Dal Consiglio direttivo dell’
Istituto nazionale di
Architettura presieduto da
Adolfo Guzzini e tenutosi a
Recanati il 14 e 15 settembre scorso, un documento finale che
tratta:
- la qualità della domanda nelle trasformazioni del territorio;
- una nuova alleanza tra progetto ed impresa;
- recuperare consenso alle trasformazioni del territorio.
L’Istituto nazionale di Architettura interviene, quindi,
sull’
appalto integrato che ha diviso e divide progettisti ed
imprese precisando che:
- non è il nemico della qualità né l’ostacolo insormontabile per
realizzare l’Architettura;
- un rapporto più organico tra progetto ed esecuzione può, al
contrario, produrre effetti positivi a condizione che sia garantita
l’unità del processo progettuale, dall’ideazione alla
costruzione.
Z L’Istituto nazione di architettura propone che il
progettista diventi il
Responsabile Unico del
Progetto è cioè, anche se in forme e modi diversi nelle diverse
fasi, garante della compatibilità fra le scelte che debbano
svilupparsi durante il processo che dalla fase di concezione porta
all’effettiva realizzazione dell’intervento; il progettista
dell’opera deve essere in grado di guidare e sviluppare con
coerenza la complessità della elaborazione progettuale in tutte le
fasi di sviluppo e realizzazione.
Occorre un diverso modo di intendere il rapporto tra la
progettazione e la costruzione precisando che le stesse non sono
conflittuali tra loro, soprattutto in un quadro generale italiano
che vede la presenza di un numero spropositato di professionisti e
di imprese, deve produrre modelli procedimentali in grado sia di
far crescere la cultura professionale sia di promuovere processi
industriali innovativi.
La proposta di Inarch è quella di sperimentare
formule
innovative di appalto integrato, in cui la proposta
progettuale, presentata dall’impresa nella sua fase esecutiva, sia
valutata e confrontata, come unico sistema di selezione, attraverso
il sistema del
dialogo competitivo, già previsto dalle
Direttive Europee.
Dialogo competitivo che deve essere realizzato con commissioni
esaminatrici sempre presiedute dal progettista delle fasi
preliminari e definitive dell’opera, a garanzia della coerenza e
della qualità della proposta dell’impresa.
Questo sistema consentirebbe, oltretutto, di superare
definitivamente la logica dell’appalto al massimo ribasso che è la
negazione della qualità del progetto e del costruito.
Inarch aggiunge, anche, che occorre sviluppare forme di appalto
concorso o di appalto integrato con presentazione di progetto
definitivo, in cui il confronto concorrenziale avvenga su progetti
elaborati sulla base di documenti di programma e non di progetti
preliminari.
Per Inarch, inoltre, è fondamentale garantire il controllo da parte
del progettista della fase di costruzione dell’opera, definendone
ruolo e competenze ed inserendo tale figura a pieno titolo
nell’ufficio di direzione lavori. Ciò nell’ottica della piena
tutela della coerenza tra progetto e realizzazione e della
razionalizzazione e ottimizzazione del processo costruttivo.
© Riproduzione riservata