IL MINISTERO RIVEDE IL TESTO

04/10/2007

Dopo il parere favorevole espresso dal Consiglio di Stato con parere n. 3262 del 17 settembre 2007, lo schema del nuovo Regolamento, predisposto dal Ministero delle Infrastrutture ed approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri in data 13 luglio 2007, torna al Ministero che dovrà procedere alla riscrittura dello stesso per tenere conto di tutte le osservazioni e le condizioni contenute nel parere stesso.
I tecnici del Ministero delle Infrastrutture stanno procedendo ad esaminare il voluminoso documento predisposto da Palazzo Spada e costituito da 69 pagine suddivise nei seguenti paragrafi:
  • l’iter e la struttura dello schema di regolamento;
  • la natura giuridica del regolamento di cui all’art. 5, d.lgs. n. 163/2006;
  • le criticità del regolamento;
  • osservazioni sui singoli articoli;
  • rilievi formali,
ed in cui, a parte i rilievi e le osservazioni di carattere generale, le osservazioni sui singoli articoli riguardano circa 120 articoli su 363. Ma non mancano le polemiche da parte del Ministero delle Infrastrutture che si stupisce delle critiche che il Consiglio di Stato ha avanzato sul documento stesso e principalmente di quelle legate al mancato coordinamento dello schema di regolamento con il secondo decreto correttivo (D.Lgs. n. 113/2007).
Per il Ministero è ovvio che lo schema di Regolamento, predisposto antecedentemente al mese di luglio ed approvato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici il 27 giugno scorso, non poteva coordinato con le disposizioni contenute nel decreto legislativo 31 luglio 2007, n. 113 (secondo decreto correttivo) per il fatto stesso che lo schema di Regolameto era stato inviato al Consiglio di Stato il 19 luglio scorso e, quindi, alcuni giorni prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del D.Lgs. n. 113/2007.
Il Ministero, quindi, precisa che, volutamente e per rispetto dei lavori del Consiglio di Stato, è stato predisposto uno schema di regolamento coordinato con le norme vigenti e, quindi, non aggiornato con quelle che non erano state ancora approvate in via definitiva.

A differenza di quanto è possibile ipotizzare dalla lettura del parere del Consiglio di Stato, il Ministero precisa che si tratta di modifiche che non stravolgeranno l’impianto generale di un articolato complesso ed approfondito.
E le polemiche continuano ancora sul fatto che mentre il Consiglio di Stato, nel proprio parere, precisa che il Regolamento non può disciplinare materie non demandate dal Codice stesso, il Ministero crede, invece, che in alcuni casi occorre rendere operativi alcuni istituti disciplinati dal Codice come, ad esempio,il dialogo competitivo.
A differenza di quanto pensa il Consiglio di Stato, quindi, non si tratta di fare diventare il regolamento del Codice, un regolamento “indipendente” (precisa il Consiglio di Stato, nel proprio parrere che “è da escludere che il regolamento in esame possa disciplinare materie ad esso non demandate dal codice, atteggiandosi pertanto a regolamento indipendente, in quanto quest’ultima tipologia è da ammettere con estrema cautela nelle sole materie “vergini” non ancora regolate con legge, e sempre che non si tratti di materie in cui vi è riserva assoluta o relativa di legge) ma di dargli una funzione attuativa ed esecutiva per il buon andamento dell’azione amministrativa.

Il Ministero utilizzando il parere del Consiglio di Stato come utile guida, procederà, quindi, alla stesura del nuovo testo che dovrebbe essere pronto entro i primi del mese di novembre dopo, peraltro, che la Corte costituzionale (23 ottobre prossimo) si pronuncerà sui ricorsi presentati da cinque regioni che non hanno accettato la riduzione delle proprie competenze normative.

A cura di Paolo Oreto


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