Il Lazio si aggiunge all'elenco di Regioni "virtuose" per quel
che riguarda l'equo compenso e il pagamento delle
prestazioni professionali.
La giunta regionale del Lazio, nella seduta del 28 gennaio 2020,
ha, infatti, approvato un provvedimento (delibera n. 22 del 28
gennaio 2020) recante "Indirizzi in materia di equo compenso
per l'acquisizione delle prestazioni professionali. Legge regionale
12 aprile 2019, n. 6 «Disposizioni in materia di equo
compenso e di tutela delle prestazioni professionali»".
L'equo compenso e l'inderogabilità dei parametri
ministeriali
Il nuovo provvedimento prevede l'inderogabilità dei
parametri ministeriali per i compensi professionali e il
divieto di clausole vessatorie. Entrando nel
dettaglio, la nuova delibera impartisce agli uffici regionali, agli
enti strumentali e alle società controllate della Regione Lazio, i
seguenti indirizzi in materia di acquisizione di servizi
professionali:
- negli atti relativi alle procedure di affidamento, gli importi
dei compensi professionali, da utilizzare quale criterio o base di
riferimento per individuare il prezzo a base di gara, devono essere
determinati sulla base dei parametri stabiliti dai decreti
ministeriali adottati per le specifiche professionalità;
- negli avvisi pubblici relativi alle procedure di affidamento di
cui alla lettera precedente, devono essere utilizzate formule che
scoraggino i ribassi eccessivi. Il compenso finale dovrà essere
conforme ai già menzionati parametri;
- nell’impostazione degli atti delle procedure di affidamento, i
compensi professionali dovuti a coloro che svolgono professioni
ordinistiche per le quali non sono stati individuati specifici
parametri per la determinazione dei compensi e a coloro che
svolgono professioni non organizzate disciplinate dalla Legge n.
4/2013 devono essere proporzionati alla quantità, alla qualità e al
contenuto delle caratteristiche delle prestazioni, tenendo conto,
ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie
professionali;
- nella predisposizione del contratto di incarico professionale,
fatta salva la previsione di cui all’art. 5 della L.R. n. 6/2019,
non devono essere inserite clausole “vessatorie”, come configurate
dall’art. 13 bis della legge 31 dicembre 2012, n.247 e in
particolare le clausole che consistono:
- nella riserva per l’Amministrazione della facoltà di modificare
unilateralmente le condizioni del contratto;
- nell'attribuzione all’Amministrazione della facoltà di
rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi
essenziali del contratto;
- nell'attribuzione all’Amministrazione della facoltà di
pretendere prestazioni aggiuntive che il professionista deve
eseguire a titolo gratuito;
- nella previsione di clausole che impongono al professionista
l’anticipazione di spese ovvero la rinuncia al rimborso delle spese
direttamente connesse alla prestazione dell'attività professionale
oggetto del contratto;
- nella previsione di termini di pagamento superiori a sessanta
giorni dalla data di ricevimento da parte del cliente della fattura
o di una richiesta di pagamento di contenuto equivalente;
- nella previsione che, in ipotesi di nuovo contratto sostitutivo
di altro precedentemente stipulato con il medesimo cliente, la
nuova disciplina sui compensi si applichi, se comporta compensi
inferiori a quelli previsti nel precedente contratto, anche agli
incarichi pendenti o, comunque, non ancora definiti o
fatturati;
- nella previsione che il compenso pattuito per l'assistenza e la
consulenza in materia contrattuale spetti soltanto in caso di
sottoscrizione del contratto;
- nella specifica ipotesi di predisposizione del contratto di
incarico professionale con un avvocato del libero foro, sono da
considerarsi vessatorie le clausole che consistono nella previsione
che, in ipotesi di liquidazione delle spese di lite in favore del
cliente, all'avvocato sia riconosciuto solo il minore importo
previsto nella convenzione, anche nel caso in cui le spese
liquidate siano state interamente o parzialmente corrisposte o
recuperate dalla parte.
Il Commento di Confprofessioni
"Tutti i professionisti del Lazio possono tirare un respiro
di sollievo - commenta il presidente di
Confprofessioni Lazio, Andrea
Dili - La delibera approvata dalla Regione Lazio è
rivoluzionaria, perché impone a tutte le strutture regionali
l'inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi
professionali e vieta l'utilizzo di clausole vessatorie nei bandi.
