rispetto al 2000),
- a Milano di 1.252 euro (+51,2%),
- e in media nelle altre 11 aree metropolitane di 805 euro
(+46,4%).
In riferimento, poi, ai mutui, il rapporto precisa che nel 2006,
secondo quanto emerge dai dati Istat, tra le famiglie che vivono in
abitazioni di proprietà, il 13,8% paga un mutuo la cui rata
rappresenta in genere un’uscita consistente: in media 458 euro al
mese (il 4,5% in più dell’anno precedente).
Dal rapporto si evince, anche, che un particolare tipo di disagio
abitativo è quello legato al fenomeno della progressiva
posticipazione dei giovani del momento di uscita dalla casa dei
genitori in corso da vari decenni che però sta attualmente toccando
livelli inediti e che vede l’Italia su posizioni estreme rispetto
agli altri Paesi europei.
Nell’arco di dieci anni la permanenza dei giovani in famiglia di
età compresa fra i 18 e i 24 anni si è mantenuta pressoché stabile
e ha riguardato ben oltre la metà dei giovani, mentre si è
assistito a una crescita rilevante nelle fasce di età più adulte,
comprese tra i 25-29 anni e 30-34 anni, in cui la quota di quelli
che rimangono in casa è aumentata rispettivamente di 12,8 e 11,1
punti percentuali.
La difficoltà di rendersi autonomi economicamente e dunque di poter
viver in maniera indipendente in un alloggio proprio o in affitto è
alla base di questa forma di disagio che mina da vicino la
possibilità ai giovani di creare un nuovo nucleo familiare ed
arricchire la struttura demografica del Paese.
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