Lettera aperta del Presidente Merloni: Su Anac e contratti pubblici tante proposte, poca concretezza

09/04/2020

Il Presidente f.f. dell'ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) Francesco Merloni che ha sostituito il Presidente Raffaele Cantone dopo le dimissioni è intervenuto sull'attuale dibattito in tema di nuovo Regolamento attuativo del Codice dei contratti e di modifiche dello stesso con una lettera aperta avente ad oggetto "Anac e contratti pubblici: tante proposte, poca concretezza"

Lettera aperta 9 aprile 2020 con richiesta di un massiccio investimento publico

Nella lettera aperta il Presidente Merloni propone “Un massiccio investimento pubblico teso a ricreare, con nuovo personale di elevata competenza tecnica e un deciso rilancio delle tecnologie informatiche, quell’amministrazione di qualità che si è perduta negli ultimi vent’anni” per la ripartenza economica lanciata dall’Autorità nazionale anticorruzione, riassumendo le necessità in “Diecimila ingegneri assegnati, con procedure rapide, un numero ristretto di stazioni appaltanti e presidi territorialmente distribuiti per la dotazione informatica delle amministrazioni rappresenterebbero una buona risposta per una ripresa effettiva e duratura del Paese”.

Problema che non sta nel Codice

Il problema che si è posto successivamente non sta nel Codice, come autorevoli interventi di recente hanno ricordato. Non sta nei suoi limiti, pur esistenti, quali l’eccessivo dettaglio della disciplina o l’eccessiva fiducia su un apparato sanzionatorio spesso ridondante, ma nel suo sostanziale rifiuto da parte dei principali protagonisti: da quattro anni si registra una sorda resistenza delle stesse stazioni appaltanti al processo di riqualificazione; le linee guida non sono state percepite per quello che la legge vuole, cioè delle raccomandazioni, ma come ulteriori vincoli; le imprese hanno chiesto interventi contraddittori, da un lato maggiori vincoli  e dall’altro più deroghe ai vincoli così posti.

Babele di posizioni

Ne è derivata una babele di posizioni e di interventi normativi, dalla sospensione di alcuni capisaldi del Codice del 2016 alla previsione di un regolamento esecutivo sostitutivo delle linee guida ANAC, destinato a produrre ulteriore complicazione normativa. Da proposte poco praticabili come la sottrazione di compiti di vigilanza all’ANAC, per attribuirli alla Corte dei Conti (una soluzione che complicherebbe il quadro anziché semplificarlo: non si comprende come andrebbero ripartite le competenze e quale destino dare agli uffici dell’Autorità che fanno vigilanza, mentre oggi ANAC e Corte dei Conti collaborano ampiamente e positivamente).

Non sono necessarie soluzioni emergenziali

Ad avviso dell’Autorità la soluzione non verrà con l’adozione di “soluzioni emergenziali” e “commissari dotati di ampi poteri derogatori per la realizzazione delle opere strategiche (il ‘modello Genova’ esteso se non a tutte le opere, a quelle ‘strategiche’)”. Né è ipotizzabile, come pure da alcune parti è stato suggerito, “sopprimere tutto: codice degli appalti, gare europee, controlli paesaggistici, certificati Antimafia, vigilanza Anac”. Infatti “l’idea che concorrenza ed efficienza non vadano d’accordo con la prevenzione della corruzione è una pura petizione di principio, smentita dai fatti”. Coniugare rispetto della legalità e celerità è possibile e doveroso, soprattutto in un settore, come quello degli appalti, in cui “si registra la larga maggioranza dei fatti corruttivi che avvengono ogni anno in Italia”.

In allegato la lettera aperta del Presidente Merloni di oggi 9 aprile 2020.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



© Riproduzione riservata