Per questo ringraziamo la Giunta regionale e l’On. Eleonora Mattia,
promotrice della legge che ha consentito tale passaggio".
"La delibera – conclude il Presidente Dili –
spalanca le porte a un intervento legislativo che anche a
livello nazionale riconosca il valore sociale ed economico delle
prestazioni professionali ed il diritto a un’equa remunerazione,
adottando i parametri ministeriali già in vigore e individuando
analoghi criteri per definire le prestazioni non ancora contemplate
dai parametri. Ci auguriamo, pertanto, che anche in sede di esame
del decreto Milleproroghe Governo e Parlamento si facciano
promotori di iniziative in tal senso".
Il commento di Fondazione Inarcassa
“Fondazione Inarcassa accoglie con grande soddisfazione il
provvedimento e ringrazia la Giunta regionale e l’On. Eleonora
Mattia per essere intervenuti ancora una volta a tutela dei
professionisti. Non possiamo che guardare con favore ad una misura
che impone di determinare i compensi professionali sulla base dei
parametri stabiliti dai decreti ministeriali. Ma non solo. Questa
delibera fa un ulteriore passo in avanti imponendo l'utilizzo alle
amministrazioni regionali di formule che scoraggino i ribassi
eccessivi e vietando ogni tipo di clausola vessatoria”.
Queste le parole del Presidente di Fondazione
Inarcassa, Egidio Comodo, che ha
aggiunto: “La delibera si inserisce nel solco già tracciato da
molte altre regioni, il cui sforzo tuttavia, sebbene considerevole,
non è più sufficiente: serve al più presto una legge nazionale,
obiettivo al quale la Fondazione sta lavorando da molto tempo. Per
questo motivo, con i Senatori Lomuti e Santillo (M5S), che abbiamo
incontrato pochi giorni fa al Senato, e che ringrazio, è stata
ribadita la necessità per i liberi professionisti di una legge che
sia garanzia di dignità lavorativa e che individui una soglia
minima al di sotto della quale il compenso non sia più “equo” e che
non consenta prestazioni gratuite o sottopagate”.
Il commento dell'Ordine degli Ingegneri di Roma:
"Niente più prestazioni aggiuntive da parte del professionista a
titolo gratuito"
Sull'approvazione della delibera n. 22 del 28 gennaio 2020 della
Giunta Regionale del Lazio è intervenuto l'Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Roma che ha fornito un grande contributo
all'iter legislativo ceh ha, di fatto, previsto che:
- i compensi professionali per chi svolge una consulenza per gli
Enti Regionali, le strutture partecipate e controllate dalla
Regione Lazio, saranno calcolati in base ai parametri ministeriali
in materia;
- allo scopo di verificare il pagamento per la prestazione
professionale, l’attestazione dello stesso da parte
dell’amministrazione deve avvenire con ricezione della copia della
fattura elettronica o con il modello di dichiarazione sostituiva di
atto di notorietà redatto da parte del professionista ai sensi del
d.p.r. n. 445/2000 (il modello è stato allegato alla
delibera).
I compensi dei professionisti saranno conteggiati in base alle
tabelle ministeriali e, in ogni caso, calibrati sulla qualità e
sulla quantità della prestazione svolta. Importante è anche
l'estinzione di alcune clausole altamente vessatorie come:
- la possibilità di modificare il contratto in modo unilaterale
da parte della Regione;
- il rifiuto da parte dell'Amministrazione di mettere in forma
scritta gli accordi pattuiti;
- il pretendere da parte dell'Amministrazione prestazioni
aggiuntive da parte del professionista a titolo gratuito.
“Abbiamo raggiunto un importantissimo risultato nel
Lazio - ha commentato Carla Cappiello,
Presidente degli Ingegneri di Roma - per cui ringrazio l'On.
Mattia, che da sempre ha tenuto in grande considerazione il parere
dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma in questo
processo legislativo, che segna un cambio di passo per il mondo
delle professioni. L'auspicio ora è che anche il Governo Centrale
segua la scia della Regione già con il prossimo Mille
Proroghe".
A cura di Redazione
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